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Assemblea elettiva del 23 ottobre 2022
Saluti dal Neo Presidente Nazionale Claudio Toninel
Buon giorno a tutti.
All'indomani del CDN ANDA che si è svolto a Verona, nella
giornata di ieri, domenica 23 ottobre, mi preme ringraziare tutte le Sezioni ANDA che, direttamente o
per delega, vi hanno partecipato.
La giornata è iniziata con una toccante cerimonia, al cospetto
del nostro Monumento Nazionale, per ricordare e celebrare la figura della cara Graziella
Bettini, recentemente scomparsa, che per tanti anni, prima come vicepresidente e poi come presidente nazionale, è
stata protagonista della nostra vita associativa, come ricordato dal presidente nazionale Giuseppe Dalpiaz, nel
suo commovente discorso commemorativo.
I fiori idealmente donati a Graziella, dal sottoscritto, per
conto di tutta la Famiglia ANDA e per il tramite di Elisabetta Giudrinetti, hanno simbolizzato il grandissimo
affetto che legava tutti noi alla sua figura.
Nel pomeriggio poi, presso il Centro Sportivo della Fondazione
Sportiva Marcantonio Bentegodi, si è svolta la riunione del CDN, che, dopo una vivace e animata
discussione, ha espresso democraticamente i membri della nuova Giunta Esecutiva Nazionale, composta da
Dino Borgonovi, Francesco Mandarano, Fabrizio Prada, Giovanni Scotti e Tiziano Zanisi e del
sottoscritto, Claudio Toninel, come presidente nazionale, per il mandato triennale 2023-2025; a breve si definiranno le
modalità per completare la composizione della GEN con un sesto componente, come prevede il nostro
statuto.
Un altro particolare momento è stato dedicato alla nostra cara e
"storica Zia" Luigia Cassandri Caleffi, che è stata nominata, con grande affetto e riconoscenza,
Presidente Onoraria della nostra Associazione.
Sono stati eletti inoltre i componenti del Collegio dei
Probiviri nelle persone di: Nicholas Biasiolo, Carlo Bolpin, Marco Geremia, Franco Menapace, Carmelo Nolano e
Faustino Tosi.
Doveroso da parte mia esprimere un sentito ringraziamento
all'amico Giuseppe Dalpiaz, che, dal 2018, unitamente alla GEN uscente, ha egregiamente sostenuto
l'impegno di presidente nazionale, attraversando, oltre al difficile e lungo periodo della
pandemia, anche i molti momenti ti tensione e di discussione che hanno spesso caratterizzato in questi
ultimi anni la nostra vita associativa.
Un particolare ringraziamento anche a quanti hanno collaborato
per arrivare a questo importante appuntamento elettorale, soprattutto all'amico Giovanni Scotti,
che in questi mesi ha lavorato sodo e si è adoperato con pazienza e dedizione per elaborare tutte le
complesse operazioni necessarie.
Voglio sperare fortemente che la giornata di ieri possa essere
considerata il punto di arrivo finale dei nostri momenti di difficoltà e soprattutto la netta
ripartenza per tutto quello che insieme sapremo costruire e realizzare, per il bene della nostra Associazione,
ricordando e onorando sempre i nostri cari Caduti, Superstiti e Reduci della gloriosa Divisione Acqui,
che il prossimo anno 2023 verrà ricordata e commemorata, in occasione dell'80°
anniversario dell'efferato Eccidio.
La nostra Associazione avrà vita, importanza e visibilità, tanto
quanto noi tutti sapremo operare, ciascuno nel proprio ambito, locale, nazionale e internazionale,
con questo spirito e in questa direzione.
Ancora grazie di cuore, buon lavoro e affettuosi saluti a tutti
voi e alle vostre Famiglie.
Claudio Toninel
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MARTIRI DI CEFALONIA
“I destini incrociati dell’eroe Botti e del militare tedesco Stork
Lettera al Direttore della Gazzetta di Parma dell'Avv. Carmelo Panìco
Egregio Signor Direttore,
in questi giorni
l’opinione pubblica italiana è venuta a conoscenza,
tramite la stampa e confermata dal Procuratore Generale Militare di
Roma, Dr. Marco De Paolis, della morte di Alfred Stork, ultimo militare
tedesco superstite, (alfred Stork morì il 28 ottobre 2018 ndr)
condannato all’ergastolo per l’uccisione, nel settembre
1943, di almeno 117 Ufficiali Italiani della Divisione Acqui
sull’isola di Cefalonia.
Alfred Stork faceva
parte di uno dei plotoni di esecuzione attivi alla “Casetta
Rossa” dove venne trucidato l’intero Stato Maggiore della
Divisione Acqui.
In vita, per i suoi
crimini, non ha mai fatto un giorno di carcere o di detenzione
domiciliare, non si è mai pentito né tantomeno ha cercato
di spiegare il perché di tanta ferocia.
Alfred Stork si è sempre giustificato affermando di aver ubbidito ad un ordine.
Alcuni giorni fa
è venuto a mancare alla nostra comunità il Commendatore
della Repubblica Marco Botti, amministratore e Sindaco del Comune di
Albareto per 40 anni e, purtroppo, ultimo superstite in tutto il
parmense dell’eccidio compiuto dai militari tedeschi
sull’isola di Cefalonia.
L’ultima voce del parmense di quell’immane tragedia si è spenta.
Marco Botti che
è stato la testimonianza vivente di quell’eccidio ci
lascia orfani della sua persona ma non del suo esempio ed insegnamento:
mai più guerra.
Che strano destino
signor Direttore, più o meno negli stessi giorni vittima ed
aguzzino hanno lasciato la vita terrena ma, pur nel grande rispetto per
la vita e per la pietas per i defunti, non credo che abbiano percorso
la stessa strada.
Lo so bene, per me
che sono credente, che Dio è grande e misericordioso ed accoglie
tutti nella sua casa ma io, ne ho la più intima certezza, sono
convinto che il caporale dei cacciatori di montagna (Gebirsgjager)
Alfred Stork, per arrivare, abbia attraversato un cielo coperto dal
fumo dei corpi dei militari della Divisione Acqui bruciati, nel
settembre 1943, dai militari tedeschi per nascondere e disperdere le
tracce del loro efferato eccidio, mentre Marco Botti abbia già
incontrato i suoi compagni commilitoni per salutarsi calorosamente, per
scambiarsi i ricordi dei momenti tragici ma anche di quelli felici di
quanto venivano chiamati in terra di Grecia, per il loro desiderio di
pace e fratellanza, “l’armata sagapò”
l’armata dell’amore.
Ho la certezza,
Signor Direttore che Marco Botti, in questo momento, abbia già
perdonato i suoi carcerieri, aguzzini e persecutori ma sicuramente stia
ringraziando con un grande grandissimo abbraccio e con il volto rigato
dalle lacrime i due soldati italiani, che con i loro corpi gravemente
feriti ed insanguinati avevano salvato la sua vita e concesso
l’onore di tornare a casa per non far dimenticare e testimoniare
quanto fonda e scura possa essere la notte degli uomini.
Marco Botti,
l’ultimo superstite della nostra comunità
dell’efferato crimine compiuto dai militari tedeschi per punire i
“traditori italiani” ci ha lasciato, ma noi abbiamo
l’obbligo della memoria.
Dobbiamo sostenere
con forza l’opera della Sezione Provinciale di Parma della
Associazione Nazionale Reduci e famiglie Caduti della Divisione Acqui,
che da anni con grande perseveranza e determinazione sta cercando di
tenere vivo il ricordo e di spiegare alle nuove generazioni il
sacrificio dei tanti militari italiani barbaramente trucidati sulle
Isole di Cefalonia e Corfù.
La documentazione
dei fatti accaduti a Cefalonia e Corfù era stata rinvenuta per
puro caso alcuni anni fa in un armadio, definito “della
vergogna”, girato verso il muro di un anonimo corridoio, ora noi
abbiamo l’obbligo morale nei confronti di Marco Botti, di Mario
Pasquali e di tantissimi altri, vittime o superstiti, di evitare che
diventi o torni ad essere l’armadio dell’oblio e che lo
sterminio della Divisione Acqui a Cefalonia e la deportazione di
centinaia di migliaia di soldati venga ricordato, prendendo a prestito
le parole di Alcide de Gasperi,
Ministro degli Esteri della neonata Repubblica Italiana, nel novembre
del 1945, come il primo esempio di “resistenza partigiana”
e come il primo importante contributo alla guerra di liberazione.
Parma lì 01 Marzo 2021 Carmelo Panìco
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I 100 anni del fante Olindo Bussi
Il 13 gennaio ha compiuto 100 anni anche il fante del 18° fanteria Olindo Bussi.
Olindo è uno
dei cinque reduci della provincia veronese ancora vivente; gli
alltri: Dino Benetti cl. 1922, Faccioli Francesco cl. 1922, Gagliardi
Andrea cl. 1923, e Pazzocco Giuseppe cl. 1922, sono in
prossimità del traguardo raggiunto da Olindo.
Bussi fu fortunato
perchè fu mandato a casa in licenza verso la fine di luglio1943,
ma poi,dopo l'8 settembre arrivato a Brindisi per tornare a Cefalonia
del non fu imbarcato per via del famoso armistizio appena dichiarato. In questo giorno così speciale, olindo ha festeggiato in videoconferenza affiancato dai figli Lucio e Adriano. Ancora complimenti per questo traguardo di vita
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I cento anni del Segente Maggiore Cav. Libero Cosci
“Mio nonno non è un eroe.. è stato chiamato al dovere ed ha risposto, per me vale molto di più”
Ieri ha compiuto 100
anni Libero Cosci, un toscano che la storia e la guerra l’ha
vissuta in prima persona. Una esempio vivente della straordinaria
capacità di resistenza umana all’autodistruzione
collettiva. Per il nipote, Libero non è un eroe ma una persona
che ha risposto alla chiamata del dovere nei peggiori anni del secolo
precedente. Ed oggi è qui a testimoniarlo.
A 23 anni Libero era
sergente maggiore della divisione “Acqui” a Cefalonia. A
seguito dell’armistizio di Cassibile gli italiani diventarono
d’un colpo nemici dei tedeschi, e furono abbandonati al loro
destino data la fuga del Re Vittorio Emanuele III e dello Stato
maggiore.
Libero riuscì
a salvarsi dall’eccidio di Cefalonia poiché, dopo la
fucilazione, fu creduto morto dalle truppe tedesche. Rimase per ore
sotto i cadaveri dei compagni e, una volta in piedi, trascinò
per giorni un amico ferito sulle spalle, deceduto poi in seguito.
Libero riuscì
a salvarsi, ma successivamente fu prigioniero in un campo di
concentramento tedesco a Giannina. Fu poi catturato dai partigiani
titini e rinchiuso nel campo di concentramento di Borovnica. Rientrato
in patria, come se non bastasse, fu prigioniero per un breve periodo
nel campo di Coltano.
Libero ha conosciuto
le atrocità della guerra da entrambe le parti della trincea. Ha
resistito alla fame e alle torture. Tornato a casa pesava appena 45
chili. Oggi è un cavaliere della Repubblica. Ma sono sicuro che
l’onorificenza più grande per le persone come Libero
è tramandare alle future generazioni -italiane e non- una
lezione di vita profondissima: da qualunque parte della trincea si
decida di schierarsi, la guerra porta solo morte e sofferenza.
Buon compleanno Libero, l’Italia e le nuove generazioni ti sono debitrici.
Di Francesco Berti da FB.
20 agosto 2020. L'Associazione Nazionale Divisione Acqui tutta, porge i
più sentiti auguri di buon compleanno a Libero Cosci
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La giornata della Memoria
Auguro ai più di vivere momenti come questo. Andare in una classe di bambini di 9 anni trovare questo pannello
fatto da loro con l'ausilio delle loro maestre è stato veramente
emozionante. Già l'aver ricordato l'eccidio della della
Divisione Acqui a Cefalonia e Corfù, accanto al ricordo di Anna
Frank è stato bello e significativo, perchè accommunati
nel discorso della memoria e nel principio delle angherie subite. Se
poi per ricordare la Divisione Acqui viene usato "il libro
Inseguendo mio
padre", allora l'emozione diventa quasi struggente. Vedere questi
ragazzini che pendono dalle tue labbra mentre parli mi ha commoso
molto. Poi alla fine mi hanno fatto omaggio del loro bellissimo lavoro
e non sapevo come ringraziarli.
Sono stato coinvolto dalle insegnanti della classe quarta elementare
delle scuole Rodari di Calderara di Reno, che mi hanno invitato ad
andare in quell’aula a parlare del giorno della Memoria
attraverso il ricordo della tragedia della Divisione Acqui. Quell'invito mi ha fatto molto
piacere e ho accettato volentieri di parlare ai bambini. Non è
stato assolutamente facile raccontare le vicende nefaste vissute dai
nostri soldati
nelle isole Ionie di Cefalonia e Corfù, e non è stato facile raccontarle
trovando le parole giuste per essere capito dai bambini, parole giuste che
non turbassero il loro animo e la loro loro innocenza. Ho comunque colto
l’occasione per parlare di uguaglianza, per parlare di rispetto
degli uni per gli altri, invitandoli a non fare soprusi, anzi a
difendere ed aiutare i
compagni in difficoltà.
Li ho invitati a parlare con i loro nonni, a farsi raccontare i loro
ricordi, gli aneddoti di quando avevano la loro età e del
diverso mondo in cui sono cresciuti, perchè, oltre a dare loro
una grande gioia, potranno assorbire i valori della vita che i nonni
gli trasmetteranno e usarli per completare la loro maturazione,
sommati a quelli donati loro dai propri genitori e della scuola.
La partecipazione ha meritato un premio e ho consegnato loro una
tessera della nostra Associazione nominandoli soci onorari della
sezione di Bologna, Ferrara e Modena dell'associazione Nazionale
Divisione Acqui, di cui sono
il
presidente. Ho accompagnato queste simboliche nomine con i pin della
Acqui e con un Encomio solenne alla classe per il lavoro svolto.
Peccato che l’arrivo della pandemia del Corona Virus non ci abbia
permesso di partecipare alla commemorazione del 25 aprile che ci
avrebbe visti tutti insieme con il simbolo della Divisione Acqui alla
manifestazione che di solito si tiene a
Calderara di reno.
Sono assolutamente convinto che questi bambini faranno tesoro di questa
giornata o perlomeno sono sicuro che sarà stata riposta in
quell’angolo della loro mente, pronta per essere utilizzata nel
percorso della loro vita. Grazie quarta c. (op)
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Fante Pietro Gianesini
Ci ha lasciato anche il caro Pietro Gianesini di Trento.
Classe 1921. Pietro faceva parte del 317° reggimento fanteria al
quale era stato aggregato e svolgeva il suo servizio nella prima
compagnia del primo battaglione, matricola n. 15743, il quale, a
Cefalonia, era di presidio nella città di Sami oltre che sulla
costa orientale dell'isola.
Pietro Gianesini (1921 - 2020)
“Volevo dimenticare, ma ricordare è stato più forte”
Soldato del 317° Regg. Fanteria, 1 Battaglione, 1 Compagnia,
Estratto dal libro “L’eccidio di Cefalonia e Corfù.
Memorie e testimonianze di soldati trentini della Divisione
Acqui” - Trento : Edizioni U.C.T., 2014.
Pietro ricorda:
è una calda mattina di giugno quando mi presento al Distretto
militare di Trento, insieme ad altri miei coscritti, per la visita di
leva, ma per la richiesta presentata da mio padre, contadino,
come da circolare n. 879, che permetteva di ritardare il servizio di un
anno fui posto in congedo illimitato provvisorio, a casa c’era da
fare… ma il 14 gennaio 1942 dovetti presentarmi a Merano.
Giunge l’ordine di partenza per la Grecia. Ricordo la mamma, che
vedendomi con l’elmetto, mi disse: “cosa fetu, no podo
vederte con quell’elmo en testa!”.
Sono assegnato a Sami, a poche abbracciate di mare da Itaca.
Pietro ricorda:
l’8 settembre cala sull’isola come un qualcosa che sembra una liberazione. Ma dura poco.
Ci sbandiamo, bighellono per qualche giorno, un po' di qua un po' di là.
Prendo quello che mi capita, un pacco di candele, forse mi servono, chissà.
Mi incammino sulla bianca stradina che porta a Sami. Pochi passi e
scorgo due uomini in divisa che non è italiana. Komm! Schnell!
Io davanti, loro dietro. Rastrellamento dicono, ci portano con i camion
italiani alla caserma Mussolini ad Argostoli. Era il pomeriggio del 26
settembre.
Pietro ricorda:
il 28 mattina sveglia. Una nave ci attende per il continente. E’
l’Ardena, piroscafo di costruzione inglese, sequestrato dai
tedeschi. Partiamo e navighiamo per un paio d’ore, poi un sordo
boato, uno sconquasso, la nave ha un sussulto, si inchina di lato,
soldati che si accalcano vicino alle scialuppe, tentano di
impossessarsene, sono respinti e uccisi con le machine (pistole).
Pietro ricorda:
… e la nave va giù… dieci minuti ed è tutto
finito. Arriviamo a riva, siamo un centinaio, veniamo subito presi e
ricondotti alla caserma Mussolini.
Il 30 altro imbarco, stavolta arriviamo a Patrasso senza danni,
destinazione Germania nei campi di prigionia. Qui mi ammalò di
malaria, sono ricoverato all’ospedale e curato per sei
giorni. Guarito sono assegnato con altri al campo di
aviazione di Atene, preso di mira dagli aerei bombardieri inglesi. Ci
mitragliano, a noi tocca il compito di riempire i crateri aperti dalle
esplosioni, questo fine ai primi di novembre 1944, quando una
mattina… ci svegliamo senza i tedeschi nelle vicinanze…
tutti spariti, verso la Germania.
Gli inglesi erano alle porte, il 3 novembre 1944 entrano ad Atene e ci
radunano per una prima assistenza. Il mio peso era ridotto a 45
chili.
Pietro ricorda:
i nostri liberatori ci rifocillano, io agguanto una bella e grossa scatola di sgombro e la mangio tutta! Che mal di pancia poi!
Ci imbarcano, destinazione Italia (finalmente!), arriviamo a Taranto il
12 novembre 1944 e trasferiti a Bari per la disinfestazione dei
pidocchi per la quale usano le famose pompette DDT.
In treno risaliamo la penisola fino a Livorno. Dopo qualche giorno sono
raggiunto da una denuncia per diserzione e mi accompagnano a San
Bonifacio (VR).
Il 18 marzo 1946 arrivò a casa.
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Il reduce Olindo Bussi
Amici cari "Acquini", buon giorno
Sono a farvi partecipe che lunedì scorso, 13 gennaio 2020, sono stato a casa del Reduce Olindo Bussi,
che abita in via Provinciale 19, Buttapietra (Verona), per festeggiare i suoi splendidi 99 anni.
Nonno Olindo infatti è nato a Trevenzuolo (VR), il 13 gennaio del 1921 ed è un Reduce della Divisione
Acqui, allora di stanza a Corfù e appartenente alla 81^ Compagnia Mortai, del 18° Reggimento.
Ad organizzare l'incontro è stato il figlio Lucio Bussi, giornalista del giornale L'Arena, anche lui,
per una rara e felice coincidenza, nato nello stesso giorno del papà, per un "doppio compleanno".
Erano presenti l'altro figlio di Olindo, Adriano, presidente del Gruppo Alpini di Buttapietra e vice presidente dei Combattenti e Reduci dello stesso Comune, l'amico di famiglia Silvano Colesbi, presidente
dell'Associazione Combattenti e Reduci del Comune di Buttapietra e il nipote Federico, figlio di Lucio.
Per l'occasione ho portato il saluto dell'Associazione ed ho consegnato la tessera ANDA ad un
euforico e aitante "Nonno Olindo", unitamente alla medaglia del 70°, non certo "recentissima",
ma molto gradita ed apprezzata dallo stesso.
Olindo rientra così in ANDA, dopo alcuni anni di assenza, portando con se anche il figlio Lucio,
anch'egli nuovo iscritto ed associato all'Associazione.
E' stata una mattinata molto bella e commovente, con nonno Olindo, molto lucido e presente, in difficoltà solamente per problemi di vista, ma per il resto ancora, se si può dire... "in perfetta forma"!
Ho ricevuto in regalo un "campanile" e una "zucchetta ornamentale", in legno e fatte con le mani dell'aitante Reduce, con il quale siamo d'accordo di vederci ancora prossimamente, per qualche altro incontro, per la Cerimonia del prossimo settembre e poi per festeggiare i 100 anni, il prossimo 2021.
Da quella bella mattinata, vi assicuro che sono tornato a casa ricaricato e rigenerato a mille, per affrontare le tante cose che occupano la mia vita, pensando a quanta energia riescono a trasmettere i nostri, purtroppo ormai pochissimi, Nonni Reduci, con tutto quello che hanno sofferto e passato...
Saluti cari 17/01/2020 Claudio Toninel
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Un biglietto a firma Gen. Arduino Garelli
Vorrei
chiedere scusa per aver commesso un errore importante. Tratto in
inganno dalla firma e dal titolo dell'annuncio su ebay, non ho fatto
troppo caso alla data del biglietto: 18 aprile 1943.
Effettivamente il generale Gandin in quella data non comandava ancora
la Divisione Acqui e quindi, dopo aver analizzato più
attentamente la firma ho potuto notare che è quella del Generale
Arduino Garelli che comandò le fanterie della Divisione Acqui
dal 10 maggio 1942 fino al giugno 1943, sostituito poi dal Gen. Gherzi.
Ringrazio pubblicamente Isabella Insolvibile per avermelo fatto notare in tempi brevissimi.
Questo biglietto a firma Gen. A. Gandin, era in vendita su ebay.
Purtroppo non sono riuscito a vincere l'asta e l'originale ha preso il via verso un archivio diverso dal nostro.
Pubblico però
il documento, perchè, anche se dal testo non mi pare
particolarmente importante, è uno dei pochi documenti che
abbiamo (in copia) con la sua firma autografa.+
É la risposta a una signorina che probabilmente chiedeva informazioni o quant'altro di un artigliere.
" 18/4 XXI (14/4/1943)
Gentilissima
Signorina, Vi ringrazio molto della Vostra graditissima e del gentile
pensiero che avete avuto per me. Sono spiacente di non potere subito
esaudire la Vostra richiesta, come risulta dalle unite notizie
fornitemi dal Comandante di gruppo.
Rassicurate però la famiglia del soldato ---------- che lo
terrò benevolmente d'occhio e alla prima occasione vedrò
di accontentarlo. Per Voi e la Vostra gloriosa famiglia è
doveroso fare qualche piccolo strappo. Vogliate gradire i miei
più cordiali e sentiti saluti. (traduzione De Filippi Silvano)
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Studenti
di corsa sui Bastioni per ricordare l'eccidio
di
Cefalonia e Corfù
Venerdì 31 maggio
l’ora di educazione fisica si sposterà
dalle palestre degli istituti scolastici ai bastioni di
Circonvallazione
Oriani, con i ragazzi impegnati in una corsa storico-promozionale a cui
parteciperanno con la propria classe.
A
lezione di storia ‘correndo’. Sarà
un’ora didattica
decisamente alternativa, quella a cui parteciperanno gli alunni di
alcune
scuole cittadine, venerdì 31 maggio. In via eccezionale,
l’ora di educazione
fisica si sposterà dalle palestre degli istituti scolastici
ai bastioni di
Circonvallazione Oriani, con i ragazzi impegnati in una corsa
storico-promozionale a cui parteciperanno con la propria classe.
Non una gara individuale, quindi,
ma una corsa di gruppo, su
un percorso di circa 800 metri sul parco delle mura. Il tempo di
percorrenza sarà
rilevato sul 13° concorrente che taglierà il
traguardo. Vincerà, ovviamente, la
classe che avrà percorso il circuito nel minor tempo
possibile.
Circa
150 gli alunni già iscritti, appartenenti alle classi
seconde delle medie Betteloni e Seghetti, arruolati per una
competizione
sportiva solo in apparenza.
La
prima edizione della ‘Corri-Acqui’, si connota
anche
sotto il profilo storico- culturale. L’iniziativa, promossa
dall’Associazione
nazionale Divisione Acqui, ha infatti come obiettivo quello di offrire
agli
alunni l’occasione di un’attività
all’aria aperta in un luogo della città
legato ad un particolare momento storico. Il Monumento nazionale
presente ai
bastioni, ricorda infatti l’eccidio dei soldati della
Divisione Acqui,
nell’anno di guerra del 1943, in cui persero la vita anche
molti veronesi.
Un’occasione
di approfondimento per gli studenti, che
potranno conoscere meglio una tragica pagina della nostra storia, la
cui
memoria deve essere mantenuta viva a cominciare dalle nuove generazioni.
L’idea,
sposata subito dall’Ufficio scolastico provinciale,
è piaciuta molto anche al Comando delle Forze Operative
Terrestri di Supporto
di Verona, che ne supporta non solo il valore legato alla memoria
storica ma
anche quello di contrasto al degrado nei luoghi pubblici.
Sono
stati proprio i soldati del Comfoter di Supporto, lo
scorso autunno, ad utilizzare i bastioni di Circonvallazione Oriani per
le
proprie esercitazioni, per un’attività voluta di
comune accordo dal sindaco
Sboarina e dal Comandante Tota come deterrente per i malintenzionati
che
frequentavano l’area.
Organizzata in collaborazione con
il Comune, la
manifestazione è stata presentata lunedì
dall’assessore allo Sport Filippo
Rando.Hanno partecipato alla conferenza
il presidente della
sezione di Verona dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui
Claudio Toninel,
il tenente colonnello Giacomo Marino per il Comfoter di Supporto, Lino
Mascalzoni dell’Ufficio Scolastico Provinciale e il
presidente di Assoarma
Verona Roberto Pellegrini.«Un’iniziativa
davvero originale, che unisce i valori dello
sport a quelli della storia cittadina da tramandare – ha
detto l’assessore -.
La tragedia di Cefalonia e Corfù è una pagina di
storia drammatica di cui i
nostri giovani devono avere coscienza, bene farlo anche attraverso
strumenti
alternativi ai testi di scuola»
(da www.veronasera.it)
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Bergamo
– “Giorno della Memoria”
Dal 2005, il 27 gennaio
è
dedicato alla Memoria dei Caduti, dei Reduci e di tutte le persone che
sono
state vittime delle atrocità della guerra. La chiamano la
giornata per non
“dimenticare”, si potrebbe chiamare giornata
dell’INVITO A NON DIMENTICARE,
perché troppo spesso ci accorgiamo che gli orrori della
guerra, che hanno
impoverito i popoli fisicamente e soprattutto moralmente, vengono messi
nel
dimenticatoio, perché chi li ha vissuti
e hanno testimoniato, non ci sono più.
Ben venga
questo appuntamento
annuale, che richiama la nostra attenzione con l’obiettivo di
onorare la
Memoria di coloro che tanto hanno dato alla Nazione, la
“Medaglia d’Onore” è un
riconoscimento morale con il quale vogliamo esprimere il nostro
“GRAZIE”!
Presso
l’Aula Magna
dell’Università degli Studi di Bergamo, sono state
consegnate 269 Medaglie
d’Onore, delle quali 15 a militari della
“Divisione Acqui”, di seguito l’elenco:
Alborghetti
Antonio Pietro 14/09/1916 Trescore Balneario 17° Regg. Fanteria
"Acqui" Cefalonia Munster
Bergamelli Giuseppe Giovanni 05/06/1921 Pradalunga 33° Regg.
Art. Fanteria "Acqui" Cefalonia
Bertocchi Gio.Maria Giuseppe
02/11/1915 Peia 33°
Regg. Art. Fanteria "Acqui"
Corfù
Bonazzi Domenico Giovanni 17/11/1918
Gandino 9° Regg. Art. Fanteria "Brennero"
Cefalonia
Borlini Gregorio Angelo 05/08/1918
Oneta 33°
Regg. Art. Fanteria "Acqui" Cefalonia V C Offenburg
/ XII A
Limburg
Colotti Santo Lorenzo 31/10/1914 Onore 17°
Regg. Fanteria "Acqui" Cefalonia deceduto a Cefalonia
Cremaschi Giuseppe Paolo
25/05/1920 Trescore Balneario 33° Regg. Art. Fanteria
"Acqui"
Cefalonia X C Nienburg
Cuni Luigi Ernesto 11/03/1918 Cene
33° Regg. Art. Fanteria "Acqui" Cefalonia fucilato a Cefalonia
D'Intorni Giuseppe Giuseppe 05/08/1920 Trescore Balneario
33° Regg. Art. Fanteria "Acqui" Cefalonia VI Meppen
Filisetti Mario Giacomo 29/08/1922 Ardesio 4° Regg.
Genio Fanteria " Acqui" Telegrafisti Cefalonia IX A Ziegenhain
Franchina Giuseppe Andrea 19/01/1915 Casnigo 9° Regg.
Fanteria "Regina" Cefalonia
Gibellini Mauro Felice 07/03/1921 Gorno 33° Regg.
Art. Fanteria "Acqui" Cefalonia III B Furstenberg /
Maccari Camillo Gio.Maria 15/11/1919 Gandino 4° Regg.
Genio Autieri Cefalonia disperso in combattimento
Milesi Battista Angelo 04/12/1923 Bauduin (F)
17° Regg. Fanteria "Acqui" Cefalonia disperso in prigionia
Pelliccioli Lino Camillo 05/12/1918
Pradalunga 17° Regg.
Fanteria "Acqui"
Corfù
Daniella Ghilardini
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Il Comune di Ambivere dona una Targa alla
Memoria
a Battista Alborghetti
Significativo gesto
dell’Amministrazione Comunale di Ambivere (BG). In
occasione delle festività natalizie ha conferito, in un pubblico
incontro, alcune benemerenze civiche “alla memoria”
a
concittadini che a suo tempo erano stati insigniti della medaglia
d’onore riservata
ai Deportati durante la Seconda Guerra mondiale.
Un
riconoscimento è stato assegnato a Battista Alborghetti,
superstite
dell’eccidio nazista
della
Divisione Acqui a Cefalonia, arruolato nel 33° Battaglione
Artiglieria.
Il
conferimento ha dato modo di ripercorrere la vicenda del massacro degli
italiani della “Acqui”, atto ufficiale
dell’inizio della Resistenza, come ebbe
a sottolineare pubblicamente il compianto Presidente della Repubblica
Carlo
Azeglio Ciampi. Nella motivazione della benemerenza, è stato
sottolineato
l’impegno di Battista che, fino a pochi mesi prima della
scomparsa, avvenuta il
7 giugno 2014, mai mancò al dovere di portare, nelle scuole,
la testimonianza
di sopravvissuto, promuovendo tra i giovani un messaggio di pace,
concordia e impegno
civico.
Altre
benemerenze sono state conferite alla memoria di due ambiveresi:
Alessandro Ravasio (deceduto nel
lager di Lamsdorf) e Vittorio Leoni (un padre
di famiglia al centro di una drammatica vicenda accaduta in paese:
venne
arrestato dai tedeschi e deportato a Mauthausen, dove morirà
nel gennaio 1945).
Tanta
gente, tra cui molti giovani, ha assistito all’evento,
seguendo con
viva partecipazione le vicende di persone che hanno condiviso
pagine
importanti e tragiche della storia italiana.
|
Intestata a Cornelio Betta la
sezione Trento e Bolzano
Nello scorso mese di ottobre
2017, l'assemblea dei soci ha deliberato su proposta del consiglio
direttivo
di
intitolare al cav. Cornelio Betta la sezione di Trento e Bolzano
divisione Acqui.
Betta
è stato uno dei padri fondatori della sezione provinciale
fin dagli albori e grande animatore a livello nazionale.
Storicamente
nei
decenni scorsi ci sono stati dei dissensi, uscendo dalla "nazionale"
per formare una sezione autonoma, per poi rientrare in una memorabile
assemblea di unificazione nell'ottobre 2009 a Trento, presente la
nostra, ormai ex presidente prof. Graziella Bettini e il compianto
marito Mario Lorenzetti.
Ha
sempre mantenuto,
nonostante il tempo cancelli le ferite e faciliti l'oblio, una memoria
attiva, una autorevole personalità, fra i nostri reduci e
simpatizzanti.
E' il
degno e giusto
riconoscimento. Grazie Cornelio per quello che hai fatto. Esemplare,
modello di vita, il suo testamento ai giovani. (a cura di
Franco
Menapace)
Testamento di Cornelio Betta
Perchè
la
Patria non dimentichi, perché i giovani ne traggono
insegnamento
e diventino migliori e così rendano il mondo più
bello e
pulito, perché chi educa insegni, faccia conoscere tanto
eroismo, tanto sangue così generosamente sparso per
mantenere la
fedeltà ad un giuramento e rendere migliore la nostra Patria.
Chi
prepara i
giovani alla vita sappia infondere nel loro cuore
generosità,
fedeltà, coraggio di fare il bene, pronti così a
superare
le difficoltà della vita, ad amare la pace, a preparare una
generazione veramente migliore della nostra.
Questo
hanno
insegnato con il cruento sacrificio delle loro giovani vite i
“Martiri” della Divisione Acqui caduti a Cefalonia,
a
Corfù e nelle isole Ionie.
Cornelio Betta
|
Dopo l'intervista di Elena Aga Rossi al TG5......
Questa lettera viene inviata, dai famigliari di Renzo Apollonio alla
redazione di Canale 5, dopo l'intervista fatta a Elena Aga Rossi e
trasmessa nella edizione del TG5 del 7 aprile alle ore 13.00.
http://www.video.mediaset.it/video/tg5/full/edizione-ore-13-00-del-7-aprile_828307.html
La
redazione informata per conoscenza, non può fare a meno di
pubblicare la notizia.
Crediamo di interpretare la volontà dell'Associazione
perchè sia ottenuta, dai richiedenti,
l'opportunità
richiesta. (ndr)
Spett.le
Redazione TG5
Scriviamo
la presente rispettivamente quali eredi del Generale Renzo Apollonio,
in proprio ed anche tramite il Curatore dell'archivio privato
lasciatoci dallo stesso, Sig. Alvise Polacco, intendendo esercitare i
diritti di rettifica di cui all'art.8 legge 47/48 e Decreto legislativo
31/07/2005 n.177 art. 32.
Quanto
sopra in riferimento alla trasmissione andata in onda nell'ambito del
TG5 Storia del giorno 07/04/2018 ad ore 13.00 circa, laddove veniva
intervistata da un giornalista della redazione la scrittrice Aga Rossi
relativamente ai fatti avvenuti a Cefalonia successivamente all'08
settembre 1943.
In
tale trasmissione l'allora capitano Renzo Apollonio vedeva leso il suo
onore e la sua dignità di uomo e di soldato con la qualifica
di
"collaborazionista" del nemico tedesco.
La
notizia e l'affermazione, rese senza cenno di riscontro o motivazione
alcuna, in assenza di ogni possibile contraddittorio, risulta essere
priva di fondamento alcuno, e pienamente contraddetta da dati di fatto
ormai definitivamente accertati e documentati da atti ammnistrativi,
giudiziari, militari, nonchè da atti di pubblica
consultazione
in archivi pubblici e privati italiani, nonchè in atti
dell'esercito alleato inglese, mai consultati evidentemente da chi ha
reso l'affermazione lesiva , che mai ha chiesto di consultare il
copiosissimo archivio in nostro possesso, noto a tutti coloro che si
sono occupati della questione.
Si
chiede che il Curatore dell'Archivio Sig. Alvise Polacco venga
intervistato con identica rilevanza. In ogni caso si chiede che sia
proceduto a rettifica nei modi ed ai sensi di legge.
Distinti
saluti.
Cristina
Apollonio (figlia)
Olivia
Apollonio (figlia)
Giuliana
Mestorino (moglie)
Alvise
Polacco (Curatore in nome e conto)
La presente
lettera viene inviata per conoscenza a:
Prof.ssa
Graziella Bettini Presidente Onorario Associazione Nazionale
Divisione Acqui
(Associazione
Nazionale Reduci Superstiti e Famiglie Caduti Divisione Acqui)
Sig. Giuseppe
Dalpiaz Presidente Associazione Nazionale Divisione Acqui
Redazione
Associazione Nazionale Divisione Acqui
|
Si aprono le Giornate Culturali
dell’Acqui Storia
in
memoria dei caduti di Cefalonia
Il
ciclo delle
Giornate Culturali dell’“Acqui Storia” si
apre con
una serie di eventi di prestigio in memoria dei caduti della Divisione
Acqui, vittime del terribile eccidio consumato dai Tedeschi nella
grande isola di Cefalonia, tra il 15 ed il 24 settembre 1943.
L’Assessore
alla Cultura Alessandra Terzolo invita la cittadinanza e quanti
vorranno condividere questo momento solenne alle iniziative che si
terranno sabato 10 marzo p.v. a Palazzo Robellini, Piazza Levi 5, Acqui
Terme a partire dalle ore 16,00. “La memoria dei
sopravvissuti al
massacro della Divisione Acqui rappresenta un patrimonio importante
della nostra Storia: mantenere vivo il ricordo degli eroi italiani
è segno di profonda civiltà”
- ha affermato
l’Assessore Terzolo.
Il
programma degli
eventi avrà inizio con la presentazione del volume
“Cefalonia. L’esercito fantasma” di Marco
Fornasari,
Minerva Edizioni. Un romanzo nato tra le migliaia di pagine dei veri
diari e lettere dei nostri soldati morti nella tragedia di Cefalonia
nel 1943. Arruolato giovanissimo all’interno della Divisione
Acqui, un soldato, carico della sua umanità, affronta il
viaggio
verso il fronte. La solitudine della partenza lascia il posto
all’amicizia e alla condivisione.
L’esperienza
individuale arriva a coincidere con quella collettiva. Dopo una tappa a
Corfù, sbarca a Cefalonia in cui vive un arcobaleno di
esperienze e sensazioni, subendo il fascino delle ragazze greche e
rimpiangendo i genitori lontani, fino al terribile settembre 1943.
Lettere,
agende e diari rappresentano gli strumenti attraverso i quali la storia
mondiale si risolve nell’esperienza del
protagonista.
Odio,
desiderio di vendetta e resa senza condizioni portano al limite estremo
la tensione narrativa. Scampato alla strage, egli diviene un Internato
Militare Italiano. La sua speranza nel futuro trova compimento:
rimpatriato, incontra alcuni commilitoni, pochi, che gli restituiscono
le tessere del puzzle non vissute in prima persona.
La
moglie, anni
dopo, ci svela come un logorio latente abbia poi preso il sopravvento
su quel ragazzo che osservava il mondo con gli occhi del soldato.
Marco
Fornasari
è nato nel 1987 ad Annicco, piccolo paese in provincia di
Cremona, da sempre appassionato di storia, letteratura e musica. Dopo
aver conseguito con lode le lauree in Lettere e Filologia, ha
progettato e
coordinato
interventi formativi e percorsi culturali. Lavora in modo stabile
presso il Museo del Violino, nella città di Stradivari.
Avvicinatosi alla Divisione Acqui per ragioni famigliari, ha trovato
negli scritti di soldati suoi coetanei l’ispirazione per la
sua
opera prima. L’Autore sarà introdotto dal
professor Carlo
Prosperi e dal Senatore Adriano
Icardi.
Seguirà
l’inaugurazione delle Mostre Fotografiche “La
scelta della Divisione Acqui a Cefalonia
e
Corfù nel
settembre 1943”, realizzata e curata dal Sig. Orazio
Pavignani e
“Le Donne di Cefalonia” a cura di Antonella
Argirò.
Obiettivo
delle due
Mostre è mantenere e divulgare la memoria storica sul
sacrificio
della Divisione Acqui nelle Isole Ionie durante la seconda guerra
mondiale. Il 14 settembre 1943 i soldati italiani della Divisione Acqui
scelsero di lottare contro l’esercito nazista e dal giorno
successivo, il 15 settembre, iniziò la vera e propria
resistenza
di quei soldati dell’esercito italiano contro la prepotenza
tedesca.
Quella
scelta
costò la distruzione dell’intera Divisione, anche
a causa
del totale abbandono in cui fu lasciata dal governo italiano che,
vistosi in pericolo, preferì fuggire dalle proprie
responsabilità lasciando al proprio destino le divisioni
italiane dislocate in Grecia e nei Balcani. Quella stessa scelta fu
pagata con migliaia di morti fra ufficiali, sottufficiali e soldati,
alcuni in combattimento e altri, molti altri, passati per le armi dopo
la resa.
La
Mostra “La
scelta della Divisione Acqui” rievoca la tragica epopea dei
soldati italiani a Cefalonia e Corfù dopo l’8
settembre
del ’43. La rassegna è composta da una serie di
pannelli
che raccolgono documenti, reperti storici e tantissime foto con i
giovani volti di ufficiali e soldati italiani: gran parte di loro
finirono fucilati dopo la resa ai tedeschi. La Mostra è un
progetto di ricerca storica e documentale nato grazie
all’Associazione reduci e famigliari (che conta circa 600
iscritti in tutta Italia) e alla passione di Orazio Pavignani, figlio
di un fante bolognese di Cefalonia.
La
raccolta delle
fotografie è il frutto di un lavoro, sull’intero
territorio nazionale, che dura ormai da anni e che si avvale del
contributo dei famigliari dei fucilati.
Ne
è uscita una mostra di alto valore storico e puntualmente
documentata.
La
Mostra “Le
Donne di Cefalonia” è la ricerca fotografica con
cui
Antonella Argirò ha scelto di celebrare il 70°
anniversario
dell’eccidio. Una serie di ritratti che rappresenta il suo
modo
di ricordare e assorbire la storia, raccontando l’amicizia
tra il
popolo greco e italiano. Da donna e fotografa ha pensato di rievocare
la memoria e le suggestioni di questa tragedia attraverso gli occhi e
le storie delle donne che l’hanno vissuta. Storie
attraversate
dall’Amore. Il progetto abbraccia diverse generazioni di
donne:
da un lato le greche, ormai novantenni, che accolsero i militari
italiani nascondendoli, aiutandoli e amandoli. Dall’altro, le
figlie nate dai matrimoni misti, e addirittura le nipoti, come
simbolo di quell’amicizia tra italiani e greci che
andò oltre le regole della guerra.
Donne
diverse per
età e vissuto, ma unite dall’essere le
protagoniste di una
storia che non deve essere dimenticata. Attraverso queste figure la
rievocazione assume sfumature poetiche e il dolore lascia spazio alla
fiducia, al coraggio e alla vita.
La
mostra è
visitabile dal lunedì alla domenica dalle ore 15,00 alle ore
19,00. E’ inoltre prevista l’apertura mattutina per
gruppi
su appuntamento (Ufficio Premi Letterari – 0144 770203).
In
occasione
dell’apertura ufficiale delle Giornate Culturali
dell’Acqui
Storia, in concomitanza con la pubblicazione del nuovo bando della
51° edizione del Premio Acqui Storia, verranno presentati i
nuovi
Giurati. In sintonia con la volontà
dell’Amministrazione a
valorizzare e ricordare sempre degnamente il valore dei caduti a
Cefalonia ai quali il Premio è dedicato, tre esponenti
dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui vengono nominati
nelle tre sezioni del Premio: il professor Vito Gallotta per la sezione
storico scientifica, il dottor Marco Fornasari per la sezione
storico
divulgativa e il professor Gian Carlo Corada per la sezione dedicata al
romanzo storico.
La
sezione storico
divulgativa si arricchisce inoltre di un nuovo membro di prestigio e di
comprovata esperienza nelle divulgazione storica: il professor Roberto
Giacobbo, docente di Teoria Tecnica dei nuovi media applicata ai beni
culturali presso l'Università di Ferrara, relatore di un
seminario sulle modalità di comunicazione dell'antico presso
la
Sorbona 1 - Facoltà di Storia Antica, che ha tenuto vari
interventi e lectio magistralis in varie facoltà in tutta
Italia
e lezioni di storia e di comunicazione presso istituti pubblici di
scuola superiore, media e elementare.
La
giornata si
chiuderà con l’inaugurazione della Sala di Lettura
Premi
Letterari, ideata dall’Assessore alla Cultura Alessandra
Terzolo,
in considerazione del prestigio assunto nel panorama culturale italiano
dal Premio Acqui Storia e dal Premio Acqui Ambiente, successo
confermato da una crescente partecipazione di volumi editi non solo
dalle maggiori case editrici, ma anche da editori giovani ed
innovativi. L’Amministrazione promuove, tramite i due Premi,
il
coinvolgimento della cittadinanza acquese e di tutto il pubblico dei
lettori al fine di ottenere una sempre maggiore diffusione della
lettura e dello studio della storia e di testi intesi a formare una
coscienza ambientale su larga scala: per tale motivo ha ritenuto
opportuno offrire alla cittadinanza acquese e a quanti vorranno
avvicinarsi alle tematiche storiche e ambientali promosse dai due
Premi, un luogo di consultazione e approfondimento, mettendo a
disposizione del pubblico i testi partecipanti. La Sala di Lettura
resterà aperta al pubblico secondo gli orari che verranno
affissi a Palazzo Robellini e sul sito www.acquistoria.it
Agli
incontri
presenzierà l’Associazione culturale FuoriLuogo di
Asti,
impresa culturale nata dalla volontà di dare vita a un
generatore di cultura e socialità, capace di esercitare
progressivamente una funzione civile di confronto tra le persone, di
essere uno spazio fisico in un'era virtuale.
L’Associazione
intende instaurare un rapporto di collaborazione con i Premi Acqui
Storia e Acqui Ambiente al fine di sviluppare sinergie operative
territoriali e porterà un suo primo contributo garantendo la
presenza, in occasione degli eventi del 10 marzo, di una
personalità di rilievo in campo culturale –
ambientale:
Beppe Rovera, giornalista professionista, che ha iniziato la sua
carriera presso la redazione torinese di Avvenire, è stato
redattore dell'Ansa di Torino, corrispondente da Torino al Corriere
della Sera e conduttore della trasmissione Ambiente Italia alla
Rai di
Torino.
Gli
incontri si chiuderanno con un brindisi presso l’Enoteca
Regionale Acqui Terme & Vino.
pubb
5/03/18 |
I
tredicimila italiani annegati nelle “navi negrerie”
Una
pagina sconosciuta della nostra Storia
Tra
le tragiche conseguenze dell’ultimo
conflitto mondiale vanno ricordate anche le migliaia di prigionieri
italiani,
catturati dagli ex alleati tedeschi nei
giorni seguenti l’armistizio dell’8 settembre 1943.
Altissimo infatti è stato
il prezzo pagato dai nostri militari, in particolar modo da quelli
dislocati fuori
dal territorio nazionale. Anche se le autorità militari e
politiche italiane
avevano messo in conto che, nella prospettiva della resa agli
angloamericani e
quindi della rottura dell’alleanza con i tedeschi, gran parte
delle nostre
forze armate operanti all’estero sarebbero state sacrificate,
di certo non
immaginavano un costo così alto. E soprattutto non
immaginavano che Hitler
avesse pianificato con il suo Stato maggiore – già
parecchi mesi prima del
ritiro dell’Italia dalla guerra - di occupare il territorio
italiano
(Operazione Alarico) e di neutralizzare le forze italiane nei Balcani
(Operazione
Konstantin).
L’ingente
massa di uomini, catturati in
Italia, in Francia, nei Balcani e in territorio greco, come previsto
vengono
destinati ai Lager del Terzo Reich e al
fronte sovietico al servizio delle truppe tedesche. La sorte peggiore
tocca alle migliaia
di italiani catturati nelle isole dell’Egeo e dello Ionio, i
quali dopo un
periodo di dura prigionia vengono trasferiti verso la terraferma, alle
stazioni
di carico di Atene e di Salonicco, su navi di fortuna prive di ogni
norma di
sicurezza. Spesso queste “carrette del mare”
affondavano durante la traversata con
tutto il loro carico umano sia perché si imbattevano nelle
mine disseminate
lungo la costa, sia perché silurate dall’aviazione
anglo-americana. Durante gli affondamenti, che in base a fonti
tedesche causarono la morte di circa 13.400 prigionieri, risulta
che gli addetti alla sorveglianza si
sono resi responsabili di azioni spietate, sbarrando le porte delle
stive dove
i prigionieri erano rinchiusi o sparando sugli sventurati che fra le
onde
tentavano disperatamente di salvarsi. Gli scampati sfiniti dopo lunghe
ore fra
le onde, invece di essere sottoposti a cure urgenti, erano rinchiusi
nelle
carceri in attesa che altre navi li conducessero a destinazione.
Tra
le vittime di queste tragedie sul mare si registra un gran numero di
militari
pugliesi. Infatti è stata proprio la Puglia a pagare il
tributo più alto.
La
memoria perduta
Per
anni la storiografia
non si è impegnata a ricostruire e a documentare
adeguatamente le tragedie avvenute sul mare di cui furono vittime i
nostri
militari catturati dopo quel fatidico “8 settembre”
nelle isole ioniche (Cefalonia, Corfù, Zante, Leucade) e
dell’Egeo (Rodi, Creta, Coo, Caso,
Stampalia). Va alle narrazioni dei reduci sopravvissuti, ai testimoni
oculari greci e
soprattutto allo storico tedesco Gerhard Schreiber (I militari italiani
internati nei Lager del Terzo Reich 1943-1945” ,
Ed. USSME) il
merito di aver riportato alla luce le innumerevoli vicissitudini
affrontate da
migliaia di prigionieri italiani, trascurati poi dalla loro
patria.
La
dinamica degli incidenti, spaventosi bilanci
La
prima tragedia sul mare avviene nella
notte del 22 settembre del ‘43 sul mercantile G. Donizetti,
partito da Rodi (l’isola più importante del
Dodecaneso) con a bordo 1584 prigionieri italiani, quasi tutti erano
militari
della Marina. La motonave, giunta nei pressi di Capo Prasonissi, viene
bombardata da due cacciatorpediniere inglesi, Eclipse e Fury. Il
bilancio è tragico: nessun sopravvissuto.
Un
analogo disastro
si ripete pochi giorni
dopo, il 28 settembre, al largo dell’isola di Cefalonia sulla
nave Ardena,
salpata da Argostoli e diretta a Patrasso, in cui 720 italiani persero
la vita,
mentre l’intero equipaggio tedesco si salvò.
Stando alle
testimonianze oculari la nave non affondò subito, per
cui non è chiaro come mai ci furono tanti annegati.
Probabilmente «ai
prigionieri italiani non fu data la possibilità di
raggiungere
il ponte di
coperta», come riferisce Schreiber.
Sempre
nelle acque di Cefalonia altre navi cariche di prigionieri
italiani
coleranno a picco in seguito al brillamento di mine: Il 13 ottobre
affonda il
piroscafo Maria Marta (o Marguerita):
su 900 prigionieri 540 perdono la vita in fondo al mare; il 6 gennaio
dell’anno
seguente si inabissa il motoveliero Alma con 300 perdite italiane.
Nel
mese di ottobre 1943 altri disastri
colpiscono le navi che trasportano gli italiani catturati. Il 10
ottobre, nella
rada di Corfù, vengono silurati da aerei inglesi la motonave
Mario
Roselli e i motoscafi su cui si stavano ultimando le operazioni di
imbarco di circa 5.000 militari italiani prigionieri, di cui 1.302
perdono la
vita. Il 12 ottobre un altro convoglio, di cui si ignora la
denominazione, con a
bordo 700 militari italiani catturati nell’isola di Coo
(Kos), viene attaccato
da aerei inglesi e costretto a ritornare nell’isola con 160
uomini mancanti
all’appello. Una settimana dopo è la volta del
piroscafo Sinfra, salpato
il 18 ottobre da Creta. La nave, con 1932 italiani (numero che per
alcuni sale
addirittura a 2389!), venne attaccata
più volte da velivoli britannici con
bombe e siluri. E’ un inferno di fuoco e
fiamme. I prigionieri ammassati nelle stive tentarono, in preda al
panico,
di salire sul ponte di coperta. Ma la loro fuga venne bloccata dai
sorveglianti
tedeschi con lanci di bombe a mano, che provocarono una carneficina tra
quanti disperatamente
cercavano una via di scampo.
L’elenco
delle tragedie sul mare, purtroppo, non è ancora
terminato. Nel febbraio del 1944, nelle
acque dell’Egeo, altre due gravi
catastrofi colpirono le navi che
trasportavano i prigionieri italiani. L’8
febbraio la nave Petrella, partita
alle ore 6.30 dalla base di Suda (Creta) alla volta del Pireo venne
silurata
dal sommergibile inglese Portsman. Aveva a bordo, oltre ai militari
tedeschi e uomini dell’equipaggio, 3173 prigionieri
italiani, quasi tutti provenienti dai campi di concentramento di
Mastamba. Mentre
sul luogo del disastro stavano accorrendo alcuni mezzi di salvataggio,
la nave
venne colpita da un secondo siluro e alle 11.30 si inabissò.
I tedeschi impedirono agli italiani di
raggiungere il ponte di coperta lanciando nella stiva bombe a mano che
provocarono un’immane carneficina. Solo quando tutto il
personale tedesco fu
tratto in salvo, «gli internati rimasti
illesi ebbero la possibilità di buttarsi in mare, ma anche
in acqua sarebbero
stati bersagliati da raffiche di armi automatiche».
Molti
italiani devono la vita ai greci che in gran numero giunsero in loro
soccorso.
Gli abitanti dell’isola hanno
raccontato che per giorni la risacca portò sulla spiaggia di
La Canea decine e
decine di corpi cui i frati del luogo diedero sepoltura. Secondo i dati
della Wehrmacht, dei 3.173 italiani che si
trovavano a bordo si salvarono solo in 527. Nell’affondamento
del Petrella,
quindi, persero la vita 2.670 italiani, cifra che nelle fonti italiane
sale a
oltre 4.000.
Un
altro incidente sul mare
si verifica pochi giorni dopo, nella
notte tra l’11 e il 12 febbraio 1944,
sul piroscafo
Oria
(3.000 tonnellate di stazza), salpato da Rodi Egeo alla volta di Atene:
vi erano imbarcati 4.190
prigionieri italiani e 30 soldati tedeschi addetti alla sorveglianza
(Cifre registrate l’11
febbraio 1944 nel diario di guerra della divisione d’assalto
Rodhos - Ba-Ma. RH 26-1007).
La
nave
scortata da tre
torpediniere prese il largo alle ore 17.40, nonostante le avverse
condizioni
meteorologiche. Verso le 18.00 scoppiò una violenta burrasca
al
largo di Capo
Sounion (Attica). Il capitano della
nave, pur avendo ricevuto l’ordine dal comandante del
convoglio
di accostare
verso ovest, per motivi sconosciuti continuò la rotta verso
nord. A circa 25
miglia dal porto del Pireo il mercantile, a causa
dell’infuriare
del fortunale,
andò ad infrangersi sulla scogliera sud-orientale
dell’isola di Gaidouronisi (oggi
Patroklou). Nonostante i segnali di soccorso inviati
dall’Oria,
le tre torpediniere di scorta continuarono a dirigersi verso il Pireo,
dove giunsero tra le
22.00 e le 24.00 del 12 febbraio. E solo alle 23.30 venne
data la
notizia dell’incidente all’ammiraglio
Lange, responsabile dei trasporti marittimi dell’area
dell’Egeo, sottraendo così ore preziose alle
operazioni di soccorso che, iniziate tra il 13 e 14 febbraio quando
ormai la
furia del mare aveva spezzato la nave e capovolto la poppa, riuscirono
a recuperare solo pochi superstiti. Le
stime sulle perdite
sono contraddittorie. Secondo i dati forniti dall’ammiraglio
Lange si salvarono
22 tedeschi, 2 membri dell’equipaggio e 11 prigionieri
italiani,
i quali furono
trasportati ad Atene e successivamente deportati in prigionia; in base
alle
testimonianze dei superstiti italiani, gli internati sopravvissuti
furono 21; per
la direzione dei trasporti del Pireo, invece, il numero dei
prigionieri
scampati al naufragio salirebbe a 49 unità.
Nel
2010 Luciano De Donno, responsabile del Gruppo di studi e
ricerca relitti “Submarina” di Lecce è
stato anche promotore, insieme a Telis
Zervoudis, della prima spedizione italiana nelle acque
dell’isola di Patroklou,
dove è affondata la nave “Oria”. Questi
provetti organizzatori di spedizioni
subacquee, nonché appassionati di storia, scandagliando i
fondali marini sono
riusciti a documentare con immagini fotografiche e filmati il
relitto della nave e a recuperare molti
oggetti appartenuti ai nostri militari. Ma soprattutto sono riusciuti a
far
riemergere la memoria di tanti ragazzi sfortunati, che nel fiore degli
anni
hanno concluso tragicamente la loro vita in fondo al mare.
Fonti
consultate:
Mario
Torsiello, Le operazioni delle unità
italiane nel settembre-ottobre 1943, Ufficio Storico dello SME, 1975)
Gerhard
Schreiber, I militari italiani internati nei Lager del
Terzo Reich 1943-1945” , Ed. USSME,1992
H.
F. Meyer, Blutiges Edelweiss, C.H. Links Verlag (Maria
Schiena)
pubb
5/03/18 |
Il
Giorno della Memoria (Verona 26 gennaio 2018)
La Sezione di Verona, con il presidente
Claudio Toninel ed il socio ordinario Fausto Tosi, ha partecipato
attivamente
alla cerimonia ufficiale ed al programma delle celebrazioni a ricordo
della
liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio
1945.
Il
programma della giornata, organizzata
dal Comune di Verona e dalla Prefettura di Verona, si è
svolto con la
deposizione delle corone di alloro presso il monumento ai Deportati,
sito in
Piazza Bra e successivamente con una commovente Cerimonia
commemorativa,
nell’Auditorium del Palazzo della Gran Guardia,
sito nella stessa centralissima
Piazza Bra.
I
rappresentanti ANDA di Verona, con il
labaro della Sezione, sono intervenuti ad entrambi i momenti, che si
sono
svolti nel corso della mattinata e successivamente, nel pomeriggio
dello stesso
giorno, hanno prestato servizio di assistenza e di controllo, presso il
“Carro
della Shoah”, uno dei tanti carri merci, tristemente
utilizzati, dal 1943 al
1945, per il trasporto dei cittadini ebrei italiani, nei campi di
sterminio
tedeschi.
Il “Carro”
è stato posizionato in Piazza
Bra, dal 22 al 28 gennaio e tutte le Associazioni veronesi
Combattentistiche,
d’Arma e della Resistenza, si sono organizzate con un fitto
calendario di
interventi per l’assistenza ai numerosissimi visitatori,
nonché al controllo ed
alla vigilanza del luogo.
(Claudio
Toninel)
pubb 27/01/18
|
L'amico
Carlo
Bolpin, presidente della sezione "Padova Venezia" della nostra
Associazione, ci segnala questa mail: " Salve! Sono Olimpia Peroni,
studentessa della Ca' Foscari.
Ho
partecipato
all'incontro del 17 gennaio all'Auditorium di Santa Margherita e ne
sono rimasta così estasiata che ho voluto fare un articolo
per
la testata per cui scrivo, itVenezia
Ve lo
mando, spero sia di vostro gradimento,
tanti
saluti!
La redazione non può non pubblicarlo sul nostro sito. Brava
Olimpia.
Soldati 1943 a Ca’
Foscari: resistenza e oblio
Di
Olimpia Peroni
58 anni
di silenzio.
Marzo
2001, il Presidente della Repubblica Carlo Ciampi rende celebri le
gesta eroiche dei soldati italiani nelle isole di Corfù e
Cefalonia:
“Decisero
di non cedere le armi. Preferirono combattere e morire per la patria.
Tennero fede al giuramento.”
Fu quel
giorno di marzo e furono queste parole ad evitare che i caduti del 1943
scivolassero nell’oblio.
17
gennaio 2018
Auditorium di Santa Margherita: le associazioni IVESER e Associazione
Testimoni Divisione Acqui in collaborazione con
l’università Ca’ Foscari e il Comune di
Venezia,
hanno presentano un documentario atto a non far morire il ricordo e a
far rivivere le voci di coloro che per troppi decenni si sono sentiti
abbandonati da quello stesso paese per cui diedero la vita.
Perchè
eroi?
La loro
resistenza
fu il primo gesto di libertà per ricostruire
un’idea di
patria mandata allo sfascio dal fascismo. Ancora facciamo fatica a
pensare come, perché e in che modo quei soldati abbiano
potuto
elaborare volontariamente un rifiuto a quella stessa ideologia fascista
e nazista con cui erano stati indottrinati fin da bambini.
Ecco
perché
l’esperienza di Corfù e Cefalonia è
degna di essere
ricordata come probabilmente una delle più forti, libere e
potenti prese di coscienza della storia nella Nazione italiana.
Il
fatto.
“Da
quando mio
padre tornò dalla prigionia, lasciava sempre il cancello di
casa
aperto così che potesse entrare chiunque ha vissuto quella
condizione dal quale lui fu salvato. Non si poteva dire di no a
qualcuno che doveva entrare.” Il figlio di un reduce.
“Di
noi non si ricorda nessuno” Ex soldato di Corfù
tornato in Italia dai campi di prigionia.
La vita
nelle isole
trascorreva serena “ La vita qui trascorre bucolica tra aria,
sole e tuffi ” (lettera di un soldato alla moglie), e
nonostante
il clima di occupazione si era andato formandosi un rapporto di
civiltà e amicizia tra le truppe italiane e gli abitanti
greci.
Come
ricorda un
testimone, in pochissimi sapevano utilizzare un’arma, anche
solo
caricare una mitraglia. Venivano dei giovani a insegnarglielo.
In quel
clima, che ben poco ha a che vedere con la guerra, nascevano spesso
storie d’amore.
8 settembre 1943
Dopo la
caduta di
Mussolini nel 25 luglio del 1943 il nuovo governo del maresciallo
Badoglio firmò l’8 settembre
l’armistizio con gli
anglo-americani. Tutti erano felici perché credevano che la
guerra fosse finita e si potesse tornare a casa.
“Ragazzi
la guerra non è finita, la cominceremo domani noi la
guerra”
L’alleanza
segna la fine dei rapporti con la Germania.
Nessuna
specifica
direttiva viene data ai comandanti degli eserciti, che si ritrovano a
dover fronteggiare da soli i soldati tedeschi.
Le
opzioni erano tre:
–
allearsi con i tedeschi
–
cedere le armi ai tedeschi
–
resistenza
L’11
settembre
i tedeschi mandano un ultimatum alle due isole. A Cefalonia il generale
Gandin ordina di aprire il fuoco, appoggiato dalla stragrande
maggioranza dei soldati italiani.
Non
vennero aiuti da
Roma nè da Londra. Gli italiani erano di più, ma
i
tedeschi godevano di artiglieria pesante e soprattutto di caccia aerei.
Alcuni
ufficiali
volevano cedere le armi per tornare a casa, ma tutto il resto della
Divisione Acqui no. Nessuno voleva arrendersi, il rifiuto era generale.
Si voleva resistere, e combattono e resistono dal 15 al 22 settembre.
“Ce
li ho ancora nelle orecchie i rumori, diventavi matto solo a
sentirli”
“E’
indescrivibile il panico”
Il 22
settembre viene firmata una resa che vide gli italiani cedere le armi
“senza
arma per difendermi mi sentivo come se mi venisse detto di spogliarmi
mentre fuori nevica”.
Secondo
i codici di
guerra, dopo una resa, non si possono uccidere i prigionieri: i
tedeschi cominciarono a uccidere a sangue freddo anche coloro che si
erano arresi.
In 600
li avevano
messi su un campo dicendo loro di correre dall’altro lato per
raggiungere le provviste. Loro affamati cominciarono a correre, e
vennero tutti fucilati alle spalle.
26
settembre 15:30 gli italiani a corfù si arrendono.
“Vidi calare
giù dalla
fortezza la bandiera italiana, e tirare su quella bianca”
Si
contano più di 10.000 caduti tra soldati e
ufficiali, nelle isole o nei campi di prigionia tedeschi.
Alcune
navi in cui vennero imbarcati i prigionieri finirono esplose su banchi
di mine in mare a 3 km dalla costa.
“Se
solo anche voi lo aveste visto, quante teste che gridavano
aiuto”
Abituati
alla pace
È
fondamentale che ciò sia tramandato ai giovani di oggi
poiché sono ormai abituati alla pace. Se da un lato sono i
più distanti dall’esperienza della storia,
dall’altro hanno una visione più critica di
ciò che
è successo.
Hanno
le ragioni, le
idee, e tutti gli strumenti necessari per crearsi una coscienza
personale e fondante sugli esempi di libertà che la nostra
storia ci offre. Come quelli di Cefalonia e Corfù.
Affinchè
il
“mai più” non sia un mero auspicio
retorico e che
l’ignoranza riguardo la nostra storia non ci faccia scivolare
in
un flusso incontrollabile di eventi ed emozioni pericolose.
Olimpia Peroni
Autore:
Olimpia Peroni
19
anni, studentessa
di lettere alla Ca’ Foscari. Osservo, leggo, recito, ascolto
musica e persone, tra una cosa e l’altra scrivo storie e rime
per
costruirmi una certa idea di mondo.
http://venezia.italiani.it/soldati-1943-ca-foscari-resistenza-oblio/
|
“Scudi di
San Martino”
Firenze: sabato 11 novembre,
nel fiorentino Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, il presidente
della sezione
di Firenze della Divisione Acqui,
Valerio Mariotti e la vicepresidente Elisabetta Giudrinetti hanno
presenziato
ufficialmente alla XXXIV cerimonia di consegna dei riconoscimenti che
l’Istituto Scudi di san Martino
tributa a
persone che si sono contraddistinte per una generosa azione nei
confronti degli
altri.
Molti i messaggi
augurali
pervenuti al commendator Roberto Lupi, fondatore e presidente
dell’Istituto
Scudi di san Martino, nonché socio della sezione Divisione Acqui di Firenze, tra cui
quello del presidente del
Senato Pietro Grasso, del ministro della Difesa Roberta Pinotti e del
ministro
degli Interni Marco Minniti, letti all’apertura della
cerimonia.
Particolarmente
gradito anche il messaggio del vicesindaco di Cefalonia, Evangelos
Kekatos, che
lo scorso anno ritirò il riconoscimento, assegnato al comune
di Cefalonia, per
il comportamento solidale dei cefaloniti nei confronti dei soldati
italiani, di
stanza sull’isola, nelle tragiche settimane che seguirono
l’8 settembre 1943.
Municipality of
Kefalonia Island – Greece
Argostoli,
9 November2017
Alla
c.a. dottor Roberto
Lupi
presidente Istituto
Scudi di san Martino
Caro
dottor
Lupi,
carissimo
Roberto,
ancora una volta desidero ringraziarla per
l’intensa ed emozionante esperienza dello scorso anno, nella
meravigliosa Sala,
ammirata in tutto il mondo, in cui vi state trovando adesso.
In
quell’occasione, accettai
con grande onore, da parte del Comune di Cefalonia, la vostra gentile
generosità di offrirci lo Speciale Riconoscimento degli
Scudi di san Martino,
ricordando il comportamento solidale degli abitanti di Cefalonia nei
confronti
dei soldati italiani della Divisione Acqui nel 1943, al fine di
sottolineare ed
enfatizzare che la Solidarietà è certamente una
delle più importanti qualità
umane.
Siamo
molto orgogliosi del
nostro Riconoscimento, così significativo per la nostra
Isola, perché sempre ci
ricorda e ci permette di ricordare i valori fondanti dei nostri Padri,
costituendo un costante insegnamento per i nostri Figli,
affinché la Solidarietà
possa essere sempre il miglior faro e la più efficace
bussola per guidare la
nostra vita.
Il
Comune di Cefalonia,
attraverso me, è onorato di augurare a lei, ai componenti
della Commissione, ai
Premiati, al pubblico presente nel Salone dei Cinquecento, il miglior
successo
anche in questa edizione, pregandovi di sentirci vicini,
perché tutti voi siete
nei nostri cuori!
Con
i più cari saluti,
Evangelos
Kekatos
vice sindaco di Cefalonia
nella
foto:
Valerio
Mariotti e Elisabetta Giudrinetti
pubb 01/12/17
|
Mostra fotografica dell’Eccidio della Divisione Acqui
Bovolone (VR) -
Oratorio San Biagio – dal 28 ottobre al 5 novembre 2017
L’antica
chiesa di San Biagio, Fermo e Rustico, risalente al XII°
secolo,
ora “Oratorio San Biagio”, in pieno centro di
Bovolone, in
provincia di Verona, in occasione della ricorrenza del prossimo 4
novembre, “Festa delle Forze Armate”, ha rievocato
i
tragici fatti dell’Eccidio della Divisione Acqui, nelle isole
greche di Cefalonia e Corfù, nel settembre di guerra del
1943.
Il “Centro Studi e Ricerche della Pianura Veronese”
e la
Sezione di Verona, dell’Associazione Nazionale Divisione
Acqui,
hanno infatti allestito l’itinerante mostra fotografica
denominata “La scelta della Divisione Acqui a Cefalonia e
Corfù nel settembre 1943”, composta da 23
pannelli, ricchi
di fotografie e descrizioni, che ricostruiscono l’epopea della
Divisione Acqui, dalla sua costituzione, al tragico epilogo con
l’Eccidio di migliaia di soldati, sottufficiali e ufficiali,
messo in atto da parte dei soldati regolari dell’esercito
tedesco.
Per presentare l’evento, realizzato con il patrocinio del
Comune
di Bovolone, sabato 28 ottobre u.s., è stata organizzata una
toccante cerimonia di inaugurazione, alla quale hanno partecipato il
vice presidente della Provincia di Verona, Pino Caldana,
l’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Bovolone,
Nadia Cortiana e monsignor Giorgio Marchesi, parroco di Bovolone, che
ha cortesemente messo a disposizione l’antico e prezioso
Oratorio
parrocchiale di San Biagio. Protagonista della giornata è
stato
però il novantaseienne “Nonno
Reduce Acqui”, Umberto
Ferro, che nei giorni di quel tragico avvenimento di guerra, si
trovava a Cefalonia, con il 17° fanteria e come altri
pochi
soldati
italiani, è miracolosamente scampato alla strage ed ha
raccontato, con non poca commozione, alcuni momenti vissuti
sull’isola greca e la successiva triste esperienza fatta nei
campi di lavoro e di concentramento nella ex Jugoslavia.
Nel
corso
dell’incontro sono stati proiettati due filmati rievocativi
dei
fatti che hanno coinvolto la Divisione Acqui, nella seconda guerra
mondiale, dalla guerra contro la Grecia, all’occupazione
delle
isole ioniche, fino al tragico epilogo dell’Eccidio di massa
dei
suoi reparti.
Promotori
ed animatori dell’iniziativa, Claudio Toninel, vice
presidente
nazionale e presidente della Sezione di Verona,
dell’Associazione
Nazionale Divisione Acqui e Sante Patuzzo,
presidente del Centro Studi
e Ricerche, con interventi e testimonianze di Faustino
Tosi, Renato De
Paoli, Maggiorino Vincenzi e la presenza in uniforme storica da fante
della Divisione Acqui, del giovane storico Umberto Fantò,
che ha
fatto commuovere nonno Umberto Ferro, alla vista della divisa
grigio-verde che indossava 74 anni fa a Cefalonia.
La mostra, gentilmente messa a disposizione da Orazio Pavignani,
presidente dalla Sezione Acqui di Bologna, è stata aperta da
sabato 28 ottobre, fino a domenica 5 novembre. (Claudio Toninel)
Per altre info: centrostudibovolone@gmail.com –
www.centrostudibovolone.it.
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MONASTERO
BORMIDA “IL VALORE DI UN RICORDO” 5 NOVEMBRE 2017
Con
la partecipazione di parlamentari piemontesi, e liguri,
autorità
religiose, politiche e militari, a livello apicale, amministratori di
Comuni dell'Acquese e di quello di Albisola Superiore, rappresentanti
di numerose associazioni combattentistiche, d'Arma e di
servizio
civile, con i propri gonfaloni e bandiere, associazioni culturali
piemontesi e liguri, rappresentanti della stampa piemontese e ligure,
cittadini di Monastero Bormida e di altre località
dell'Astigiano, si é svolta Domenica 5 Novembre, a Monastero
Bormida, la manifestazione intitolata “Il valore di un
Ricordo” in omaggio ai Caduti della Divisione
“Acqui”
e dei Caduti di tutte le guerre, organizzata dall'Amministrazione
comunale e promossa dal “Centro XXV Aprile”, con
sedi a
Savona, Albisola, Bubbio. In considerazione della calda accoglienza e
della nutrita partecipazione, si può dire che è
valsa
pena fare un viaggio di più di trecento chilometri per
partecipare a questo evento; il tutto poi svoltosi nelle sale
all’interno del castello medievale che più di
mille anni
fa era un monastero di suore. Al mattino, nel salone del castello, sede
del Comune, é stato inaugurato il monumento ai Caduti della
Divisione “Acqui”, costituito da un grande tondo in
ceramica, intitolato appunto “Il valore di un
Ricordo”, opera degli artisti-ceramisti albisolesi
Paolo
Giallombardo e Cinzia Astaldi, ispirato al disegno “Ai Caduti
della Divisione “Acqui” dell'artista piemontese
Claudio
Zunino. Il
sindaco di Monastero Bormida, Ambrogio Spiota, ha introdotto l'incontro
illustrandone le ragioni ed il significato. In riferimento
all’evento, il presidente del “Centro XXV
Aprile”,
Antonio Rossello, ha ricordato l'antico rapporto esistente tra la
Valbormida e la riviera ligure, ricordando il compianto Vicepresidente
Nazionale della FIVL Lelio Speranza. Poi la signora Isolina
Mosca, di Monastero Bormida, in qualità di madrina, ha tolto
il
velo che ricopriva il monumento in ceramica. A quel punto della
cerimonia, davanti al monumento, i nomi dei Caduti soldato Ottavio
Ferraris, classe 1923, di Monastero Bormida, e soldato Enrico Saettone,
classe 1924, di Albisola Superiore, entrambi appartenenti al
18°
Reggimento Fanteria della Divisione “Acqui”, sono
stati
ricordati alla presenza dei loro nipoti Giovanni Ferraris
e Clara
Saettone. Furono 23 i Caduti della “Acqui” nati in
provincia di Asti e 13 quelli nati in provincia di Savona.
Il Prefetto di Asti, Paolo Formicola, ha esortato i presenti a
coltivare la memoria dei Caduti, “esempio di adempimento del
dovere”. E' seguita la chiamata davanti all'opera degli
artisti
Astaldi, Giallombardo e Zunino. Il critico d'arte e studioso
della
Resistenza Federico Marzinot ha parlato della loro attività
ed
illustrato gli aspetti tecnici ed i contenuti dell'opera “Il
valore di un Ricordo”, raffigurante un Caduto in divisa
sorretto
da una donna ed un ufficiale con lo sguardo rivolto verso
l'alto,
a significare la speranza d'una riscossa dell'Italia attraverso la
Resistenza, che, ad opera dei militari, ebbe appunto uno dei suoi primi episodi a Cefalonia ed a
Corfù.
Finita
la prima parte degli interventi ci siamo tutti spostati nella chiesa
parrocchiale di Santa Giulia per la messa in suffragio dei caduti,
durante la quale, dopo l’eucarestia, ho letto la preghiera
della
Divisione di fanteria da montagna Acqui, Dopo l'ascolto della Santa
Messa, siamo tornati nel salone del castello. I giovani
alunni
della scuola primaria “A. Monti”, di Monastero
Bormida,
hanno eseguito canti e letture di pace e di speranza. Luigina
Balaclava, vice Presidente del “Centro XXV Aprile”,
ha
portato il saluto del presidente della Federazione Italiana Volontari
della Libertà-FIVL, Francesco Tessarolo. Sono
stati letti
anche i saluti di Elisa Gallo, presidente della Sezione di Bubbio del
“Centro XV Aprile” e di Marco Albarello, presidente
della
Sezione dell'ANPI della Valbormida. Hanno poi parlato Elisabetta
Favetta, Presidente dell'Associazione "Pertini" e il Consigliere
delegato di Albisola Superiore Marino Baccino. È
stato poi
il mio turno e dopo essermi compiaciuto per l'ampia
partecipazione all'evento, ho ricordato il grande sacrificio, a
Cefalonia ed a Corfù, dei nostri soldati, ed ho letto un
breve
discorso che mi ero preparato e che vi riferisco:” Buongiorno
a tutti, mi chiamo Orazio Pavignani e sono, oltre che figlio di un
reduce di Cefalonia, un consigliere della Giunta Esecutiva Nazionale.
In virtù di questo ruolo, a nome dell’Associazione
Nazionale Divisione Acqui saluto e ringrazio Il signor Sindaco del
Comune di Monastero
Bormida, Ambrogio Spiota e il presidente del Centro XXV Aprile di
Savona, Antonio Rossello, che in qualità di organizzatori,
ci
hanno invitato a questa splendida iniziativa. Porgo un
caloroso
saluto anche a tutte le autorità civili e militari presenti
in
questa preziosa giornata. Inoltre rivolgo a voi tutti, i saluti della
nostra Presidente Nazionale, Graziella Bettini, che si scusa per non
essere qui, per motivi di salute, ma che avrebbe voluto tanto esserci e
comunque vi è grata per questa celebrazione. A nome
dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui, ringrazio anche
gli
autori Albisolesi, Cinzia Astaldi e Paolo Giallombardo per la
realizzazione della splendida opera che porta in se tutti i valori per
i quali i caduti della Divisione Acqui, e tutti i caduti per la
libertà, hanno sacrificato le loro vite affinchè
gli
stessi valori potessero giungere a noi. Emblematiche sono le figure
ritratte in quest’opera, su proposta dell’artista
Claudio
Zunino: il Caduto, il Ferito e la Donna soccorritrice. Il caduto e il
ferito ci ricordano, il grande sacrificio dei nostri soldati, che per
non piegarsi alle pretese tedesche si difesero strenuamente da quelle
imposizioni e soprattutto difesero la loro dignità di essere
Italiani e il giuramento, fatto a quel re, che così
ignobilmente
li tradì abbandonandoli, privi di direttive, al loro destino
nelle terre d’oltremare. Tuttavia, pur abbandonati,
iniziarono
quello che fu il primo atto di resistenza contro i tedeschi da parte
dell’esercito regolare, dopo l’8 settembre
1943.
Questo
atto di resistenza fu riconosciuto e confermato nel 2001 dal Presidente
della Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi, durante la sua visita ufficiale in terra di Cefalonia:
“«La loro scelta consapevole fu il primo atto della
Resistenza, di un' Italia libera dal fascismo».
Infatti il 13 settembre 1943 fu proprio il Colonnello, Luigi Lusignani,
comandante il presidio dell’isola di Corfù a
respingere le
richieste di resa e di deposizione delle armi fattagli dai tedeschi,
ribadendo loro, che erano gli Italiani al comando di quel presidio e
che non avrebbero accettato nessuna ingerenza di parte tedesca. Lui,
come tanti Ufficiali e soldati della Divisione Acqui, pagò
la
sua scelta con la morte.
Ma tornando all’opera che stiamo inaugurando, vediamo che in
essa, si fa luce la figura della Donna, splendida e inimitabile icona
dell’immenso coraggio e del grande istinto materno.
Infatti. Durante le battaglie e mentre si verificavano le
stragi
da parte dei Tedeschi, nelle isole Ionie di Cefalonia e
Corfù,
molti soldati italiani riuscirono a fuggire nascondendosi
nei posti più reconditi. Per la salvezza di questi nostri
soldati giocò un ruolo fondamentale la popolazione greca
che,
sia in quelle isole, come sul continente, aiutò come meglio
poteva i fuggiaschi italiani a rischio della propria vita e di quella
dei propri famigliari. Molte sono le testimonianze di
solidarietà del popolo greco, che rappresentano
emblematicamente
il coraggio e l’umano amore delle persone semplici che di
fronte
alla disperazione e alla fame non guardarono più alla
nazionalità, alla razza e rischiarono la loro vita
dimenticandosi che eravamo stati loro nemici. In molte testimonianze
risalta la figura della donna con il proprio istinto materno, il quale
fu più forte della paura della morte. Lo conferma la signora
Bakopanos che accolse un soldato Italiano nella propria casa e i suoi
figli per paura dei Tedeschi cercarono di dissuaderla dal farlo, ma lei
disse loro: “L o faccio perché penso a sua madre
che lo
aspetta a casa”.
Per questi nobili valori, per la loro divulgazione siamo grati a questa
Comunità che ha dato vita a questa nuova, importante Pietra
Miliare atta a rinforzare e a diffondere la Memoria, lungo la Strada
del Tempo"
Compiacendosi per l'ampia partecipazione
all'evento. Il senatore Adriano Icardi ha rievocato con commozione la
sua visita alle isole di Cefalonia e Corfù, luoghi
dell'eccidio
della Divisione “Acqui”, nel settembre del '43, ad
opera
dei tedeschi. L'on. Anna Giacobbe, parlamentare ligure, ha evidenziato,
poi, che l'impari lotta della “Acqui” contro i
tedeschi,
uno dei primi episodi della Resistenza, ha costituito un momento
fondante della nostra democrazia. E’ avvenuta quindi la
cerimonia, nella piazza del Mercato, degli onori ai Caduti e
della benedizione del loro monumento da parte del diacono (ed
ex-generale dell'Arma dei Carabinieri) Giambattista Giacchero, in bella
vista il gonfalone principale e numerosi vessilli tra cui quelli delle
Associazioni: Divisione Acqui, Alpini (Sezioni di Acqui Terme, Asti e
Savona), Carabinieri, FIVL e quelli della Croce Rossa e della
Protezione civile locali. Dopo il pranzo offerto dal Gruppo
alpini Monastero Bormida, vista l’ora, sono dovuto ripartire,
ma
la manifestazione è continuata con la presentazione del Sen.
Adriano Icardi del libro dedicato alla vera storia del partigiano
Silvio Bonfante di Oneglia, “Il coraggio di Cion”
scritto
dal giornalista ligure Daniele la Corte. La giornata si é
conclusa con l'introduzione da parte del sindaco Spiota dell'importante
mostra, allestita nei sotterranei dal castello, di oltre
quaranta
opere di Claudio Zunino, autore del disegno “Ai Caduti della
Divisione “Acqui” - caratterizzato da con un segno
dalle
linee classiche e con l'opera pervasa da un forte ritmo - che ha
ispirato “Il valore di un Ricordo" (Orazio Pavignani 11/09/17).
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Premio Acqui Storia 2017
Si
è tenuta sabato 21 ottobre ad Acqui Terme la premiazione
della
50^ edizione del Premio Acqui Storia. Il premio fu istituito nel 1968,
come dice la formula ufficiale, “per ravvivare e onorare il
ricordo della Divisione Acqui e del suo sacrificio, consumatosi nel
settembre 1943 nelle isole ioniche di Cefalonia e Corfù, ma
anche per diffondere la consapevolezza che la ricerca storica
è
uno dei fondamenti del progresso morale, culturale e sociale della
nazione.”
Annualmente
vengono
premiati i volumi che una giuria popolare, prima, e una giuria di
esperti, poi, ritengono i migliori dell’anno
nell’ambito
scientifico, divulgativo e del romanzo storico. Vi sono poi, di anno in
anno, altri premi assegnati a personaggi individuati come
“Testimoni del tempo”.
Quest’anno,
grazie alla costanza e alla pazienza di Tiziano Zanisi, nostro
consigliere delegato a tenere i rapporti con Premio, sempre sostenuto
dalla nostra presidente Graziella Bettini, siamo riusciti ad ottenere
nuovamente in forma ufficiale anche la premiazione di uno dei nostri
superstiti, che è stato individuato in Gino Marchesin
residente
a La Salute di Livenza (VE).
Poiché
la
sera della premiazione Zanisi era contemporaneamente in missione a
Corfù insieme a Fabrizio Prada e alla delegazione della
città di Parma, la presidente nazionale ha designato me a
rappresentare l’Associazione e ad accompagnare Gino in
occasione
della serata di premiazione. Le righe che seguono sono la relazione
della serata, così come l’abbiamo vissuta.
Arriviamo,
dunque,
Gino Marchesin, le figlie Paola ed Erika ed io, ad Acqui Terme prima
delle 17, in perfetto orario per la cerimonia, nonostante la giornata
un po’ nebbiosa. Entrando al teatro Ariston, sede della
premiazione, noto subito una differenza rispetto al passate occasioni
in cui era stato possibile portare un nostro superstite qua ad Acqui.
Gino, infatti, viene fatto sedere, non in mezzo al pubblico, come era
avvenuto negli anni scorsi, bensì nella poltrona
d’onore,
la prima della prima fila. E noi tre subito dietro. Pian piano la sala
si va riempiendo di premiati, di autorità, di pubblico. Si
deve
essere divulgata la notizia della presenza del superstite,
perché le televisioni locali, mentre si attende
l’inizio,
chiedono di registrare un intervento sia suo che mio come
accompagnatore, e lo stesso fanno i cronisti locali. Il sindaco, poi,
Lorenzo Lucchini, neo eletto a giugno, appena arriva in teatro va
immediatamente a salutare Gino, prima ancora che gli altri premiati.
Si
inizia: il
presentatore è Roberto Giacobbo, giornalista Rai che conduce
il
programma “Voyager”. Il primo saluto è
del dott.
Carlo Sburlati, “regista” del premio, il quale nel
sottolineare come sotto la sua direzione il premio sia cresciuto negli
anni, ricorda anche come quest’anno si sia tornati a parlare
di
Divisione Acqui, grazie al libro “Cefalonia” di
Elena Aga
Rossi, che è risultato il più votato dalla giuria
popolare, e che a suo dire ha fatto luce su vari aspetti, tra cui il
numero dei caduti che non è di 5000 solo a Cefalonia, come
erroneamente riportato sulle lapidi del monumento, bensì di
2500
circa in totale, come da tempo so-stenuto dall’avv. Filippini
e
da altri autori.
Segue
l’intervento del sindaco Lucchini, il quale una volta portati
i
saluti di rito, offre una pronta risposta all’interlocutore
precedente confermando che a breve si terrà un convegno per
discutere in modo scientifico della vicenda della Divisione Acqui e
affermando che, per quel che riguarda i caduti, non è
questione
di numeri, ma quel che conta è come e per cosa sono morti
quegli
uomini dell’Acqui e per questo è lui personalmente
a
chiamare sul palco Gino Marchesin, per rendere omaggio tramite lui a
tutti i combattenti della Divisione Acqui.
Prendo
Gino sotto
braccio e saliamo sul palco. Gino, vistosamente commosso, prende il
piatto d’argento del premio e poi veniamo invitati da
Giacobbo a
sederci sui divanetti delle interviste. È evidente che
c’è empatia tra il giornalista e Gino, non solo
nei
dialoghi che tutti possono udire, ma anche in quelli sottovoce tra i
due. Gino racconta la sua esperienza di Corfù, con
l’arrivo assieme ai reparti del col. Bettini,
il primo bombardamento, l’incendio della città, le
iniziali battaglie vittoriose, fino alla resa. Domina il silenzio; dal
palco la sala appare buia, ma si avverte l’attenzione
generale.
Tocca a me: espongo la vicenda dell’Acqui nei suoi tratti
essenziali e i valori che l’Associazione vuole rappresentare.
Riprende la parola Gino per raccontare del bombardamento alleato sul
campo di aviazione in cui era prigioniero a Corfù. Facciamo
omaggio a Giacobbo delle memorie di Gino: il giornalista chiede la
dedica, mostra il volume, scandisce il titolo “Io schiavo di
Hitler”, editore Nuova Dimensione. “È un
libro che
dovete leggere!” afferma e lo presenta come se fosse uno dei
libri premiati nella serata. L’umanità, il pathos
di Gino
hanno reso presenti anche tutti i suoi compagni d’arme. Il
pubblico, i premiati, le autorità in piedi applaudono Gino a
lungo, in sostanza applaudono l’Acqui. E a me in questo
momento
viene in mente la testardaggine di Graziella e Tiziano a tenere accessi
i rapporti col Premio, anche quando dal comune non c’era
corrispondenza e al nostro interno c’erano
perplessità.
Scendiamo dal palco e Giacobbo afferma: “Ora potremmo anche
chiudere la serata”, per dire che è già
stato
realizzato ciò per cui il premio è stato
istituito.
Invece,
in modo meno
enfatico degli anni scorsi, seguono le premiazioni e le interviste dei
premiati che risultano essere: per la sezione divulgativa la scrittrice
inglese Andrea Wulf con “L’invenzione della
natura”,
Luis Univ. Press; per il romanzo storico Roberto Roseano con
“L’ardito”, Itinera Progetti; per la
sezione
scientifica lo storico francese Hubert Heyriès con
“Italia
1866, Storia di una guerra perduta e vin-ta”, Il Mulino. In
proposito non possiamo dimenticare che proprio in questa sezione era
finalista il libro “Cefalonia” di Elena Aga Rossi.
Va detto
che il saggio dello storico francese è veramente una ricerca
ricca di novità e completa, su una tappa fondamentale del
risorgimento italiano e, quindi, ha vinto senza dubbio meritatamente,
non certo per pressioni esterne alla giuria.
Infine
come
“Testimoni del tempo” hanno ricevuto il premio il
giornalista Massimo Fini e gli ex mini-stri Nerio Nesi e Domenico
Fisichella.
Al
termine della serata tutti i premiati vengono richiamati sul palco.
Risaliamo anche noi, pian piano. Con eleganza istituzionale la nuova
amministrazione comunale, a sorpresa, conferisce un premio spe-ciale al
dott. Sburlati, che conclude la ultra decennale esperienza di
“patron” del Premio. Siamo alla fine e Giacobbo
chiede un
nuovo applauso finale, non per i premiati, ma ancora per Gino
Marchesin. E il pubblico si alza di nuovo in piedi. Gino è
confuso e felice.
La
cerimonia
è finita, gli altri premiati e parte del pubblico sfollano.
Solo
noi restiamo sul palco, non riusciamo a scendere: si avvicina il
sindaco, l’assessore alla cultura avv. Alessandra Terzolo,
altri
consiglieri comunali, tutti con un gesto di stima e di affetto verso
Gino. Sale la gente dalla sala per fare le foto con lui; tra gli altri
il comandante dei carabinieri. Alcuni giornalisti chiedono ulteriori
precisazioni sul suo racconto. Tanti giovani, anche: una ragazza si
avvicina per dirgli che si è laureata con una tesi sugli IMI
e
sen-tendolo le sono venute le lacrime. In tanti chiedono il titolo
delle sue memorie per ordinare il libro in li-breria. Io parlo con
Roberto Giacobbo: ci accordiamo per l’invio di materiale per
un’eventuale puntata del suo programma
sull’esperienza
acquina a Corfù.
Si
avvicinano
nuovamente sindaco e assessore alla cultura e, a sorpresa, ci invitano
alla cena di gala del Premio. Gino, frastornato ma combattivo, decide
che si deve andare.
Durante
la cena numerosi sono coloro che ancora vengono al tavolo a parlare con
lui. Da me, invece, tornano sindaco, assessore e vice sindaco.
Concordiamo un appuntamento per metà novembre: intendono
coinvolgerci nella gestione del Premio dal prossimo anno, vogliono
organizzare un’iniziativa annuale anche a settembre in
occasione
della nostra ricorrenza, chiedono se Gino può tornare per
una
serata di testimonianza (facciamo presente la difficoltà
incontrata negli spostamenti, visti i suoi 94 anni, ma non si sa
mai..), confermano che l’incontro promesso al nostro Giovanni
Grassi troverà attuazione a breve. Emergono, dunque, varie
proposte di collaborazione tra la nuova amministrazione comunale e
l’Associazione, da verificare ed eventualmente da sviluppare.
Ci
alziamo senza
attendere la fine della cena per anticipare il ritorno. Io e le figlie
siamo già sulla porta, ma Gino, che era dietro di noi, non
c’è più. Dobbiamo ritornare a
richiamarlo:
nell’uscire lo hanno fermato ai tavoli, gli fanno domande e
lui
non si fa pregare a rispondere.
Finalmente
si parte.
Siamo a Cremona, dove la famiglia Marchesin pernotterà per
spezzare il viaggio fino a Venezia, ben dopo mezzanotte. E Gino,
sull’auto, è lì è
lì che ripete:
“Mai in vita mia avrei pensato una roba così!
(Giovanni
Scotti)
La lettera delle Figlie di Gino
Marchesin
Carissimi
Presidente nazionale, Graziella Bettini; Tiziano Zanisi;
Giovanni Scotti
Spett.
Redazione del Notiziario dell’Associazione Acqui.
E’
da qualche
giorno, ripensando alla serata del 21 ottobre ad Acqui Terme con Gino
Marchesin, che desideriamo ringraziarVi di cuore per quanto avete fatto
affinchè si realizzasse questa piccola-grande impresa!
Vi
siamo
riconoscenti per la preziosa occasione che avete dato, non solo a
nostro padre Gino e a noi sue figlie ma a tutti i presenti alla serata
del Premio Acqui Storia, di condivid-ere un’emozione forte e
profonda, legata al vivo ricordo che Gino, con i suoi 94 anni, ha di
quel pezzo di storia d’Italia a Corfù, vissuto
sulla sua
pelle e con i suoi compagni della Acqui che oggi non sono
più.
L’essere
stato
così calorosamente accolto e riconosciuto, con i lunghi
applausi
e i molti gesti di affetto delle Autorità cittadine, del
sensibile Presentatore e delle persone presenti in sala che a fine
serata lo hanno baciato, abbracciato, stretto... lo ha profondamente
com-mosso e così anche noi: è stato molto
più di
quanto potevamo immaginare, una sorpresa bellissima anche per tutta la
famiglia.
Grazie
a tutti per
l’accoglienza e per l’eccezionale
possibilità che
avete dato a Gino di ri-cevere un grande riconoscimento. La sua
soddisfazione è stata per noi una vera ricompensa a una
“impresa d’Onore” che fino a poche giorni
prima, come
si può immaginare per la dis-tanza e
l’età ardite,
sembrava impossibile.
Grazie
a tutti e in particolare a Giovanni Scotti che si è speso
affettuosamente per la ri-uscita di questo momento. Un abbraccio. Erika e Paola
Marchesin
|
A Lugagnano di Sona inaugurata la "Via Divisione Acqui"
Si
è tenuta, alle ore 11,00 di sabato 14 ottobre 2017,
l’inaugurazione della "Via Divisione Acqui", in zona
Mancalcqua,
a Lugagnano di Sona, in provincia di Verona.
Alla
bella cerimonia
hanno partecipato i due ultranovantenni "Nonni Reduci Acqui", Andrea
Gagliardi, di Lugagnano e Mario Mich, di Sona, pertanto entrambi
residenti nel Comune di Sona e il presidente della Sezione di Verona
della Divisione Aqui e vice presidente nazionale Claudio Toninel, che
ha portato il saluto del'ANDA e ha letto una "Lettera mai scritta", di
un soldato caduto a Cefalonia, sotto il fuoco della mitraglia tedesca.
I due
reduci hanno
recentemente portato la loro preziosa testimonianza nel corso di un
incontro, organizzato in Baita dagli Alpini di Lugagnano, proprio sulla
tragedia di Cefalonia.
A
rappresentare
l’Amministrazione comunale il Sindaco di Sona, Gianluigi
Mazzi,
il presidente del Consiglio Comunale, Roberto Merzi, che hanno
fortemente voluto l'intitolazione e l'inaugurazione ed hanno
ringraziato quanti hanno collaborato all'organizzazione della cerimonia.
Presenti
anche l’Assessore Catalano ed i Consiglieri Bellotti, Busatta
e
Moletta, quest'ultimo in rappresentanza inoltre della locale
Associazione Nazionale dei Fanti d'Italia.
A
benedire il taglio
del nastro e lo scoprimento del cartello stradale della "Via Divisione
Acqui" è intervenuto il Parroco di Lugagnano don Antonio
Sona.
I
residenti della
via, di nuova lottizzazione, hanno poi allietato gli oltre 100
cittadini lugagnanesi che sono intervenuti all’inaugurazione,
con
un ricco rinfresco e hanno proseguito i festeggiamenti fino a tardo
pomeriggio.
Lugagnano
è
in grande crescita ed è sempre pronto a far festa, ma senza
perdere l’occasione per ricordare il forte e doveroso legame
con
le nostre pagine di storie e il nostro passato. (Claudio Toninel)
Pubb 30/10/17
|
Siamo
stati
contattati dal giornalista di Rai Radio 1, Stefano Mensurati, il quale
ci ha comunicato che nello svolgimento di una ricerca sul campo, ha
rinvenuto un elenco corredato di schede di molti militari italiani
transitati per il lager 99 di Karaganda (Kazakhstan). Fra questi
risultavano 20 militari della Divisione Acqui.
Il
signor Mensurati
si è reso disponibile, qualora le famiglie di questi soldati
le
volessero, a fare avere loro le schede di questo passaggio in
prigionia dell'esercito russo.
Chi
fosse interessato può comunicarlo scrivendoci.
Soldati
della
Divisione Acqui
transitati
per il lag. 99 di Karaganda (Kazakhstan)
CAMPANALE
Giuseppe di
Domenico, nato a Ruvo di Puglia (BA) nel 1920 e ivi residente,
contadino. Div.
Acqui, 2° rgt., soldato semplice, catturato a 80 km a est di
Mogilov il 2.07.44
e trasferito al lager 186 il 26.01.46.
CICALONE Antonio
di
Michele, nato a Riccia (CB) nel 1914 e ivi residente, coltivatore
terriero.
Div. Acqui, 5° cp., soldato semplice, catturato a Minsk il
3.07.44 e trasferito
il 9.10.45 a Francoforte sull’Oder.
COLACCI Antonio
di
Michelangelo, nato ad Alessano (LE) nel 1923 e ivi residente,
contadino. Div. Acqui,
18° rgt., 2° btg., 3° cp., soldato semplice,
catturato a Minsk l’8.07.44 e
trasferito al lager 186 il 26.01.46.
DE SALVADORI Renato
di
Felice, nato ad Albettone (VI) nel 1920 e ivi residente, domestico.
Div. Acqui,
317° rgt., soldato semplice, catturato a Vilnius
l’8.07.44 e trasferito al
lager 26 il 27.01.45.
DEIANA
Giovanni di Luigi,
nato nel 1914 ad Ardauli (CA, oggi OR) e ivi residente, venditore di
vino. Div.
Acqui, 1° btg., soldato semplice, catturato a Minsk il 7.07.44,
trasferito al
lager 186 il 26.01.46.
DILDA Silvio
di Loreno (o
Aurelio, poco comprensibile), nato nel 1911 ad Anceledati
(così in cirillico,
senza provincia, località inesistente) e ivi residente, di
professione
contadino. Div. Acqui, 17° rgt., 1° btg., 4°
cp., caporale, catturato a Vilnius
il 7.06.44, trasferito al lager 186 il 26.01.46.
FERRO Carmelo
di Diego,
nato nel 1921 ad Agrigento e ivi residente, senza professione. Div.
Acqui, 317°
rgt., 3° btg., soldato semplice, catturato a Vilnius
l’ 1.06.44 e trasferito al
lager 186 il 26.01.46.
FIORINI
Roberto di Celso,
nato nel 1923 a Sant’Agata di Bologna (BO) e ivi residente,
senza professione.
Div. Acqui, 83° rgt. Art., 3° btg., 2° gruppo,
soldato semplice, catturato a
Vilnius l’8.7.44 e trasferito al lager 186 il 26.01.46.
FORESTI
Cataldo di
Giuseppe, nato nel 1923 a Prato allo Stelvio (BZ) e ivi residente,
autista.
Div. Acqui, 2° rgt., 1° btg., 5° cp., soldato
semplice, (mancano luogo e data
di cattura) trasferito all’ospedale 3171 il 23.10.44.
GENTILINI
Giuseppe di
Giulio, nato nel 1923 a Casola Valsenio (RA) e residente a Caserta,
contadino.
Div. Acqui, 17° rgt., 3° btg., 6° cp.,
catturato a Minsk il 3.07.44 e
trasferito al lager 186 il 26.01.46.
GIUSSANI Mario
di Romeo,
nato nel 1923 a Veduggio con Colzano (MI, oggi MB) e ivi residente,
calzolaio.
Div. Acqui, 27° rgt., 9°cp., soldato semplice,
catturato a Minsk il 6.09.44,
morto il 21.02.45 nel lager 99.
INGREMINO (cognome
però
inesistente) Rosario di Giovanni, nato nel 1921 a Comiso (RG) e ivi
residente,
contadino. Div. Acqui, 317° rgt., 3° btg., 11°
cp., soldato semplcie, catturato
a Minsk il 29.09.43 (la data si legge chiaramente ma forse
c’è un errore, deve
essere 1944), trasferito al lager 168 (forse è un errore,
probabilmente 186) il
26.01.46.
LO PRETE Paolo
di
Carmine, nato nel 1923 a (località illeggibile) in provincia
di Catanzaro e residente
a Cagliari, contadino. Div. Acqui, 17° rgt., 1° btg.,
2° cp., soldato semplice,
catturato a Minsk l’8.07.44, trasferito al lager 186 il
26.01.46.
MONTAGNA Sebastiano
di
Giuseppe, nato nel 1922 a Galati (fraz. ME) e ivi residente, contadino.
Div.
Acqui, 33° rgt. Art., 1° gr., 1° batteria,
soldato semplice, catturato a Minsk
il 23.07.44 e trasferito al lager 186 il 26.01.46.
NORELLI
Antonio di
Giuseppe, nato nel 1913 a Frasso Telesino (BN) e ivi residente,
contadino. Div.
Acqui, 317° rgt., 2° btg., 7° cp., soldato
semplice, catturato a Borisovo il
2.07.44 e trasferito al lager 186 il 26.01.46.
PIROLA Eduardo
di
Antonio, nato nel 1916 a Sombreno (fraz. di Paladina o di Valbrembo,
BG) e ivi
residente, senza professione. Div. Acqui, 17° rgt., soldato
semplice, catturato
a Borisovo il 7.07.44 e trasferito al lager 186 il 26.01.46.
RAMELE Luigi
di
Francesco, nato nel 1921 a Pisogne (BS) e ivi residente, senza
professione.
Div. Acqui, btg. Monte Cervino, 1° cp., soldato semplice,
catturato a Rossosch
il 19.01.43 (quindi sul fronte, in combattimento, non è
stato preso da un lager
nazista) e trasferito al lager 186 il 26.01.46.
SCACCIAFERRO
Giuseppe di
Niccolò, nato nel 1918 a Chiusa Sclafani (PA) ed ivi
residente, panettiere.
Div. Acqui,17° rgt., 1° btg., 4° cp., soldato
semplice, catturato a Minsk il
3.07.44 e trasferito il 14.12.44 al lager 26.
SCIBETTA
Francesco di
Rosario, nato nel 1921 a San Giovanni Gemini (AG) e ivi residente,
macellaio.
Div. Acqui, soldato semplice, catturato a Vilnius il 7.07.44 e
trasferito al
lager 168 (probabilmente 186) il 26.01.46.
TESSE Nicola
di Riccardo,
nato nel 1922 ad Andria (BA, oggi BAT) e ivi residente, senza
professione. Div.
Acqui, 317° rgt., 3° btg., 12° cp., catturato a
Minsk il 7.07.44 e trasferito
il 26.01.46 al lager 186.
Come leggere i dati
All’ingresso
nel lager il soldato veniva “preso in carico” con
un breve interrogatorio atto
a compilare la scheda di prigionia che comprendeva fino a 27 voci (a
titolo
esemplificativo le mando la foto di una scheda, con la relativa
traduzione). I
dati più essenziali venivano poi ricopiati su grandi
registri (foto in
allegato, coi nomi di Acampora, Antenore, Belfiore, Beraudo, Boscaro e
Brevi)
sui quali veniva anche annotata –
nell’ultima casella – l’uscita dal lager
o
per morte o per trasferimento. Come le dicevo, se il soldato
è morto nel lager
a volte sappiamo anche indicare il luogo di sepoltura (molto dipende
dalla
data), se invece è passato in un altro lager sappiamo solo
che è uscito vivo
dal n. 99 ma ignoriamo la sua sorte: potrebbe essere morto in uno dei
lager
successivi o anche rientrato in Italia a fine guerra.
Se
parlando coi parenti in Italia risultasse disperso, per sapere che fine
ha
fatto dovremmo esaminare le schede di prigionia di uno dei lager
successivi
dove troveremmo sicuramente notizie della sua morte. Finora non ci
è mai
capitato, ma teoricamente ci sarebbe anche un’altra possibilità, della
quale
spesso si parla ma senza alcuna prova a sostegno: e cioè, a
fine pena il
soldato potrebbe aver deciso di fermarsi in Unione Sovietica dove
avrebbe messo
su famiglia. In questo caso, sarebbe possibile fare ricerche sul posto,
ma
risulterebbe piuttosto complicato.
Anche
dei soldati della Acqui disponiamo di altri dati contenuti nella scheda
personale, ma non sono stati ancora tradotti. Nel caso quelli forniti
non
fossero sufficienti per l’identificazione – ma non
è mai successo – potremmo
procedere alla traduzione completa.
Come
vede, sono stati quasi tutti catturati nell’estate del
’44 a Vilnius o a Minsk,
dove evidentemente erano prigionieri nei lager tedeschi. Unica
eccezione
Ingermino (ma è chiaro che il cognome è
sbagliato) che invece è stato catturato
in battaglia, perché a Rossosch sono stati fatti prigionieri
migliaia di
soldati dell’Armir ed è molto strano che lui
stesse lì con loro. Ma del resto è
stato lui stesso a comunicare durante l’interrogatorio
l’appartenenza alla
Acqui e quindi non si scappa.
Il
lager 186, di destinazione per quasi tutti loro, era uno di quelli dai
quali
poi si tornava liberi.
Foresti
è invece finito in un ospedale, mentre Giussani è
l’unico sicuramente morto
della nostra lista.
Ci
risentiamo, grazie!
Stefano
Mensurati
Pubb. 16/10/17
|
GIORNI LIETI – ENNIO
IMPERIA, REDUCE DA CEFALONIA,
COMPIE
100 ANNI
Dopo
numerose disavventure in guerra, tra azioni in prima linea e prigionia,
Ennio si ritrovò a Cefalonia in Grecia, teatro della immensa
strage da cui sono stati tratti libri e film. I tedeschi, dopo l'8
settembre, circondarono gli italiani a Cefalonia, intimando loro la
consegna delle armi. Alla risposta negativa, li fucilarono: morirono
quasi tutti. Ennio riuscì miracolosamente ad uscirne vivo, e
nel
giorno del 100.mo compleanno è stato festeggiato dalla
entusiasta miriade di parenti ed amici. Il sindaco della
città
di Anagni (FR), dove Ennio risiede, ha portato il saluto della
città
Pubb
16/10/17 |
CORFÙ 1942 - 1943
….CARA MARY
Lettere
del dott. Col. Carlo Merler della Divisione Acqui
Procuratore
militare del Peloponneso
alla
fidanzata Mary
Si è svolta
giovedì 12 ottobre 2017, presso la prestigiosa
sede della Società Letteraria di Verona, nella centralissima
Piazza Brà, la
Conferenza "Corfù 1942 - 1943 ... Cara Mary", lettere dal
fronte del
col. Carlo MERLER, della Divisione Acqui, Procuratore militare del
Peloponneso,
poi partigiano"Aroldo", alla fidanzata
Mary.
L'incontro è
stato proposto ed organizzato dalla figlia, prof.ssa Milena Merler, che ha messo a disposizione le lettere del padre,
scritte dall'isola di Corfù,
nel '42 e '43, fino a pochi giorni prima della tragedia che ha travolto la
Divisione Acqui, a Cefalonia
e Corfù. Alla conferenza
è intervenuto Claudio
Toninel, con il labaro ANDA della Sezione di Verona, che ha portato il
saluto
della presidenza nazionale e di tutta
l'Associazione.
Pubb 16/10/17
|
Ritrovato un altro reduce:
Deportato in Siberia durante la guerra,
"nonno Battista" compie 100 anni„
Battista
Vasumini, classe 1917, ha compiuto cento anni giovedì.
Nell’occasione il vicesindaco Eugenio Fusignani gli ha fatto
visita nella casa di riposo di San Pietro in Vincoli, dove vive,
portandogli il saluto e gli auguri dell’amministrazione
comunale.
Sabato alle 15.30, nella saletta parrocchiale a Gambellara, il
compleanno di Vasumini sarà festeggiato con la
partecipazione di
amici e parenti.
Battista
Vasumini ha
vissuto in prima persona la terribile esperienza della seconda guerra
mondiale; presente a Cefalonia nei giorni dell’eccidio, fu
quindi
trasferito in Germania. Deportato in Siberia, venne liberato nel 1945,
alla fine della guerra. Rientrato a Gambellara, è sempre
rimasto
qui insieme alla moglie Elda dalla quale ha avuto due figli. (da
www.ravennatoday.it.)
pubbl. 09/10/2017
|
La
Divisione Acqui alla Baita degli Alpini di Lugagnano
Serata storico-revocativa dell’Eccidio di Cefalonia e
Corfù
Martedì
18 settembre 2017, presso la Baita degli Alpini, di Lugagnano di Sona
(Verona), in via Caduti del Lavoro 4, sede della Sezione Nazionale
Alpini, Sezione di Verona, Gruppo di Lugagnano e del Museo Storico
“Baita Monte Baldo”, si è svolta
un’interessante serata dedicata all’Eccidio della
Divisione
Acqui dal titolo “La scelta della Divisione Acqui a Cefalonia
e
Corfù nel settembre 1943”.
L’iniziativa
è stata promossa dalla Sezione di Verona
dell’Associazione
Nazionale Divisione Acqui, in collaborazione con le citate associazioni
ospitanti e con il
patrocinio del Comune di Sona, presente con il Sindaco Gianluigi Mazzi
e con il presidente del consiglio comunale, Roberto Merzi, che sono
intervenuti con i saluti iniziali e si sono intrattenuti, con molto
interesse, per tutta la serata.
Dopo
l’introduzione del vice presidente del Gruppo Alpini di
Lugagnano, Alessandro Recchia, sono intervenuti Claudio Toninel, vice
presidente nazionale e presidente della sezione di
Verona
dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui, nipote del reduce
Acqui di Cefalonia Mario Toninel e il giornalista di
Tele Pace, Roberto Zoppi, figlio del reduce Acqui di
Corfù, Angelo Zoppi, che hanno condotto la serata.
Erano
presenti tre arzilli
“nonni Reduci” ultranovantenni, Mario MICH, reduce
di
Cefalonia nei reparti Alpini, di 97 anni e residente a Sona (VR),
Francesco FACCIOLI, reduce di Cefalonia del 317° fanteria, di
94
anni, residente a Rosegaferro di Villafranca (VR) e Andrea GAGLIARDI,
anch’egli reduce di Cefalonia, nella Regia Marina, di 94 anni
e
residente a Lugagnano di Sona (VR).
Sono
stati proiettati alcuni documentari storici che hanno
ampiamente ricostruito tutti i fatti vissuti dalla Divisione Acqui,
nelle isole ioniche, dalla guerra dell’Italia contro la
Grecia,
all’occupazione delle isole di Cefalonia, Corfù,
Zante,
Itaca e le altre minori, all’armistizio dell’8
settembre
’43 ed infine al tragico ed inaspettato epilogo finale con
l’efferato Eccidio di migliaia di soldati, sottufficiali e
ufficiale, da parte dei reparti regolari dell’esercito
tedesco.
I tre Reduci hanno
poi intrattenuto il folto pubblico presente con i loro interessanti ed
altrettanto struggenti racconti di fatti, avvenimenti ed aneddoti
che li
hanno visti tristemente protagonisti, in Grecia ed anche in altri
tristi luoghi della ex Jugoslavia, Germania e Russia, dove sono stati
successivamente deportati, fino al felice ed insperato ritorno a casa,
alla conclusione del tragico e sanguinoso secondo conflitto mondiale.
Dopo
vari interventi
anche da parte del folto pubblico presente e dei famigliari dei Reduci,
la serata si è conclusa con un gustoso piatto di tortellini
ed
un amichevole brindisi, offerto dal Gruppo Alpini, con
l’auspicio che l’iniziativa, oltre
a ricordare le gesta dell’Acqui,
possa aver rafforzato i sentimenti di pace, di convivenza pacifica e di
democrazia che stiamo vivendo in questi anni, grazie anche al
sacrificio di quelle migliaia di giovani che hanno immolato la loro
vita per questi ideali.
Pubbl.
il 25/09/17
|
Omaggio del Presidente Mattarella
al monumento per i
Dispersi nel Naufragio del Piroscafo Oria
Oggi,
con un fuori programma nella sua visita in Grecia, il
Presidente Mattarella ha sostato a 25 miglia a sud di Atene, sul luogo
del
monumento dedicato alle Vittime del naufragio del Piroscafo Oria.
La nave
affondò a causa di una tempesta il 12 febbraio 1944,
mentre trasportava da Rodi verso la prigionia Internati Militari
Italiani che
dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si erano
rifiutati di proseguire la
guerra sulla parte nazifascista. Su circa 4200 appartenenti a varie
armi, non
più di 30 si salvarono.
Il
Presidente Mattarella ha ricevuto dal subacqueo che
identificò il relitto, Aristotelis Zervoudis, una gavetta
(ritrovata sul luogo)
e un messaggio di ringraziamento con un appello a tutelare la memoria
storica e
materiale dell’evento, a nome delle Autorità
locali, dell’intera Popolazione
dell’Attica che sin dalla notte del naufragio fu vicina alle
Vittime e della
rete dei Familiari dei Caduti.
Negli
ultimi anni, diversi sono stati i momenti che hanno
fatto uscire dall’oblio questo episodio prima sconosciuto
Giornali,
televisioni, studiosi storici si sono occupati
della vicenda.
Convegni
e cerimonie hanno trattato il tema.
L’Ambasciata
Italiana ad Atene ha inserito regolarmente dal
2014 la data nella propria agenda.
Sono
state intitolate strade in numerose parti d’Italia.
Numerose
Famiglie sono state e saranno insignite della
medaglia d’Onore della Presidenza del Consiglio.
Ma il
2017 è stato l’anno che ha visto finalmente il
riconoscimento istituzionale pieno.
A
febbraio una cerimonia ha visto la partecipazione di
rappresentanze diplomatiche, militari, civili e religiose di numerosi
paesi.
Ad
agosto l’equipaggio della nave Palinuro della Marina
Militare Italiana, impegnato in una crociera di formazione per cadetti
ufficiali, ha tributato un doppio omaggio a terra con un picchetto
d’onore ed
in mare con il lancio di una corona in navigazione.
Onorcaduti,
Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti
in guerra, ha introdotto nella propria home page ufficiale una sezione
specificamente dedicata all’Oria.
Ora,
l’omaggio del Presidente della Repubblica offre il
maggiore riconoscimento civile che si possa tributare a Cittadini
Italiani.
Per
maggiori informazioni
www.piroscafooria.it
I migliori saluti
Arch. Michele Ghirardelli
|
Δωρεά
ασθενοφÏŒρου
απÏŒ το
Δήμο
της
Πάρμα &
τη
μεραρχία
Acqui
Παρμα
TRADUZIONE
ENIMEROSI
GIORNALE ON
LINE DI CORFU’
Donazione
Ambulanza dal Comune di Parma e Associazione Nazionale Divisione Acqui
sez. Parma
Nella
foto da sx: Console Onorario Giancarlo Bringiotti, Consigliere Comunale
Manos Raptis, Presidente sez. Parma dell'associazione Nazionale
Divisione Acqui, Fabrizio Prada.
Art: Corfù,
una nuova ambulanza da aggiungere alla flotta esistente, è
arrivata a Corfù giovedì scorso.
É
una
donazione di cortesia del Comune di Parma e dell'associazione Nazionale
Divisione Acqui sez. Parma, al Comune di Corfù, il quale
l'ha
trasferita all'Ospedale Generale di Corfù.
La
cerimonia
ufficiale di consegna e di accoglienza si svolgerà durante
una
visita della delegazione guidata dal Sindaco di Parma, Federico
Pizzarotti, in concomitanza con la cerimonia del gemellaggio con il
Comune di Corfù.
L'arrivo
della delegazione italiana è prevista per il 20/22 ottobre
p.v.
|
Belluno: apposizione di una targa
a ricordo della Divisione “Acqui”
La
presente per
informare l’Associazione Nazionale Divisione Acqui che il
Comune
di Belluno ha accolto la mia richiesta di ricordare in città
il
sacrificio della
Divisione Acqui, con l'apposizione di una
targa
all'ingresso del Parco Comunale " Città di Bologna".
Lo
scoprimento della
targa è avvenuto il 25 aprile alle ore 11.30 nell'ambito
delle
manifestazioni previste per l'anniversario della liberazione che
coincide con il 70° anniversario del conferimento della
medaglia
d'oro al valor
militare alla città di Belluno.
Si
allegano
locandina dell'evento e invito della Famiglia di Salvatore Porelli
cittadino di Belluno, appartenente alla Divisione Acqui, autore del
libro" Il lungo ritorno da Cefalonia" edito dall'IBRSC.
Nell’ambito
della manifestazione, il Comune di Belluno ha ricordato la Divisione
Acqui a cui apparteneva Salvatore Porelli, cittadino di Belluno,
sopravvissuto all’eccidio della stessa a Cefalonia
–
Corfù durante la 2° guerra mondiale. Siamo onorati
per il
ricordo del nostro
amatissimo
papà, ma anche perché è stata
ricordata una storia
di eroismo di quei soldati italiani che diedero la vita e/o patirono
indicibili sofferenze per l’Italia.
Se
abbiamo la nostra Patria libera è anche per merito loro. (La
moglie e i figli Imelda, Mariuccia e Paolo Porelli)
|
25
APRILE: ARNASCO (SV) HA RICORDATO I FRATELLI MIRONE
E’
stato un 25 aprile molto particolare quello che si è
celebrato
oggi ad Arnasco (SV). Il Comune infatti ha deciso di intitolare ai due
fratelli Innocenzo e Natale Mirone una strada in frazione Menosio. La
cerimonia è iniziata proprio con l’ intitolazione
della
via, nella frazione Menosio, alla presenza dei famigliari delle vittime
e delle autorità religiose, civili e militari, e la
benedizione
di Don Giancarlo Cuneo. Quindi il trasferimento al Monumento dei Caduti
in guerra, in frazione Chiesa con la deposizione di una corona ed i
canti dei bambini delle scuole di Arnasco. Dopo gli interventi
del
sindaco Alfredino Gallizia e quello di Carletto Pizzorno
dell’
Anpi di Albenga si è svolta l’ orazione ufficiale
che
è stata affidata al giornalista e storico Pier Paolo
Cervone.
Nelle parole dell’ex sindaco di Finale Ligure, oltre al
ricordo
dei caduti partigiani e non per la liberazione dell’ Italia,
profonde riflessioni sulla necessità di difendere, in questo
momento storico così complesso, i valori della Democarzia,
della
Libertà e della Costituzione che ci sono stati dati grazie
anche
al sacrificio di tanti partigiani, civili, religiosi e religiose,
graduati e militari. Dopo l’ orazione è stata
celebrata la
Messa in ricordo dei Caduti di tutte le guerre.
I due
fratelli
Mirone appartenevano ad una famiglia della frazione Menosio: il
sergente Innocenzo Mirone era nato nel 1917 ed il soldato Natale Mirone
nel 1914. Entrambi hanno condiviso lo stesso tragico e beffardo destino,
cioè
di perire durante la Seconda Guerra Mondiale, nella stessa area di
guerra, le isole greche, e di non poter fare ritorno in patria neppure
da morti per avere almeno una degna sepoltura, poiché
ufficialmente risultarono dispersi.
Appartenevano
entrambi alla Divisione Acqui, sotto il comando del Generale Luigi
Mazzini, che, con i suoi oltre 13 mila effettivi, a partire
dall’aprile 1941, occupava sette isole del Mare Jonio. Essi
furono vittime anche degli avvenimenti storici: con la destituzione di
Mussolini da parte del Re, e la conseguente caduta del Fascismo,
avvenuta il 25 luglio 1945, il presidio delle isole Ionie, fino allora
solo italiano, diventò un presidio misto con
l’arrivo, dal
mese di agosto, di contingenti di truppe tedesche. L’8
settembre,
poi, il Generale Badoglio proclamò l’armistizio,
ordinando
in modo perentorio di cessare ogni ostilità contro le forze
anglo-americane e, al tempo stesso, di reagire ad eventuali attacchi da
qualsiasi provenienza.
Innocenzo
fu fatto
prigioniero dai Tedeschi e imbarcato dall’Isola di Creta in
data
08/02/1944 per essere trasportato in Germania. Le navi di quel
convoglio, compresa quella che trasportava Innocenzo Mirone, furono
affondate a seguito di attacchi degli alleati.
Natale
Mirone visse
invece la prigionia nell’Isola di Cefalonia e fu
verosimilmente
coinvolto in uno dei numerosi massacri di militari italiani ad opera di
soldati tedeschi, avvenuti dopo che il 22 settembre dello stesso anno
il Generale Gandin, successivamente all’ultima convocazione
del
Consiglio di Guerra, chiese la resa senza condizioni. I loro corpi, che
costituivano una prova di reato, furono nascosti in cisterne, sepolti
dal terriccio delle scarpate (minate e fatte saltare per
quello scopo), cosparsi di benzina e dati alle fiamme. (Innocenzo
Mirone non era parte della Divisione Acqui essendo stato imbarcato a
Creta: potrebbe eesere uno dei caduti della nave Oria n.d.r.) (da
Mediterranews.org del 25/04/17 Claudio Almanzi)
|
I 100 anni
del reduce Daniele Flore
18 Aprile 2017
Gentilissimo Signor Orazio,
le
scrivo
poiché sabato 15 Aprile presso la casa di riposo Licheri di
Ghilarza (OR), alla presenza dei Sigg. Sindaci dei Comuni di Ghilarza e
Sorradile, abbiamo festeggiato il centesimo compleanno del Sergente
Daniele FLORE, 31^ compagnia artieri.
Per
l'occasione il
Sindaco di Ghilarza ha donato una targa ricordo, mentre
l'Amministrazione del Comune di Sorradile, per il tramite del Sindaco
Pietro ARCA ha regalato un bell'orologio da tasca.
Nato a
Sorradile il
15 Aprile del 1917, fu assegnato a prestare servizio presso la 31^
compagnia artieri il 13 Maggio del 1941, deportato in Russia dai
Tedeschi, sfuggi alla loro prigionia all'alba del 29 Giugno del 1944,
vagabondò per alcuni giorni con l'amico di prigionia
Giovanni
Palmas (Sardo di Sindia -OR) fin quando il 1 Luglio non si
non si
consegnò ai Russi. Poté riabbracciare i
familiari e
amici solo il 6 Aprile del 1946.
Rientrato
in Sardegna si dedicò all'agricoltura e al sua passatempo
preferito (la Caccia).
Ancora
lucidissimo,
ama trascorrere le giornate leggendo e di tanto in tanto racconta la
sua particolare storia della seconda Guerra Mondiale a qualche
scolaresca o appassionato della materia.
I
festeggiamenti non
finiscono qui, infatti l'Amministrazione Comunale di Sorradile ha
ritenuto opportuno per il prossimo quindici di Aprile in
concomitanza con la festa dell'anziano e alla presenza del Signor
Generale di Divisione Giovanni Domenico PINTUS, Comandante del Comando
Militare Autonomo della Sardegna, e di tutta la popolazione del piccolo
Borgo, consegnare a Daniele una copia del proprio foglio
matricolare e tante altre sorprese.
Con
profonda stima
Stefano
CARTA
|
Intitolazione Stazione dei
Carabinieri
Un
fitto calendario di iniziative ha contrassegnato lo scorso weekend a
Pieve di Bono per l'inaugurazione della nuova sede della Stazione
carabinieri e la contemporanea intitolazione della struttura alla
memoria del brigadiere Carlo Baldrachi, medaglia d'argento al Valor
Militare, fucilato con gli altri militari del suo reparto a Cefalonia
nel settembre 1943, dopo una estrema difesa contro le preponderanti
forze tedesche.La manifestazione, organizzata in collaborazione tra
Comuni di Pieve di Bono-Prezzo, Valdaone e l'Arma dei Carabinieri, ha
avuto un prologo di natura storica nella serata di venerdì
scorso con approfondimenti curati da Maddalena Pellizzari ed
Antonio Armani,presente anche il Presidente della sezione locale della
Associazione nazionale carabinieri, seguiti dalla proiezione del film
'Mediterraneo' sui giorni di Cefalonia e dai concerti serali della
Banda di Pieve di Bono e della Pras Band.Il giorno riservato
all'inaugurazione della nuova caserma, ha segnato una buona
partecipazione della popolazione, una vasta rappresentanza di
associazioni d'Arma-da segnalare quella della locale sezione
dell'associazione carabinieri guidata da Aldo Tagliaferri-, ma anche
del corpo forestale, dei vigili del fuoco volontari, della guardia di
Finanza e dell'Esercito.Anche il nuovo Commissario del Governo
Gioffrè ed il suo predecessore hanno voluto recare una
significativa testimoninaza alla manifestazione della Pieve.L'Arma dei
Carabinieri era rappresentata ai massimi livelli, con il gen. Minniti,
comandante della legione TAA e con il col. Graziano comandante della
Compagna cc di Trento. Erano inoltre presenti, accanto al maresciallo
Bruno Pennati comandante della stazione della Pieve, i comandanti delle
compagnie di Riva e di Cles,ed una folta rappresentanza delle stazioni
della valledel Chiese.Le amministrazioni comunali erano rappresentate,
oltre che dai primi cittadini di Pieve di Bono-Prezzo e Valdaone, dai
neo sindaci di Borgo Chiese, Pucci, Sella Giudicarie, Bazzoli e Castel
Condino ,Bagozzi. Come da programma, in apertura e sotto la minaccia
della pioggia, attraverso un cerimoniale che richiama in qualche misura
riti cavallereschi e militari d'altri tempi, l'ufficiale preposto ed il
picchetto hanno reso gli onori al comandante della Legione CC del TAA;
è stato quindi consegnato ed issato il tricolore mentre la
fanfara del III Reggimento Carabinieri Lombardia, i componenti del
picchetto e le persone assiepate hanno eseguito e cantato l'inno di
Mameli.Il sindaco di Pieve di Bono-Prezzo Attilio Maestri introducendo
gli interventi ha richiamato il lungo ed impegnativo lavoro di
ristrutturazione della stazione e, non mancando di fare riferimento
al'eroismo del carabiniere Carlo Baldrachi e di tanti soldati italiani
nei tragici giorni di Cefalonia,ha sottolineato il ruolo che i
carabinieri continuano a rivestire nelle comunità locali
“per il senso di sicurezza e tranquillità che
l'operato
degli stessi infonde tra la gente e per il quale proviamo profonda
gratitudine...”. Per Ketty Pellizzari, sindaco di Valdaone i
carabinieri “costituiscono i garanti della sicurezza e della
pacifica convivenza nella nostra terra ed hanno una vera funzione
sociale...”. L'onorevole Mauro Ottobre, membro della
Commissione
Difesa della Camera ha detto tra l'altro, riferendosi alla vicenda
tragica ed eroica di C.Baldrachi, che “ la storia non
è
materia inerte, ci rimanda ad esempi come quello di Baldrachi, quale
riferimento e stimolo anche per il nostro tempo...”. Da parte
sua
il Col. Maurizio Graziano, comandante provinciale dei Carabinieri di
Trento ha richiamato la funzione di tutela della comunità e
di
difesa della legalità interpretata dai carabinieri, lodando
nel
contempo gli amministratori per questa nuova struttura e l'impegno
posto localmente dai militari dell'Arma nel compimento del loro
quotidiano dovere.I saluti conclusivi sono stati recati dal
generale Massimo Minniti, comandante della legione CC del TAA, il quale
ha rivolto un forte apprezzamento a quanti hanno lavorato al
raggiungimento di questo duplice obiettivo, onorare la memoria storica
che ci consegna il ricordo di un eroe e la nuova bella e funzionale
stazione dell'Arma.Il momento emotivamente più significativo
è stato infine quello del taglio del nastro e lo scoprimento
della targa a ricordo del brig. Carlo Baldrachi MAVM a cura del padrino
e nipote Fabio,che ha profuso un grande impegno affinché la
memoria di Carlo fosse presente anche visivamente nella nuova
importante struttura.E' è seguita la benedizione della nuova
sede dei CC a cura del cappellano militare della legione, don Gianmarco
Masiero e del parroco della Pieve, padre Artemio Uberti. Sulla bianca
lapide all'ingresso della stazione di Creto la motivazione del
conferimento, nel 1957, a Carlo Baldrachi della medaglia d'argento al
Valore Militare che sancisce il senso di una giornata speciale per la
storia e per i carabinieri della Pieve: “Incaricato della
difesa
del comando tattico divisionale, si opponeva con pochi carabinieri
all'impeto di soverchianti forze tedesche, nel momento in cui le nostre
armi stavano per venire sopraffatte. Travolto, dopo strenua e
prolungata resistenza, insieme con i suoi uomini, veniva catturato e
passato per le armi. Cefalonia 15-21 settembre 1943 “. ( dal
settimanale diocesano "Vita Trentina" del 10 luglio 2016 a firma di
Enzo Filosi )
|
Gentilissimi
Amici,
ho il
piacere
di comunicarvi che mio figlio Davide, nato nel 1992, laurendo
in Storia,
grazie a una minima collaborazione da parte mia,
è riuscito a
individuare n. 17 caduti dell'ACQUI, sepolti nel
cimitero russo di
Kirsanov, nella regione di Tambov.
Kirsanov,
distante 95 km da Tambov, era sede di un ospedale Militare il
n.5951.
Fondamentale
è stata la collaborazione della Signora Patrizia
Marchesini,
collaboratrice della sede di Milano UNIRR (Unione Italiana
Reduci di
Russia) che ha fornito precise indicazioni per individuare
l'intero
elenco dei soldati sepolti a Kirsanov e, all'interno del
medesimo,
Davide ha individuato con certezza i 17 Caduti dell'Acqui, poi, ha
verificato
la loro presenza sia nel Data Base di Onorcaduti che sul sito
Web dell'ANDA,
( in quest'ultimo, 7 Caduti non risultavano
presenti; per il
Carabiniere Bruzzi Armando di Loiano, nell'elenco
UNIRR figurava
nato nel 1891 e nel sito ANDA il 1911, dopo
verifica all'Ufficio
Anagrafe di Loiano la data di nascita
è il 17 maggio 1901) ha
elaborato, infine, l'elenco allegato, che
può essere pubblicato
sul nostro Sito Web avendo ottenuto il consenso della Signora P.
Marchesini. (Francesco Mandarano Vice
Presidente sezione Anda di Milano)
grado |
cognome |
nome |
paternità |
d.nasc. |
luogo |
prov |
corpo |
data dec. |
luogo dec. |
carab |
Angelone |
Alfonso |
Antonio |
14.8.19 |
Pescina |
AQ |
7° btg CC |
23.3.45 |
osp 5951 Kirsanov |
fante |
Barbieri |
Marcello |
Giuseppe |
2.5.23 |
Davoli |
CZ |
18° rgt fnt |
17.4.45 |
osp 5951 Kirsanov |
fante |
Benedini |
Sergio |
Angelo |
22.4.21 |
Isola d. scala |
VR |
18° rgt fnt |
9.4.45 |
osp 5951 Kirsanov |
Carab |
Bruzzi |
Armando |
Domenico |
17.05.01 |
Loiano |
BO |
7° Btg cc |
14.12.44 |
osp 5951 Kirsanov |
fante |
Carradori |
Loris |
Umberto |
4.9.23 |
Signa |
FI |
317° rgt fnt |
24.4.45 |
osp 5951 Kirsanov |
fante |
D'Alessandro |
Antonio |
Domenico |
28.9.23 |
Fossalto |
CB |
317° rgt fnt |
22.4.45 |
osp 5951 Kirsanov |
fante |
Di Fabio |
Michele |
Pasquale |
28.9.23 |
Montenero di Bisaccia |
CB |
17° rgt fnt |
24.2.45 |
osp 5951 Kirsanov |
fante |
Fullone |
Giuseppe |
Domenico |
2.5.09 |
Montalo Uffugo |
CS |
361ª btr |
31.3.45 |
osp 5951 Kirsanov |
art |
Grilli |
Remo |
Abele |
2.2.15 |
Medolla |
MO |
33° art |
30.3.45 |
osp 5951 Kirsanov |
art |
Lemme |
Biase |
Gennaro |
8.1.13 |
Tornarecchio |
CH |
33° Art |
28.3.45 |
osp 5951 Kirsanov |
fante |
Marcolini |
Santo |
Pietro |
8.11.11 |
Montorio Ver. |
VR |
18° rgt fnt |
19.6.45 |
osp 5951 Kirsanov |
fante |
Meloni |
Renato |
Antonio |
21.9.23 |
San Felice sul Panaro |
MO |
317°
rgt fnt |
31.3.45 |
osp 5951 Kirsanov |
Art. |
Mercadante |
Vitale |
Rosario |
27.2.07 |
Castronovo di Sicilia |
PA |
361ª btr |
18.3.45 |
osp 5951 Kirsanov |
Carab |
Papa |
Giovanni |
Loreto |
18.8.04 |
Orsomarso |
CS |
7° btg cc |
24.2.45 |
osp 5951 Kirsanov |
fante |
Pernigo |
Giulio |
Angelo |
28.11.12 |
Verona |
VR |
18° rgt fnt |
9.2.45 |
osp 5951 Kirsanov |
fante |
Pontello |
Luigi |
Gioacchino |
30.10.18 |
Vedelago |
TV |
18° rgt fnt |
2.7.45 |
osp 5951 Kirsanov |
fante |
Repetto |
Mario |
Andrea |
23.9.14 |
Campomorone |
GE |
18° rgt fnt |
6.1.45 |
osp 5951 Kirsanov |
Seregno,
30 settembre 2015
Davide Mandarano
|
“RICORDARE CEFALONIA, PROGETTARE LA PACE”:
APPLAUSI ED EMOZIONI PER LE SCUOLE PREMIATE OGGI A BERGAMO
Commozione
ed emozioni. Ed un messaggio di forte impegno per la pace, che arriva
dalla scuola italiana. Oggi, sabato 3 ottobre 2015, a Bergamo
–
nell’ambito dell’annuale commemorazione della
sezione di
Bergamo dell’Associazione Superstiti Reduci e Famiglie dei
Caduti
della Divisione Acqui – si è svolta la premiazione
ufficiale delle scuole risultate meritevoli del riconoscimento
nell’ambito dell’iniziativa “Ricordare
Cefalonia,
Progettare la Pace”. Nonostante la pioggia, le rappresentanze
delle scuole premiate si sono presentate puntuali
all’appuntamento, nella suggestiva cornice di Bergamo Alta.
Il
programma, predisposto dall’Associazione, presieduta da
Daniella Ghilardini,
nipote di don Luigi Ghilardini, il compianto cappellano, superstite del
massacro della Divisione Acqui a Cefalonia (1943), ha visto
inizialmente il ritrovo presso il Parco della Rocca di Città
Alta, l’ Onore ai Caduti e deposizione Corona al Monumento
dedicato alla “Divisione Acqui”. Si è
svolta poi la
Santa Messa nella cattedrale di S. Alessandro Martire, sempre in
Città Alta.
Poi,
presso
l’ Aula Didattica, Palazzo del Podestà, Piazza
Vecchia.
Dopo il saluto della Presidente dell’Associazione sezione di
Bergamo, Daniella Ghilardini, si è svolta la cerimonia di
premiazione ai vincitori del concorso
rivolto a tutte le scuole italiane: “Ricordare Cefalonia,
progettare la Pace”. L’iniziativa, come noto,
ruotava
attorno al pensiero “Il mondo non ha bisogno di guerre, ma di
pace, lavoro, libertà”, espresso da Battista
Alborghetti,
anch’egli superstite della “Acqui”, in
memoria del
quale è stata lanciata l’attività
rivolta alle
scuole; la tragica vicenda di Battista è stata anche
raccontata
nel testo “Mio padre nell’inferno di
Cefalonia”.
Roberto
Alborghetti, direttore di Okay!, ha condotto l’incontro, che
ha
visto anche la partecipazione di familiari di caduti e reduci della
“Acqui”, come il veterano Grassi, delle
rappresentanze
scolastiche – venute anche da lontano, come la docente
Giovanna
Ferro della Primaria di Foiano Valfortore (BN) – di Oscar
Serra
dell’Editrice Velar, di suor Luisa, figlia di Battista
Alborghetti. E’ stata una cerimonia bella, semplice ma
intensa,
nel corso della quale docenti e allievi hanno raccontato i propri
lavori e il proprio impegno. Idealmente collegateanche le scuole che
non hanno potuto partecipare.Ad esempio, la Primaria di Manduria
(Taranto) ha inviato un messaggio affidandolo ad un articolo di
giornale apparso su “La Gazzetta del Mezzogiorno”.
Nella
fotogalleria, alcune immagini della premiazione.
Ripubblichiamo
l’elenco degli istituti scolastici che sono stati selezionati
per
i riconoscimenti di “Ricordare Cefalonia, Progettare la
Pace”.
PREMIATI
SCUOLA
PRIMARIA “ROSA” , CARENNO, LC
SCUOLA
PRIMARIA , VERTOVA , BG
SCUOLA
MARTIRI CEFALONIA, FAENZA, RA
RICONOSCIMENTI
SPECIALI
ICS
CASTELNUOVO DEL GARDA – VERONA
SAPIS
– SCUOLA INFANZIA ARCOBALENO –
APRILIA LT
ICS
PRUDENZANO – MANDURIA – TA
SCUOLA
PRIMARIA DUCA D’AOSTA – BARI PALESE
ISTITUTO
SUPERIORE FERMI – LICATA – AG
LICEO
SACRO CUORE – ROMA
ICS
SANZIO – MERCATINO CONCA – PU
SCUOLA
PRIMARIA, FOIANO VALFORTORE, ICS S.MARCO DEI CAVOTI – BN
CLASSE
II A ISTITUTO TECNICO ECONOMICO “GUARASCI”, CON
FRANCESCO ALTOMARE, ROGLIANO – CS
|
Operazione Lisia
Si
comunica che nel periodo 1 – 8 luglio si
svolgera’
nell’isola di Kos la cosiddetta “Operazione
Lisia”, finalizzata alla ricerca e
recupero dei resti dei 37 ufficiali fucilati dai tedeschi dopo gli
eventi del 8
settembre 1943.
Regista
dell’operazione il Colonnello in congedo Pietro Liuzzi,
Presidente del “Comitato Caduti di Kos” che, grazie
al sostegno dell’Ambasciata
d’Italia ad Atene e dell’Addetto per la Difesa
Colonnello Antonio Albanese e’
riuscito ad ottenere le autorizzazioni dalle autorita’ greche.
L’attivita’
si svolgera’ in localita’ Linopoti ove vennero
fucilati
e seppelliti in 11 fosse comuni i 103 Ufficiali della Divisione Regina.
Nel
1945 vennero rinvenute solo 8 di queste fosse che misero alla luce 66
salme,
delle quali solo 44 riconosciute.
L’oggetto
delle ricerche saranno pertanto le 3 fosse rimanenti.
La
spedizione, totalmente autofinanziata, sara’ svolta da alcuni
tecnici volontari che arriveranno dall’Italia con al seguito
sofisticate
apparecchiature per le ricerche sotterranee e si svolgera’
con il concorso del
Comune di Kos e la supervisione della Sovraintendenza dei Beni
Archeologici e
Culturali del Dodecanneso.
Col.
Pil. Antonio ALBANESE
EMBASSY
OF ITALY
Office
of the Defence Attaché
for
Greece and Cyprus
Odos
Sekeri, 2 10674
ATHENS - Greece
E-mail:
difeitalia.atene@smd.difesa.it
Tel.:
+30 210.3613747
Fax:
+30 210.3617212
Mob.:+30
693.7086415
|
ASSOCIAZIONE NAZIONALE DIVISIONE
ACQUI
SEZIONE
ASTI - PIEMONTE SUD
PARCO NATURALE DI ROCCHETTA TANARO AREA ATTREZZATA TENENTE PIERO
BIGATTI
INTERVENTO
DI RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA DONATO ALLA COLLETTIVITA' IN
MEMORIA
DEL TENENTE PIERO BIGATTI
La
volontà di rinnovare nella memoria collettiva il ricordo dei
tragici eventi avvenuti a Cefalonia e Corfù nel settembre
1943
con l'eccidio perpetuato dai nazisti contro la divisione Acqui e il
sacrificio di tanti soldati Italiani tra cui il Tenente Piero Bigatti
ha portato il Cav. Luigi Maschio ed il figlio Aldo, encomiabili
portabandiera della compianta moglie e madreNina Visconti che tanto si
è prodigata per mantenere viva l'anamnesi di quella vicenda,
a
proporre
la
realizzazione, a perenne ricordo, di un'opera commemorativa da
collocare nell'area intitolata al congiunto inserita nel territorio
protetto del Parco Naturale di Rocchetta Tanaro su di un terreno di
proprietà comunale.
L'area attrezzata è ubicata sul fondovalle del rio
Ronsinaggio,
un'affluente perenne del fiume Tanaro, ed è utilizzata come
area
di sosta e aula didattica nella quale le numerose scolaresche che
frequentano il Parco hanno la possibilità di "imparare in
diretta ", come afferma il responsabile CEA/Fruizione didattica Aree
protette Astigiane Francesco Ravetti di cui alleghiamo una breve nota
su tale esperienza.
"I parchi sono straordinari beni comuni e strumento strategico per la
tutela del paesaggio e delle identità territoriali e per la
promozione dell'economia locale. Da tempo viene riconosciuto alle Aree
Protette il valore di bene comune straordinario, sia per i servizi
eco-sistemici che offrono, sia per i valori naturalistici e culturali
che custodiscono, e viene altresì riconosciuto loro un ruolo
strategico come volano per lo sviluppo in chiave sostenibile dei
rispettivi territori
Nonostante i seri problemi che le Aree Protette, attualmente
attraversano, esse rappresentano la volontà di impedire il
degrado non solo dell'ambiente, ma della sua cultura. Lavorare per il
territorio, conoscerlo, difenderlo, valorizzar/o: queste sono le idee,
che rese concrete, prendono vita in un'area protetta. Non solo natura,
dunque, ma uomo e natura e la relazione che intercorre fra loro, che
nel caso di un parco è sempre di amore e rispetto. In questo
senso va intesa la realizzazione del progetto di miglioramento del/
'area attrezzata "Tenente Bigatti" adiacente il Rio Ronsinaggio nel
Parco naturale di Rocchetta Tanaro.
Oggi più che mai la qualità della vita delle
persone
è legata alla possibilità di vivere momenti di
benessere
a contatto con ambienti naturali, dove è possibile svolgere
attività che permettano di recuperare tempi diversi da
quelli a
cui ci ha abituato la società consumistica.
La fruizione del Parco naturale di Rocchetta Tanaro passa attraverso l
'utilizzo dei sentieri delle infrastrutture come la "Casa Parco" sede
del Centro di Educazione Ambientale delle Aree Protette Astigiane, dell
'Ostello didattico, delle aree di sosta ed in particolare dell 'area
"Bigatti". n progetto, nato da un desiderio della famiglia in memoria
della sig.ra Nina Visconti, e sostenuto dall 'Associazione Divisione
Acqui - sez. Piemonte Sud, vuole rafforzare l 'idea di questo spazio
come luogo in cui "imparare in diretta", attraverso la percezione di
suoni e colori, profumi, attraverso l 'osservazione di alberi, arbusti,
erbe, anima h in sostanza attraverso il contatto con la
biodiversità.
Dal punto di vista didattico l 'area gioca un ruolo importante nella
quotidianità delle attività del Parco in quanto
offre ai
numerosi studenti che la frequentano la possibilità di
vivere
esperienze a diretto contatto con la natura, recuperando la
capacità di imparare dall 'osservazione, provando l'emozione
della scoperta, il piacere della conoscenza vissuta come un 'avventura.
Un luogo in cui osservare, giocare, imparare e rilassarsi. Come si
chiama questo arbusto? Chi vive nel rio? Chi si nasconde tra le foglie
del sottobosco? Come si presenta al tatto la corteccia dell 'anfano?
Cosa sono i macroinvertebrati? Qui anche i visitatori del Parco
potranno scoprire, con l'aiuto dei pannelli informativi, questo e molto
altro.
La pedagogia che sta alla base di questa impostazione didattica innesca
quel processo che fa sentire gli individui in armonia con tutti gli
esseri viventi. In questo luogo, quasi scompare la classe delle quattro
mura appartenente all'immagine della scuola tradizionale, e si
materializza l'immagine del territorio come grande aula all'aperto.
Lo spazio naturale diventa così "primo educatore". Solo
attraverso uno stretto contatto con la natura, vivendola e facendone
esperienza, il bambino diventa sensibile ad essa. Questo legame educa
gli allievi non solo a diventare competenti, ma ad avere cura della
natura e a sostenerla. Oggi il discorso sull'ambiente è
spesso
improntato a sottolinearne i problemi e le emergenze, ma l'educazione
ambientale non può dare messaggi solo negativi. Sentirsi
responsabili per l 'ambiente deriva sì da una conoscenza
scientifica, ma soprattutto da una passione che nasce dalle esperienze
vissute positivamente nel mondo naturale. La dotazione di nuovi
supporti didattici intende promuovere l'ambiente in tutti i suoi
molteplici aspetti, in parti colar modo attraverso la sua
fruibilità, accrescendo per i ragazzi e
per tutti i visitatori le numerose possibilità di
formazione, di
divertimento, di svago, favorendo le situazioni di aggregazione
attraverso le quali conoscere il territorio.
A volte il concetto di fruibilità può sembrare in
antitesi con quello di tutela, e pertanto è necessario non
trascurare il fatto che la fruizione del territorio debba essere
compatibile con la conservazione delle caratteristiche naturali
dell'ambiente, trovando un equilibrio difficile ma necessario.
Negli anni le esperienze di fruizione maturate nel Parco, si sono
basate proprio sulla ricerca di questo equilibrio e l'area "Bigatti" in
questo senso rappresenta un modello positivamente significativo.
All'interno dello spazio attrezzato sono presenti numerose specie
arboree caratteristiche della vegetazione del territorio collinare
astigiano e nelle acque del! 'adiacente rio Ronsinaggio prosperano
interessanti comunità di macroinvertebrati, apprezzate
"indicatrici" dello stato di salute delle acque dolci correnti.
Esplorarla, con l 'aiuto delle schede naturalistiche, può
risultare estremamente interessante per lo studio della botanica, ma
anche, più semplicemente, rappresentare un salutare percorso
ben
dentro quella biodiversità che normalmente non incontriamo
nel
quotidiano. In tal senso è sempre e comunque un importante
stimolo per riflettere su quale ricchezza la natura ha messo a
disposizione del! 'uomo e quanto grande sia il rischio di disperdere,
nel tempo, questo patrimonio in nome e per colpa di uno sviluppo
talvolta scriteriato. "
Da questo spazio attrezzato un sentiero attraversa il rio Ronsinaggio e
si inoltra nel fitto del sottobosco dove i ragazzi e i visitatori
partono alla scoperta della ricchezza della natura e della
biodiversità che la caratterizza.
Dalla necessità di creare una continuità di
percorso
usufruibile dai visitatori, è nata l'idea di realizzare un
ponticello che permetta di superare le acque del rio e di unire le due
sponde con un semplice manufatto da realizzare con tecniche di
ingegneria naturalistica ma che incarni comunque quella che ne
è
la funzione e l'essenza, un ponte, che da sempre è stato
pensato
per unire due rive, metafora di legame tra luoghi, culture, persone
diverse.
Nulla come l'idea di un "ponte" crea nella mente dell'uomo l'opposto
del concetto di "divisione"; non a caso esso diventa metafora del
concetto di unione e non a caso l'isolamento e i conflitti armati
vedono come obiettivi prioritari la distruzione fisica oltre che
simbolica dei ponti.
Un ponte di quindi che si pone in antitesi con il concetto di
divisione, di conflitto, di separazione.
La realizzazione pratica di questi concetti passa attraverso la messa
in opera di una struttura, da realizzare esclusivamente con un
materiale naturale, il legno, attraverso l'applicazione ditecniche di
ingegneria naturalistica in modo da costruire una struttura semplice ma
solida, che si integri con l'ambiente circostante e sia capace di
interagire con l'ambiente lotico al fine di arricchire la
diversità morfologica ed ambientale del corso d'acqua.
Si allega a tal proposito la nota del Dott. Tiziano BO del Dipartimento
di Scienze ed Innovazione Tecnologica (DiSIT)
dell'Università
del Piemonte Orientale che collabora con le Aree protette Astigiane
nell'ambito di progetti di educazione ambientale .
"Attività didattica e
monitoraggio biologico del Rio Ronsinaggio (Parco Naturale di Rocchetta
Tanaro)
nei
pressi dell'area "Tenente Bigatti"
Da più di 10 anni il Dipartimento di Scienze ed Innovazione
Tecnologica (DiSIT) dell'Università del Piemonte Orientale
collabora con le Aree Protette Astigiane nell'ambito di progetti di
educazione ambientale orientati a scuole di diverso ordine e grado e a
programmi di studio e monitoraggio del reticolo idrografico minore
insistente nel Parco Naturale di Rocchetta Tanaro.
In questo contesto, lungo i rii Ronsinaggio e Rabengo, sono stati
effettuati numerosi campionamenti biologici atti a valutare sia la
qualità dell'ambiente fluviale (collaborando con numerose
scuole
dell'astigiano) sia ad approfondire le complesse dinamiche
ecologiche /biologiche dell'ecosistema fiume.
Tali ricerche hanno, negli anni, portato alla realizzazione di numerosi
progetti didattici e di diverse pubblicazioni (Bo et al., 2012; 2011a;
2011b; 2010; 2007).
Per
quanto
concerne la collaborazione con le scuole, e le numerose classi aderenti
a progetti legati all'acqua, l'area didattica "Tenente Bigatti'; lungo
il rio Ronsinaggio, rappresenta sicuramente il centro delle
attività. Tale area presenta infatti caratteristiche ideali
sia
per la "logistica" e l'organizzazione in campo, sia per la buona
diversità morfologica ed ambientale mostrata dal rio i
questa
sua porzione. Infatti in questo tratto il rio Ronsinaggio ha un
andamento sinuoso e meandriforme, il fondo è ricco di
microambienti colonizzabili da parte della fauna acquatica
(estremamente ricca e diversificata, sintomo quindi di una elevata
qualità
ambientale) e le sponde sono facilmente avvicinabili da parte di tutti
i fruitori.
La
realizzazione di pannelli didattici e di un piccolo attraversamento
(ponticello in materiale ligneo) lungo il rio sono quindi, a mio
avviso, da promuovere ed incentivare. "
La struttura sarà costituita da fianchi realizzati con una
palificata semplice tirantata che si eleverà di circa mt 1,5
dal
livello medio delle acque sulla quale sarà impostato il
piano di
appoggio dell'impalcato della larghezza di mt. 1,20.
A
creare un
minimo di invaso a monte provvederà una soglia che si
eleverà di circa 20 cm dal piano attuale a formare una
cascatella che darà voce alle acque oltre che contribuire a
creare due ambienti, a monte e a valle, diversi per morfologia e
importanti per la diversificazione dell'ambiente lotico.
Due bacheche esplicative degli aspetti legati alla flora e alla fauna
acquatica presenti completeranno, con la targa commemorativa,
l'allestimento.
La realizzazione pratica di questi concetti passa attraverso la messa
in opera di una struttura, da realizzare· esclusivamente con
un
materiale naturale, il legno, attraverso l'applicazione di tecniche di
ingegneria naturalistica in modo da costruire una struttura semplice ma
solida, che si integri con l'ambiente circostante e sia capace di
interagire con l'ambiente lotico al fine di arricchire la
diversità morfologica ed ambientale del corso
d'acqua.
|
Consiglio Direttivo Nazionale
del 18 settembre 2014
la
redazione comunica che nell'incontro del Consiglio Direttivo Nazionale
del 18 settembre 2014, sono stati riconfermati all'unanimità
i
quadri dirigenziali dell'associazione che sono così composti:
Presidente
Nazionale
Prof.ssa
Graziella Bettini
Vice
Presidente Nazionale
Prof.
Claudio Toninel
Giunta
Esecutiva Nazionale
Avv. Amedeo Arpaia (consulenza legale)
Sig. Dino Borgonovi (coordinamento)
Sig.ra Luigia Cassandri Caleffi (segreteria)
Sig. Orazio Pavignani ( ufficio stampa: sito web, notiziario)
Arch. Tiziano Zanisi (tesoreria)
Collegio Revisori dei
Conti
Presidente: Clara Ghidini (isc.
Albo Revisori)
Membri effettivi: Fiorenzo Riva, A. Maria Bernini
Supplenti: Pietro Becattini (isc. Albo revisori)
Sergio Grippaldi
Probiviri
Carlo
Bolpin,
Umbertina Capellazzi
Luigi Maschio
Franco Menapace
Renata Petroni
Giovanni
Scotti
|
CONFERENZA
di Vanghelis Sakkatos –
Cefalonia 13.9.2014
Ho
incontrato
la Signora Aura Muscettola Matiatou, Presidente – da maggio
2014
– dell’Associazione italo-greca di Cefalonia ed
Itaca
“Mediterraneo”, per chiederle informazioni sulla
conferenza
che si è tenuta sabato scorso – 13 settembre
– qui a
Cefalonia presso il teatro comunale “Kefalos”. Il
titolo
della conferenza era La Divisione Acqui. Cefalonia 1943.
La
Signora
Aura – che ricordo essere la figlia del Ten. Medico Giuseppe
Muscettola – mi riferisce che si è trattata di
un’iniziativa della sua associazione e
dell’Associazione
dei Professori di Lettere di Cefalonia ed Itaca, per il 71°
Anniversario dell’eccidio della Divisione Acqui, che ha avuto
l’egida del Comune di Cefalonia. Alla conferenza ha
partecipato
lo scrittore Vanghelis Sakkatos, autore del libro La Divisione Acqui.
L'eccidio degli italiani a Cefalonia. La Resistenza edito in italiano -
nel 2004 - da Edizioni Impressioni Grafiche di Acqui Terme (AL), con il
titolo Cefalonia 1943. La Divisione Acqui. Romanzo storico.
Termino
questo
piccolo articolo riportando l’ultima frase del breve
intervento
della Presidente Muscettola alla conferenza: “Concludendo
ringrazio il Signor Sakkatos, il Comune di Cefalonia,
l’Associazione dei professori di Lettere di Cefalonia ed
Itaca e,
più in generale, tutti gli amici cefalioti per la loro
collaborazione”.
Bruna
De Paula da Cefalonia
|
Ricordando Ferrari,
una vita da politico
tra dignità e coraggio
Esattamente
40 anni fa, il 22 agosto 1974, moriva a Corniglio Giacomo Ferrari.
Quarant'anni sono tanti, ma Ferrari è stato un uomo
speciale,
sicuramente una delle figure più importanti che ha lasciato
un
segno indelebile nella storia di Parma. Anche quest'anno si sono dati
appuntamento davanti alla tomba di famiglia rappresentanti
delle istituzioni (Comune e Provincia) e persone che hanno
lottato
al suo fianco, persone che hanno vissuto accanto a lui, che hanno avuto
modo di conoscerlo e di apprezzarlo per le sue doti di coraggio, per la
sua schiettezza, per il suo straordinario spirito pratico, per le
intuizioni che lo hanno portato a «ricostruire» la
nostra
città e a renderla vivibile, per una cultura che non esibiva
ma
che possedeva e metteva al serviziodella collettività, per
quel
suo spirito severo ma giusto, per l'integrità morale e per
lacapacitàdi parlare a tutti e con tutti. Il n corteo
dall'ingresso del ciimitero era scortato dagli agenti della Polizia
Municipale con il gonfalone municipale e aperto dai labari di Anpi,
Cgil e Caduti
della Divisione Acqui.
Alla presenza dei familiari ( la nuora Lidia Amoretti e i nipoti
Camillo Rinaldi, Bruno Brunazzi, Patrizia Milinari), la figura e
l'opera di Ferrari sono state rievocate dagli interventi del
vicesindaco Nicoletta Paci («E' stato il sindaco della
ricostruzione, che ha lasciato un egno indelebile nella Parma
fino ad oggi»), dall'assessore provinciale Ugo Danni
(«Ci
sarebbe ancora bisogno di leader coraggiosi come lui»), dai
deputati Patrizia Maestri e Giuseppe Romanini, dal segretario Cgil
Massimo Bussandri anome delle sigle sindacali, e dal partigiano
Annibale, Luigi Rastelli, compagno di lotta partigiana. Giacomo
Ferrari, nato a Langhirano nel 1887, ingegnere, fu socialista
e antifascista della prima ora, poi aderì al Pci, dove
militò fino alla morte. Partecipò alla grande
guerra con
il grado di capitano di artiglieria. Poi nel1922 salì sulle
barricate fra gli Arditi del Popolo di Guido Picelli, per combattere
e respingere le squadracce fasciste di Italo Balbo. Dal1931 al 1936 fu
esule in Francia. Fu protagonista di primo piano della Resistenza:
partecipò allo storico incontro di Villa Braga e con lo
pseudonimo di Arta, divenne capo del comando unico nel Parmense, in
seguito alla strage di Bosco di Corniglio. Dopo la Liberazione fu
nonùnato prefetto dal Cln, quindi divenne deputato
all'Assemblea
Costituente, e assunse la carica di ministro dei Trasporti nel gabinetto De Gasperi negli
anni 1946 e 1947. • (Gazzetta di Parma del
22/08/14)
Trasmetto le fotografie e l'articolo della
Gazzetta di Parma
relativo
alla commemorazione per il 40° della morte del Sen. Gacomo
Ferrari;
senatore
della Repubblica per tre legislazioni, comandante delle formazioni
partigiani
della Provincia di Parma, membro fin dalla nascita del CLN Parmense
,Prefetto e
Sindaco di Parma. Erano presenti all'evento le maggiori
autorità
cittadine e i rappresentanti
delle Assiociazioni. La nostra Associazione era rappresentata dal
Presidente
Fabrizio Prada ed il consigliere Paolo Azzali con il labaro della
sezione. Tengo molto a questo ricordo anche personale in quanto il Sen.
Ferrari, capitano di aritglieria, dutante la guerra era stato
inviato a Milano per controllare i lavori di costruzione dello
stabilimento
Innocenti dove si produceva materiale bellico in particolare proiettili.
A distanza di alcuni anni dopo la fine del conflitto, lo stabilimento
fu
convertito in azienda meccanica per la costruzione delli scooter Cimato
poi
"Lambretta". Mio padre rientrato da alcuni anni dalla priogionia,era
stato proposto dal Sen. Ferrari come "Concessionario della Innocenti"
così dopo tanti sacrifici patiti durante la prigionia, si
prospettava per mio
padre un avvenire più roseo. (Fabrizio Prada)
|
L'ulivo di Argostoli
c'è ancora!!
Ci
scrive Claudio Marcato che dopo aver svolto una mirabilissima ricerca
sul tenente di Artiglieria, Luigi Seggiaro aggregato a marina
Argostoli, si è recato a Cefalonia per seguire le tracce
della
Batteria e 208. Ha trovato questo posto che rimane un sito storico in
virtù di quanto vi successe il 23 settembre 1943, come
descritto
nella didascalia della fotografia.
Il
bravo claudio scrive: "di ritorno da Cefalonia, vi allego foto "ieri e
oggi". Trovarlo è quanto mai facile... Se si da
dov'è!
Coordinate UTM: 38°10'10" N - 20°28'60" E.
Se
andate su Google Street View, potete vederlo anche voi.
Ora non lo perdiamo più!
L'associazione Nazionale Divisione Acqui, ringrazia vivamente Claudio
Marcato per questa preziosissima documentazione.
Lassi,
localltà presso Argostoli, ai piedi della vetta dove era
ubicata
la Batteria E 208 di Faraò. Sotto questo ulivo secolare, il
24
settembre 1943, vennero rinvenuti i corpi esanimi di quattro ufficiali:
Capitano di Artiglieria Giacomo Renato PINI, comandante della Compagnia
Marina, Capitano Commissario Luigi POZZI, Capo servizi amm. vi di
Marina Argostoli, Tenente CREM, Pietro VIEZZOLI, Ufficiale pagatore
dello stesso comando e Tenente di Artiglieria Luigi SEGGIARO,
comandante "ad interim" della Batteria E 208. Erano stati catturati dai
tedeschi il 22 precedente assieme ad alcuni marinai rimasti in quell'
estremo lembo di Cefalonia e dopo qualche ora li fucilarono dopo aver
tolto loro gli oggetti di valore e anche le scarpe. (dal libro "Qui
marina Argostoli Cefalonia" di Elio Sfiligoi - pag. 101)
|
Nuova
Mostra a Cefalonia
Una
bella
novità da Cefalonia. E’ stata allestita da pochi
giorni una piccola mostra
fotografica sulla Divisione Acqui. La mostra, composta da quattro
pannelli con
diverse foto inedite, si trova di fronte alla Fossa dove furono uccisi
gli
ufficiali tra il 24 ed il 25 settembre 1943. Chi l’ha
allestita è Pavlos
Bouchagier, il cui padre Spyros - all’epoca della strage
appena tredicenne
– per moltissimi anni ha raccolto fotografie, documenti ed ha
tenuto corrispondenza
e contatti con molti sopravvissuti tra cui Amos Pampaloni e Nicola
Ruscigno.
Era sua intenzione scrivere un libro sull’eccidio, ma non
credo sia più in
grado di finirlo. Il figlio Pavlos, raccogliendo il testimone dal
padre, sta
ordinando tutto il materiale e forse completerà lui il
libro. Per adesso ha
deciso di allestire questa piccola mostra nel laboratorio di ceramica
dove
lavora ed espone la sua compagna Efi. Il titolo della mostra
è: La vita e gli
eventi dei soldati italiani a Cefalonia nel 1941.1944,
l’ingresso è libero ed è
visitabile tutti i giorni dalle 9:00 alle 13:30 e dalle 18:00 alle
20:00.
L'Associazione
Nazionale Divisione Acqui ringrazia vivamente il signor SPYROS
BOUCHAGIER per questa meravigliosa iniziativa che, attraverso il
materiale esposto e la sua posizione logistica, contribuisce in modo
assoluto al ricordo dei soldati della "Acqui" e alla valorizzazione
della vicenda da loro vissuta.
Ringraziamo di cuore anche Bruna De Paula latrice di questa importante
notizia. (ndc)
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Omaggio
dei consoli di Grecia e Francia
Presso
il Cimitero di Cremona, al
monumento ai caduti di Cefalonia e Corfù della Divisione
Acqui Omaggio
dei consoli di Grecia e Francia
Per
la prima volta nella storia
della Divisione Acqui due consoli di diverse nazionalità
hanno
reso omaggio al
monumento agli eroici combattenti di Cefalonia e Corfù. E'
accaduto a Cremona
sabato 29 giugno subito dopo la cerimonia commemorativa a ricordo dei
caduti
francesi del 1859 a Solferino. Il console generale di Grecia, George
Papadopoulos
e il console generale di Francia, Joil Meyer hanno voluto
rendere
omaggio ai 174 cremonesi
che persero la vita nelle isole Jonie. Ad accompagnarli
c'erano:
Costantino
Buzalis presidente della Comunità
Ellenica di Brescia e Cremona; Angelo Locatelli
vicepresidente
della stessa comunità, figlio di un reduce della
Acqui e
di una
Cefallena; Nikos Frangos, presidente
ella Comunità Ellenica di Milano; Giorgio Everet di
Corfù, Consigliere comunale
di Cremona; Il colonnello Daniel Zouggari,
dell'esercito esercito francese in forza alla Nato e Marco Baratto,
delegato generale
per l'Italia del Souvenir Français. Locatelli
ha ricordato brevemente i fatti della Divisione che nelle due isole,
nel
settembre 1943, si oppose ai tedeschi lasciando sul campo migliaia di
morti.
Contro di essa era stata inviata la Divisione Edelweiss in gran parte
formata
da galeotti che avevano preferito la guerra al carcere, La loro ferocia
si vide
nelle azioni dagli stessi compiute: nello sterminare, a volle ridendo,
uomini
che si erano arresi; nell'uccidere senza pietà i feriti; nel
mutilare - come
ricorda la signora Evaghelìa Maràtu Locatelli -
dita della mani
del soldati morti
per estrarre senza fatica le fedi coniugali e gli anelli d'oro; nel
tagliare la
gola ed estrarre la lingua dalla stessa a quell'ufficiale che aveva
detto al
tedeschi cosa pensava di loro ...E i greci di Cefalonia e
Corfù,
che con l'armistizio firmato il giorno 8 settembre avevano cominciato a
collaborare con gli Italiani, videro, specialmente nella prima della
due isole,
stragi senza senso e mucchi di decine e centinaia di cadaveri, sparsi
ovunque,
che dovevano essere lasciati insepolti come monito, preda dei corvi, di
animali
e di cani selvatici affamati, finché non furono date
disposizioni per roghi
collettivi o il seppellimento. Un nutrito gruppo di ufficiali, a
Cefalonia,
venne fucilato presso la Casa Rossa.
La presenza
dei consoli di
nazioni che divennero amiche dopo l'armistizio del '43, è
stato un doveroso
omaggio verso quel martiri che “per amore della Patria
preferirono la morte al disonore".
Nella foto di Pietro Papaioannu,
da sinistra: Joël Meyer, Costantino Buzalis, Nikos Frangos,
Georve Padopoulos, Angelo Locatelll, Giorgio
Everet, Daniel Zouggari, Marco Baratto
(
da in prima pagina del 05/07/13 cronaca di Cremona)
|
SOPPRESSIONE DEL 33° REGGIMENTO ARTIGLIERIA TERRESTRE " ACQUI "
Questo
è il comunicato stampa del Comando Brigata Meccanizzata
Granatieri di
Sardegna, di cui il 33° è parte :
Roma,
26 giugno
2013. Domani, 27 giugno 2013, con inizio alle ore 10,30,
nella Caserma " Pasquali Campomizzi " in L'Aquila e alla presenza di
Autorita' militari, civili e religiose si celebrerà la
cerimonia
di soppressione del 33 Reggimento Artiglieria Terrestre "
Acqui ".Dal
lontano 1° Gennaio del 1915, giorno della sua costituzione, il
Reggimento
ha partecipato con onore a tutte le vicende belliche che hanno
interessato la
storia della nostra amata Patria ed il sangue dei suoi artiglieri ha
bagnato il suolo del Cadore, del Monte Grappa,
di Vittorio Veneto, del fronte Greco-Albanese fino all'estremo
sacrificio
dell'isola di Cefalonia. Nel maggio del 1996, il 33° reggimento
fu assegnato alla Brigata "
Granatieri di Sardegna ". Da allora, molte
attività sono state condotte nel territorio nazionale e nei
teatri esteri.
Tra di esse spiccano le
Operazioni " Domino ", "
Strade Sicure " , " Joint Guardian " e " Joint
Enterprise " in Kossovo , " ISAF " in territorio
afgano. Nel ricordo commoso di ogni italiano rimane indelebile, in
termini temporali,
il soccorso fornito alla popolazione de L'Aquila tristemente colpita
dal
terremoto dell'Aprile 2009.
Ogni
artigliere, in
quel terribile momento, benchè colpito in prima persona nei
suoi affetti più cari, ha lavorato con costanza ed
semplarità perchè potessero
essere salvate vite innocenti e ripristinate le più
elementari
condizioni di benessere nella martoriata citta'. In tale difficile
contesto, tutto il personale del 33° Reggimento ha messo in
luce una straordinaria capacità di superare ogni ostacolo
mostrando il meglio
della nostra etica professionale nell'amare con vera passione ogni
sfida, ogni difficoltà , ogni rinuncia
personale per il raggiungimento del bene comune e continuerà
in
futuro a
mantenere alto il prestigio dell'artiglieria, dell'Esercito Italiano e
dell'Italia intera.
La
ns. Sezione, invitata, ha partecipato alla solenne cerimonia.
Viva la
commozione che si è percepita tra i presenti, sollecitata
dai vibranti discorsi
denuti dal 64° ed ultimo comandante del 33° Reggimento
Artiglieria Terrestre " Acqui " Colonnello
Tommaso Capasso e dal Comandante di Brigata " Granatieri di Sardegna
" Generale Maurizio Riccò.
Surreale
è stato vedere molti militari con gli occhi lucidi di
lacrime.
La
soppressione avrà decorrenza 1 luglio 2013.
La
Bandiera di Guerra, decorata con medaglia d'oro al valor militare a
motivo
dell'eroico comportamento tenuto nelle isole di Corfù e
Cefalonia, ha lasciato
L'Aquila, debitamente scortat dai vertici militari del 33°
Reggimento, oggi alla ore 14,30. Al momento sarà conservata
a
Roma presso il Comando Brigata " Granatieri
di Sardegna ", di cui il 33° Reggimento faceva parte, per
essere
successivamente trasferita , con sufficiente probabilita, al
Vittoriano, dove
si conservano tutte le bandiere di guerra dei reggimenti soppressi. A
livello personale posso raccontare che ogni volta che i
reparti schierati gridavano " ACQUI " un brivido mi ha percorso e gli
occhi mi si sono riempiti di lacrime.
Renata Petroni Sez. di Rieti
|
Costituzione
nuova Sezione “Versilia”
Con riferimento alla nota
del 22/02/2013, con la quale il sottoscritto è stato
nominato
Commissario Straordinario della attuale Sezione di Massa
Carrara,
dovuta ad una necessaria riorganizzazione della stessa,
attualmente ridotta alla solo presenza del reduce Cav. Mario Baroni,
sono a relazionarti sull’esito del l’incontro
preliminare
avuto venerdi scorso con il mio caro amico Pier Luca Matteucci (attuale
Governatore della Misericordia di Camaiore e Ufficiale della Croce
Rossa Militare) presso la sede della Misericordia di Camaiore appunto.
Matteucci ha sottoposto al consiglio la pro-posta di accogliere come
sede la nostra costituenda sezione la quale è stata
accettata. Sarà possibile quindi
utilizzare come
punto di appoggio, come indirizzo al quale potrà
essere
inviata la corrispondenza o come punto per eventuali riunioni la sede
della Misericordia di Camaiore. Si metterà egli stesso,
all’ opera per fare la stesura del verbale di costituzione
della
sezione che poi servirà per poter provare ad iscriversi alle
famose liste di volontariato della provincia di Lucca per ottenere
eventuali contributi. Per quanto riguarda le cariche direttive, il mio
amico si è proposto di poter ricoprire la carica di
segretario
mentre la presidenza, visto anche lo Statuto Nazionale, dovrebbe essere
affidata almeno ad un familiare di Caduto o di Reduce.
In tal
proposito avremmo
individuato la Sig.ra Rosita Fabbri (nipote del Reduce Gianneschi Remo
recentemente scomparso). Mentre la Vice Presidenza dovremmo affidarla
ad un simpatizzante, anch’egli della Croce Rossa Militare,
amico
personale mio e dipendente della stessa Misericordia di Camaiore che
garantirebbe la presenza costante appunto della nostra Associazione
all’interno della sede che ci ospita. Riassumendo, le cariche
individuate sarebbero le seguenti:
Presidente
Onorario : Cav. Mario BARONI (reduce)
Presidente
: Rag. Emanuele LOVI (familiare reduce)
Vice
Presidente: Sig.ra Rosita FABBRI (simpatizzante)
Segretario
e Tesoriere: Rag. Pier Luca MATTEUCCI
(simpatizzante)
Consigliere:
Emilio MEI (Familiare reduce div. Parma)
Attualmente il numero
degli iscritti si attesta su 10 unità che però
sono
destinati a crescere rendendo partecipi altri elementi interessati alle
nostre finalità. Comunico, inoltre, che la Misericordia di
Camaiore allestirà con materiale acquisito appositamente per
un
valore di circa 2.000 euro, tutto il vano sanitario della ambulanza che
doneremo al servizio di emergenza (Croce Rossa Greca) presente
sull’isola di Cefalonia. Sono convinto che Il mio amico
Matteucci, riuscirà ad ottenere buoni risultati per noi
,
senza perdere di vista le finalità che ho tenuto a ribadire
costante-mente:
MANTENIMENTO DELLA
MEMORIA, DIVULGAZIONE NELLE SCUOLE, CERIMONIE, ORGANIZZAZIONE
DI MOSTRE FOTOGRAFICHE.
(Serg.
Magg. CRI Valerio Mariotti)
|
Rinnovo
sezione Parma
Parma.
Il giorno 11 maggio
2013, alle ore 10,00 si è tenuta l’assemblea del
Consiglio
Direttivo presso lo STUDIO TECNICO PRADA in Via Trento, 49 Parma per
discutere i seguenti ordini del giorno:
1.
Nomina del nuovo Presidente e Vice Presidente della Sezione di Parma
2.
Nomina del tesoriere e dei consiglieri e revisore dei conti.
3.
Varie ed eventuali.
Presenti:
PRADA
FABRIZIO, PASQUALI
MARZIA, FRANCHE ELISABETTA,BOTTI MARCO,BOTTI DARIO,ANNONI
SEVERINO,AMADASI/MORSIA,PINARDI GIOVANNI,BERTAZZONI THOMAS AZZALI PAOLO
VAROLI GIULIANA
1)
Nomina del Presidente e del Vice Presidente;
all’unanimità il Consiglio ha eletto Presidente
il Sig.
PRADA FABRIZIO, Vice Presidente PASQUALI MARZIA;
2)
Nomina Tesoriere e Consiglieri e Revisore; il consiglio ha eletto:
Tesoriere:
PASQUALI MARZIA
Consiglieri:
VAROLI GIULIANA, AZZALI PAOLO, BOTTI MARCO, ANNONI SEVERINO
Revisore
dei Conti: BERTAZZONI THOMAS.
3)
Nuova sede: si è
deciso di trasferire la nuova sede presso lo STUDIO TECNICO PRADA in
Via Trento, 49 Parma nella quale verrà esposto il Labaro.
E’ stato deciso di provvedere all’invio del
bollettino di
conto corrente postale per il versamento della quota annuale
associativa per un importo pari a € 15,00 per
vivibilità
dell’Associazione; chi desiderasse fare un offerta,
potrà
maggiorare la quota di tesseramento. (Fabrizio Prada)
|
Il processo Alfred Stork
A 69 anni dai fatti
di Cefalonia, uno degli esecutori materiali della strage della Casa
Rossa è stato rinviato a giudizio. Dopo
più udienze, ieri dopo le arringhe del PM e dei difensori,
dell'imputato e delle parti civili, il Gup del Tribunale Militare di
Roma, dr Rolando, in un clima di massima emozione, ha riconosciuto la
fondatezza delle imputazioni riviando a Giudizio l'ex caporale Alfred
Stork per i capi di imputazione ascrittigli di " concorso personale in
violenza con omicidio continuato commessa da militari nemici in danno
di militari italiani prigionieri di guerra".
L'udienza
dibattimentale è stata fissata per il 19.12.2012 innanzi
alla 2 sezione del Tribunale Mil, di Roma.
Ritengo
che la ns Associazione possa essere soddisfatta, almeno moralmente, che
vengano riconosciute le infamità commesse verso i nostri
soldati caduti
|
Itinerario della Memoria
E'
stato pubblicato il libro "Itinerario della Memoria" guida ai luoghi
delle stragi dei militari italiani a Cefalonia nel settembre 1943.
Questo libro,
realizzato dall'Associazione italo-greca di Cefalonia "Mediterraneo" a
cura di Bruna De Paula e Paolo Paoletti, con il patrocinio della Camera
del Lavoro CGIL di Avellino e di Alessandria e della Fondazione "Bruno
Trentin", pubblicato dalle edizioni Mephite, è un ottimo
strumento per chi voglia visitare quelle parti dell'isola di Cefalonia
che videro i massacri e gli scempi fatti ai nostri soldati
dall'esercito tedesco.
Una
guida ben costruita dalla vice presidente dell'Associazione
Mediterraneo, Bruna De Paula che grazie alla sua conoscenza dell'isola
(vive a Cefalonia), la sua professione di architetto e quindi la sua
capacità di lettura delle mappe, ha fornito al visitatore un
itinerario facile da seguire e soprattutto arricchito dalla precisione
storica dell'archivista Paolo Paoletti il quale accompagna le
indicazioni con la ricostruzione di quanto avvenne in ogni luogo
descritto.
Peccato
però che il Paoletti abbia un minimo rovinato il suo
lavoro non perdendo occasione per essere critico e provocatorio nei
confronti della nostra Associazione, in un contesto nel quale non
serviva, e continuiamo a non capirne il perchè. Importante
storico, il Paoletti, ha pubblicato diversi libri sulla vicenda della
Divisione Acqui, tutti negli ultimi 10 anni. Onore al merito.
Ma
quando egli critica sistematicamente la nostra Associazione e
adirrittura il Ministero della Difesa per un errore nella targa situata
dentro la "fossa" o quando dice che i monumenti servono solo per i
politici, devo per forza di cose ricordare al professore che dovrebbe
uscire un attimo dagli archivi militari e fare uno studio sulla genesi
e su quanto ha fatto l'Ass. Acqui dal 1946 ad oggi, devo per forza
ricordare al professore che questa storia non è fatta solo
di
numeri o revisioni ma anche di sensazioni, ricordi e soprattutto
lacrime.
Quando poi afferma che non abbiamo mai pensato a creare un elenco di
morti e di vivi o a realizzare un itinerario della memoria, devo
ricordargli che gli "acquini" non avevano bisogno di tali elenchi
poichè quegli elenchi erano nei loro cuori, e, considerando
che
solo da pochi anni si è sviluppato un enorme interesse per
l'isola di Cefalonia e che prima c'erano solo viaggi organizzati dalla
nostra Associazione e i nostri reduci gli itinerari li conoscevano
già e non c'era bisogno di guide.
D'altra parte,ora, come farebbe il Paoletti a porre delle critiche
strumentalizzando le cose con il senno di poi?
E mi
chiedo: quante
volte il Paoletti ha visto un reduce piangere a singhiozzo depositando
una rosa davanti a un monumento?
Secondo
lui chi ha voluto che nascessero tutti i simboli del ricordo di questa
vicenda?
Quante
volte davanti alla fossa o davanti al monumento di Cefalonia i
reduci o i loro parenti hanno pensato a quell'errore nella targa di cui
solo lui si è accorto?
Ha
mai il Paoletti, intervistato di persona un reduce e raccolto le sue
lacrime al ricordo di quanto vissuto?
Per
quest'ultima domanda e avendo letto tutti i suoi libri, penso di poter
rispondere dicendo no.
Allora
caro Paolo Paoletti, continui pure con la sua precisione di
ricercatore archivista, continui pure con le sue interpretazioni sul
Generale Gandin e i suoi tradimenti di Cefalonia e Corfù e
con le
sue elaborazioni matematiche sui numeri della "CasettaRossa": le sue
opinioni sono assolutamente da rispettare, ma non sfrutti il senno di
poi per essere critico nei confronti di chi da oltre sessant'anni ha
prestato la sua opera di "Volontariato" nell'aiuto dei reduci
tornati a casa e bisognosi di tutto, in un dopoguerra dove tutto era
distrutto, di chi nel ricordo dei propri commilitoni trucidati si
è sentito in colpa per non essere morto anche lui, di chi
per
non tradire un giuramento o per propria dignità ha subito,
in
prigionia, le pene dell'inferno non assogettandosi al
collaborazionismo. Sono loro, gli stessi reduci, che hanno voluto i
monumenti, perchè hanno partecipato, visto e
sofferto; quei
simboli li hanno voluti perchè questo era il minimo che
potessero fare per il sacrificio dei loro compagni.
Sono
questi i concetti che dopo tanti anni, noi "giovani della Acqui",
che siamo i loro figli o i loro nipoti, cerchiamo di non
smarrire
e di tramandare in questo mondo che ha assolutamente molto
più
bisogno di quei valori che di qualche cifra esatta.
Queste
precisazioni erano assolutamente dovute a tutti quelli che oggi
si adoperano per ricordare l'essenza della storia della divisione Acqui
con la passione e con il cuore.
Chi
da oggi in poi si recherà a Cefalonia, potrà
reperire
la guida ai luoghi del massacro presso il Museo della Acqui situato,
sul Lisostrosos di fianco alla chiesa cattolica di san Nicola, curato e
seguito dall'Associazione
Mediterraneo. Come dicevo è una guida fatta molto bene dagli
autori e prego chi la leggerà di fare una considerazione su
quanto ho appena scritto. (Orazio
Pavignani)
Gazzaniga
(Bg) 2 Giugno 2011
Si
è svolta nella ridente cittadina di Gazzaniga in provincia
di
Bergamo, nelle giornate dell'1 e 2 giugno, la manifestazione dedicata
al centenario della nascita di Padre Luigi Ghilardini.
Tutti sappiamo chi era padre Luigi e quale
importanza abbia avuto nella
vicenda della nostra amata Divisione Acqui e la concomitanza del
centenario della sua nascita con il centocinquantesimo
dell'unità d'Italia, seppur casuale, ci sembra
assolutamente calzante con la levatura morale di questo ex cappellano
militare che tanto fece per i nostri soldati sia durante gli eventi di
Cefalonia che dopo la fine della guerra con il recupero delle loro
salme.
Ottimo il lavoro svolto da Daniella
Ghilardini
(nipote di Padre Luigi), a cui l'Associazione Nazionale Divisione Acqui
porge la sua stima e gratitudine, che, con l'aiuto del marito Vincenzo,
di tutti i suoi fratelli e dei suoi figli, da tempo si è
adoperata affinchè questo evento riuscisse nel migliore dei
modi
ottenendo un risultato che è andato oltre le aspettative. Le
iniziative hanno avuto inizio martedì 1 giugno alle scuole
elementari intitolate al nostro cappellano militare con il saluto del
Sindaco di Gazzaniga e un sentito ricordo di Padre Luigi Ghilardini da
parte della nipote Daniella a cui è seguita la testimo
nianza
del reduce Giovanni Grassi il quale ha rapito, con grande ca
pacità e simpatia, l'attenzione degli alunni.
Mercoledì 2
giugno le ma nifestazioni sono riprese con la messa presso la chiesa di
S. Maria Assunta a cui è seguito un corteo con i labari
della
sezione dei Bergamo, di Bologna, Ferrara e Modena, e con i labari delle
varie associazioni com- battentistiche, il quale accompagnato dalla
Banda Cittadina di Gazzaniga ha raggiunto le sale dell'Oratorio del
Sacro Cuore, dove i reduci presenti Bombardieri e Grassi hanno tagliato
il nastro inaugurale della mostra "La scelta della Divisione Acqui a
Cefalonia e Corfù nel settembre 1943" alla quale
è stato
aggiunto un pannello dedicato a Don Luigi Ghilardini curato da Daniella
Ghilardini e Orazio Pavignani. Dopo un tradizionale rinfresco i
numerosi astanti
si sono lasciati per ritrovarsi la sera, al
cinema
dell'oratorio per un'altra cerimonia che ha avuto come punto principale
la consegna della Medaglia D'Oro al Valor Militare insignita
all'artigliere Benedetto Maffeis alla cittadinanza di Gazzaniga. Si
è conclusa poi questa manifestazione con i canti alpini e
popolari eseguiti dal coro "Donne alla Fontana". Insomma un'ottima e
importante manifestazione che meritava una maggiore
attenzione da parte delle autorità civili e militari, ma che
non per questo,
ha perso i suoi alti contenuti. (Orazio Pavignani)
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