Nuovi
Libri
Ecco l'opera del Dott.
Davide Mandarano
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"AMARENO"
Il romanzo sulla storia del soldato
Luigi Grimaldi
del 18° reggimento fanteria
"Acqui"
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.
Il Capitano "Camillo Ciarlini"
dello Stato maggiore della Divisione !"Acqui"
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..
Il fante "Domenico Fiorino" del
317° Reggimento Fanteria "Acqui"
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É uscito questo libro molto interessante sulla testimonianza del superstite di Cefalonia, Ludovico Bonfanti.
Ludovico ha servito nel 33° reggimento artiglieria prima al comando
del Cap. Amos Pampaloni, poi al comando del Cap. Renzo Apollonio. Ha
fatto parte del raggrupamento Banditi Acqui .
Il libro scritto dal figlio Romano Giuseppe è suddiviso in quattro fasi :
a) la vita di Ludovico fino al militare;
b) la vicenda di Cefalonia vista dagli storici;
c) i tre personaggi principali;
d) la vicenda di Cefalonia vista dal padre Ludovico.
Libro molto interessante e veloce da leggere con la grande
particolarità del dialetto di Almenno San Salvatore (bg) usato
da Romano Giuseppe per raccontare suo padre in tutta la sua
personalità e poi per lasciare alla storia il dialetto
almennese, uno dei cento dialetti bergamaschi; cosa assolutamente
ammirevole poichè il dialetto è comunque cultura.
Chi lo volesse avere può contattare Daniella Ghilardini presidente sezione di Bergamo. (op)
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La Divisione Acqui faceva parte del Regio esercito italiano e a partire
dal 30 aprile 1941 occupò le isole Ionie della Grecia. Dopo l’8 settembre
1943, in quelle isole e soprattutto a Cefalonia e Corfù, la Acqui
resistette all’imposizione tedesca della cessione delle armi e della resa
stessa.
Seppur abbandonata dal Re e dal governo Badoglio, fuggiti da Roma
a Bari, la divisione italiana senza mezzi navali e senza il supporto
dell’aviazione, decise di resistere al nemico germanico per la propria
dignità di italiani e per onorare il giuramento fatto alla Patria.
Questa scelta fu pagata con la distruzione della Acqui, con la morte di
tanti suoi soldati e con la difficile prigionia di quelli che ebbero la
fortuna di non essere uccisi in battaglia o essere vilmente trucidati dai
Tedeschi man mano che si arrendevano.
In questo libro si trovano le testimonianze di alcuni sopravvissuti, solo alcuni, ma è come ci fossero tutti, perché ogni superstite e reduce che
ha scritto la propria storia lo ha fatto soprattutto per rendere giustizia
anche a tutti gli altri.
Questo libro ha vinto il premio Letterario Tralerighe Storia 2020.
Tralerighe libri
https://www.tralerighelibri.com/product-page/cefalonia-io-c-ero
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“La
mia guerra ‘43-45” è la pubblicazione del
manoscritto scritto di proprio pugno da Nello Macrì, classe 1919.
Lasciato in
eredità alla famiglia e dato alle stampe dai figli, il volume
custodisce i ricordi personali della guerra del ‘43-45; un
tragico periodo che ha sconvolto il mondo intero, sottraendo tanti
figli alle proprie famiglie. Figli, giovani, uomini che hanno dovuto
– per amore verso la patria o per propria volontà –
combattere un folle demone affamato di potere.
Nello Macrì,
uomo poliglotta e dalla grande cultura, è stato costretto anche
a fingere di essere uno studente di medicina al primo anno; altre volte
ha fatto da interprete tra i carnefici e i poveri soldati prigionieri.
È stato in
fondo fortunato, perché alla fine della guerra è riuscito
a far ritorno a casa e a sposare la donna alla quale era legato da una
promessa d’amore.
Dalla
premessa [...] "Il contingente italiano fraternizzava con la
popolazione; non c'era soldato, graduato, sottoufficiale che, in libera
uscita, non si accompagnasse con la "morosa". Nei campi si vedevano
vangare, zappare, lavorare uomini in divisa grigio-verde, così
come gli antichi soldati romani facevano nelle colonie, dando
origine ad un processo osmotico di cultura, sentimenti ed affiatamento
tali da confondere e fondere le due etnie in un amagalma nuovo".
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É finalmente uscito l'ultimo libro di Patrizia Gabrielli,
pubblicato da Società Editrice il Mulino (BO) febbraio 2020.
Crediamo di interpretare i sentimenti di tutta
l'Associazione Nazionale Divisione Acqui nell'esprimere i migliori complimenti
e i più sentiti ringraziamenti alla prof.ssa Patrizia Gabrielli, per aver valorizzato L’Associazione
Nazionale Divisione Acqui tramite l'uso della documentazione contenuta negli
archivi dell'Istituto Storico Autonomo per la Resistenza dei Militari Italiani
all'Estero e per quelli contenuti nei fondi delle varie sezioni provinciali che hanno collaborato con Lei.
Questo lavoro va a completare una lacunosa parte della
storia di quanto avvenuto nelle isole Ionie nel settembre 1943, attraverso
l'analisi della posta militare dei nostri soldati ivi presenti dal 30 aprile
1941 e fino all'8 settembre 1943, data in cui, con il proclama dell'Armistizio
a cura del Maresciallo Badoglio, finiva la nostra alleanza con i tedeschi, vennero
chiusi gli uffici di posta militare ed aveva inizio il drammatico epilogo della
Divisione Acqui.
Con
questo libro e tramite la lettura di quanto i soldati
scrivevano a casa in quel preciso momento storico, si può avere
una maggiore
percezione del contesto di quel momento, dei sentimenti e dei valori
che li spinsero a fare la scelta della salvaguardia della
dignità di essere Italiani , della salvaguardia del proprio
onore e dell'onore della patria, tematica non sempre
espressa nelle ricostruzioni storiche, dove l'uomo è spesso
sostituito dai
documenti e dove gli uomini diventano spesso
"Soldati o Truppa"
Le parole relative ai valori appena espressi non sempre sono
evidenti nelle lettere o nelle cartoline, ma si possono vedere o percepire tra
le righe di queste missive, perchè in
esse esplodono copiosi i valori legati all'amore e alla famiglia e più questi
sono profondi, più vanno di pari passo con quelli citati prima, e la prova più
eclatante di questi principi è stata firmata con la sofferenza e con la vita.
Grazie Patrizia. (Orazio Pavignani)
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ERMANNO BRONZINI
La battaglia di Cefalonia
Diario di un reduce
«In ognuno di noi vi è il presentimento che, d’ora in poi, noi saremo lasciati
per qualunque decisione in balia di noi stessi»
9 settembre 1943
La
vicenda della divisione «Acqui» a Cefalonia dopo l’8
settembre 1943 è uno degli episodi della nostra guerra che
ancora continua a suscitare interrogativi e discussioni. Perché,
a differenza della quasi totalità delle forze italiane dislocate
nei Balcani, la «Acqui» resistette ai tedeschi e
combatté, venendo sopraffatta e in parte significativa
sterminata? L’intenso e drammatico diario del capitano Ermanno
Bronzini racconta l’intera vicenda della «Acqui»
dall’8 al 24 settembre, ossia dalla notizia dell’armistizio
alle trattative con i tedeschi, allo scontro armato, alla sconfitta
finale con la fucilazione di massa degli ufficiali di cui l’autore è uno dei 37 superstiti: una testimonianza preziosa dal punto di vista storico ma anche
umanissima nel registrare i sentimenti di uomini chiamati a scelte
difficili e ad affrontarne le conseguenze, fino a quella estrema della
morte.
Ermanno
Bronzini (1914-2004), studioso e docente di parassitologia, biologo e
più tardi direttore del Giardino Zoologico di Roma, nel 1940 fu
richiamato alle armi e inviato in Libia; nel luglio 1943 venne
destinato alla divisione «Acqui» di stanza a Cefalonia, con
la funzione di addetto all’ufficio operazioni del comando.
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L'Ultima Battaglia per la Divisione Acqui
Il
ricordo per essere tramandato e diventare insegnamento di vita deve
essere rafforzato dal senso di giustizia. Ma non c’è
giustizia definitiva senza coltivare l’importanza della memoria.
Condivisa. Un bene comune per capire cosa è successo, per
leggere e approfondire le vicende del nostro paese con
imparzialità e per trasmettere gli insegnamenti della storia
alle nuove generazioni. Con questo spirito, liberandoci da preconcetti
e scrollandosi di dosso pregiudizi, forti del dettato giornalistico
dell’equilibrio e della terzietà, abbiamo iniziato un
percorso per dare sostanza a un coro a più voci che riunite
potessero tendere all’obiettivo appunto della memoria condivisa.
Su una vicenda esemplare della vita dell’Italia: la Divisione
Acqui a Cefalonia negli anni della Seconda guerra mondiale. E nel
Dopoguerra in Italia e in Europa. Il nostro lavoro si propone come un
libro diverso. Perché non ha pregiudizi o preclusioni ma si basa
essenzialmente sui documenti, in buona parte presi in considerazione
per la prima volta. Il nostro obiettivo della memoria condivisa guarda
all’ottantesimo anniversario di Cefalonia, che cadrà nel
2023. Nella convinzione che solo così si può rendere
pienamente giustizia morale e onore alla Divisione Acqui.
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Nello Forlivesi
Diario di Prigionia
Tra l'8 e il 22 settembre del 1943, sull'isola greca di Cefalonia, si
consumò il più grande eccidio che i tedeschi abbiano mai
compiuto contro gli italiani. Le motivazioni della strage sono da
individuare nella Resistenza dei militari dell'Esercito italiano al
disarmo e alla deportazione voluta dalla Germania nazista dopo la resa
incondizionata dell'Italia alle forze alleate anglo-americane. Durante
gli scontri, migliaia di militari italiani persero la vita e
altrettanti vennero fatti prigionieri. Tra questi vi era un fante della
33ª Divisione fanteria Acqui, il romagnolo Nello Forlivesi, che ha
raccolto in un diario le memorie di quei giorni di prigionia trascorsi
tra la Grecia e i Balcani. Un diario genuino, scritto con uno "slang"
figlio di una istruzione appena abbozzata ma di una naturale
intelligenza e di una voglia di non perdere la memoria. (dalla
prefazione di Mario Proli)
Curatori :Giuseppe Fabbri, Viviana Forlivesi Editore: Diogene
Anno edizione: 2019
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Cefalonia
Il Processo, la storia, i documenti
di
Marco De Paolis e Isabella Insolvibile
Nel
settembre 1943, sull'isola di Cefalonia si consumò il
più
grande massacro di soldati italiani della seconda guerra mondiale.
Reparti tedeschi perlopiù appartenenti alla 1a
Gebirgs-Division
Edelweiss, già responsabili di crimini di guerra,
sterminarono
in pochi giorni migliaia di soldati della Divisione italiana Acqui,
ubbidendo a un ordine di Hitler. Terminata la strage di massa, gli
ufficiali italiani superstiti furono uccisi in quello che è
passato alla storia come l'"eccidio della Casetta rossa". La
documentazione utilizzata per l'indagine e il processo (celebrato solo
a settant'anni dall'evento), di cui qui si dà conto,
è un
utile materiale per chiunque voglia approfondire la conoscenza di un
episodio cruciale della nostra storia: fonti italiane, tedesche e
anglo-americane, relazioni degli organi investigativi e, soprattutto,
verbali d'interrogatorio risalenti a differenti fasi d'indagine sono
oggi un patrimonio a disposizione di tutti.
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VITTORE BONA – Lettere alla famiglia 1940-1943
Il
Museo Storico del Trentino in collaborazione con l’Assessorato
alla cultura e istruzione di Brentonico - che raccoglie alcune decine
di lettere del soldato Vittore Bona da Crosano di Brentonico ucciso a
Cefa-lonia il 23 settembre del 1943 con la presenza dei curatori
dell’opera Lorenzo Gardumi e Vittoria Otta-viani e rappresentanti
dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui ha presentato il
libro “Vittore Bona – lettere alla famiglia 1940-43”.
Vittore (detto
Vittorino) Bona nacque a Crosano di Brentonico il 8 settembre 1920 da
Livio e Ersilia Bianchi, unico fratello maschio di una famiglia
composta anche da cinque sorelle: Clelia, Nostra, Olga, Brunetta e
Maddalena (detta Renata). Frequentò il Ginnasio presso il
Seminario minore di Trento e poi si iscrisse al Liceo Antonio Rosmini
di Rovereto. Nel marzo 1940 fu costretto ad interrompere gli studi
dacché arruolato nel 33° Reggimento artiglieria della
Divisione Acqui, col quale si trovò ad ope-rare in Francia, in
Albania, in Grecia ed infine nelle isole di Corfù e Cefalonia.
Seppure impegnato su vari fronti, riuscì a continuare
l’impegno scolastico per corrispondenza. Appassionato studente e
culto-re del greco classico, Vittore imparò anche il greco
moderno; fu interprete ufficiale e ricoprì un apprez-zato ruolo
di mediazione ed amicizia con la popolazione locale. Vittore Bona
è dato per disperso a Cefa-lonia il 23 settembre 1943 a seguito
della violenta rappresaglia tedesca che provocò il massacro di
mi-gliaia di soldati italiani. Durante l’incontro saranno
ricordati anche altri brentegani presenti
in quei terribili giorni a Cefalonia - Augusto Dossi (Gusto
Faiànt) di Corné, Arturo Dossi (Morìno) di
Brento-nico e Girolamo Zoller (Mòmi) di Fontechel –
nonché l’episodio che vide Vittore Bona ed Eleno Peroni
(Nèlo Perolìm) dare umana sepoltura a Corfù nel
marzo 1942 al compaesano Giulio Peroni trovato morto su una spiaggia
dell’isola dopo l’affondamento da parte degli inglesi del
Piroscafo Galilea che lo avrebbe riportato in Italia. Questa è
la prima pubblicazione di scritture di soldati brentegani nella
Se-conda guerra mondiale; ne seguiranno altre, man a mano che i
preziosi taccuini usciranno dalle amo-revoli custodie dei famigliari.
Così come è stato fatto per la Grande guerra - una
ventina sono i diari e le memorie finora pubblicati anche le
testimonianze popolari delle altre guerre del rugginoso Novecento
meriteranno adeguata divulgazione.
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STAMMLAGER: L'INCUBO DELLA MEMORIA
DI
VITORONZO PASTORE
Molto
volentieri la
nostra Associazione promuove questa trilogia storica così
abilmente scritta e composta dallo scrittore Vitoronzo Pastore. Come
possiamo vedere dalla presentazione il libro, l'autore non solo si
occupa dei soldati e I.M.I. della Divisione Acqui, ma completa la sua
opera con grande ricchezza di materiale fotografico, testimoniale e
documentale. Una trilogia da non perdere. (op)
PRESENTAZIONE
Questi
tomi sono dedicati alle centinaia di migliaia di giovani che furono
internati nei Campi di prigionia nazisti, a coloro che vi perirono e ai
sopravvissuti degli orrori. Il mio intento è fornire il
più ampio quadro possibile dell’incubo vissuto
negli
Stammlager, attra-verso testimonianze e documentazioni, per la
Libertà, per la Democrazia per la Pace, per la Giustizia e
per i
Diritti Umani.
Questi
fogli siano
letti e compresi dai giovani di oggi e gli stessi diventino fautori di
una rinnovata Resistenza contro le ingiustizie del mondo.
Oltre
1700 pagine che navigano tra testimonianze e bestialità
dell’essere umano.
Veicolo
di Moto, veicolo di Sensibilità, anima del Mondo.
Il mio
fondamentale
pensiero per dare voce a coloro che, in varie forme, offrirono la loro
vita per la Libertà e per la Pace; ancora oggi non ascoltati!
Non
bisogna fermarsi mai nell’impegno sociale affinché
l’operosità di ognuno possa
affermare regolari condizioni di interscambio umano e culturale tra i
popoli, sia all’interno dei singoli Statiche in tutta la
comunità internazionale, in modo tale da debellare guerre e
conflitti, e senza dubbio anche le distinzioni etniche, sociali e
religiose.
Il
Contenuto
Recensioni:
“Agire i Diritti Umani” di Pina CATINO: Presidente
Club per
l’UNESCO di Bi-sceglie; “Proemio” di
Francesca
DELL’AIA e Luna PASTORE, “Verweigerer” di
Cav. Dr.
Michele MIULLI, ricercatore ed esperto d’Arte, ufficiale nei
Carabinieri esperto nella Tutela del Patrimonio Artistico;
“Premessa” di Luigi PALMIOTTI, Storico e Direttore
del
Museo Et-nografico “Francesco Prelorenzo” di
Bisceglie;
Presentazione dell’architetto Antonio PASTORE, Presidente
Associazione Turistica Pro Loco di Casamassima.
Introduzione
dell’Autore; Pizzini lanciati dai vagoni bestiame transitati
alle
stazioni ferro-viarie di Trento, di Bolzano, di Treviso, di Venezia e
intermedie dopo l’8 settembre 1943. I tomi contengono
l’elenco di tutti i Campi dei Prigionieri di Guerra in
Germania e
Territori occupati, i vari tipi di Stalag, le loro mini-storie e le
rispettive corrispondenze di quasi tutte le Regioni d’Italia.
Due
capitoli sono
dedicati alla documentazione Tedesca: Interruzioni di fine rapporto di
lavoro dai diversi Campi; Schede e tessere di lavoro; Attestato di
trasformazione a lavora-tori civili; Schede sanitarie e di ricovero;
Carte d’identità rilasciate dai Campi di
liberazione in
attesa di rimpatrio; Messaggi della C.R.I.; Lasciapassare dai vari
Comandi; Altri docu-menti. Corrispondenze dai Campi di lavoro tramite
cartoline Postali tedesche.
A
questi Capitoli si interpongono Capitoli dedicati agli I. M. I. di
Città, Province e Comuni italiani: I Comuni
dell’Area
metropolitana di Bari: Conversano, Castellana Grotte, Acqua-viva delle
Fonti, compreso Caduti e Dispersi (di seguito C.D.), Santeramo in
Colle, Valen-zano, Putignano, Noicattaro, Turi e C.D., Gioia del Colle,
Cassano delle Murge e C.D., Sammichele di Barie C.D., Locorotondo,
Noci, Grumo Appula, Bitetto, Bitritto, Sannican-dro di Bari, Toritto,
Gravina di Puglia, Modugno, Palo del Colle e C.D., Altamura, Molfetta,
Giovinazzo, Alberobello e C.D., Adelfia e C.D., Capurso, Carbonara e
Ceglie del Campo, Cellamare C.D., Mola di
Bari, Monopoli, Polignano a Mare, Triggiano, Terlizzi e C.D., Ru-vo di
Puglia, Corato, Rutigliano e C.D., Bitonto, Casamassima e C.D., e Bari.
Area metro-politana BAT.: San Ferdinando di Puglia e C.D., Trani,
Barletta, Andria, Bisceglie e C.D., Spinazzola, Minervino Murge,
Canosa. Area metropolitana di Milano: Corrispondenze I.M.I. e C.D.;
Area metropolitana di Monza e C.D.
Comune
di Roseto degli Abruzzi; Area metropolitana di Teramo e C.D.
Area
metropolitana
di Catanzaro, Staletti, di Faroleto Antico, di San Vito sullo Ionio, di
Sersale, di Chiaravalle Centrale, di Soverato, di San Sostene e di
Badolato. Area metro-politana di Taranto, Talsano, Statte, Massafra,
Castellaneta, Mottola, Crispiano, Pulsano, Leporano, Laterza, San
Giorgio Jonico, Palagianello, Grottaglie, Ginosa.
Area
metropolitana
di Cosenza, Acri, Altomonte; Area Metropolitana di Crotone, Strongoli,
Cirò Marina e Superiore, San Mauro Marchesato; Area
metropolitana di Vibo Valentia: Filadelfia, Mileto, Tropea, Monterosso
Calabro.
Area
metropolitana
di Alessandria, di Novara-Verbania, di Vercelli- Biella, e
dell’Area metropolitana di Brindisi e di Lecce.
L’eccidio
della Divisione “Acqui”; Trascrizione
dell’Attestazione Giurata del 25 agosto 1945 del caporale
Luigi
BRIASCO e del caporale Tolmino BOMBARDA, vistata dal Colonnello Bruno
TOSCANO Comandante del Campo Italiano di Spremberg (probabile
atto probatorio al Processo di Norimberga sui fatti di Cefalonia);
Sintesi del 1° marzo 1953 del Ritorno in Patria delle Salme dei
Caduti di Cefalonia e Corfù; Testimonianze degli
“Ac-quini” di Francesco MARIELLA, di Francesco
MANZARI, di
Leonardo MASSARO, di Giovanni LOSURDO, di Antonio MONNO, di Vincenzo
ROSATO; Alcuni militi della Terra di Bari; Il 49° Reggimento di
Fanteria
“PARMA”.
I
naufraghi dell’affondamento delle navi ORIA, SINFRA,
PETRELLA, ARDENA e ROSSELLI.
Un
Capitolo è dedicato al Campo di Lavoro di
Schöneweide
(Berlino), Mostra-Museo “Tra più Fuochi”.
Le
tragedie:
L’eccidio di Gardelegen; Fullen “Il Campo della
Morte” –Associazione Nazio-nale Reduci della
Prigionia.
Stalag 307 – La Fortezza della morte; Stalag 352 –
Dalla
Bielorussia con terrore.
L’eccidio
di
Sebalduschof di Treuendrietzen, Campo delle torture (o inferno dei
vivi?) – Birkenau – I due documenti-testimonianze
furono
probabilmente atti probatori al Processo di Norimberga.
Il
sentiero di Anne
Frank; i Campi degli strazi dell’animo (campi di Sterminio);
testimonianza del Generale Felice PORRO; il concime fertilizzante dei
Tedeschi; Sonetti di SalvatoreMEMEO.
I diari
del del Ten Col Michele Abbadessa durante la permanenza al Campo
Raccolta ex
Internati
Italiani di Spremberg.
Sogni
di fame. Oltre 60 messaggi della Croce Rossa Internazionale; 70
documenti
I.M.I. in
bilingue; libretti di lavoro; 50 cartoline postali tedesche inoltrate
dai Campi di lavoro; 18 piastrine prigionieri di guerra dei vari
Stalag; oltre 70 cosiddette “schede di cattura” e
trascrizioni di circa 1.300 corrispondenze da e per gli Stammlager;
Centinaia di immagini degli Stammlager, dei Protagonisti e dei
Monumenti dei Caduti dei Comuni italiani.
Tantissime
sono le Testimonianze italiane ed estere.
Il
“libro” è stato insignito dal Premio
Internazionale
per i Diritti Umani “Victor Hugo” confe-rito
dall’Accademia Italia in Arte nel Mondo.
Il
costo: i tre tomi con il cofanetto euro 75,00, senza cofanetto euro
65,00.
Il
ricavato della vendita sarà devoluto in beneficenza. (Dal
sito www.vitopastore.it)
PUBB.
13/02/18 |
Libri
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Divisione Acqui: due
Passi Avanti
Il
diario: Il superstite, Menghini Danilo, così amava farsi
ricordare,
scrive la sua storia personale e racconta con
lucidità gli attimi
vissuti della tragedia perpetrata dall'esercito tedesco della
Whermacth. Il suo ricordo è
appassionato
e rivive giorno per giorno tutte le pene ed i dolori della guerra e
della prigionia che, racconta rivivendoli
intensamente.
Il suo appassionato racconto prende il lettore in maniera tale che
anch'esso si immedesima rivivendo quei tragici fatti. Di proposito
alcuni dei capitoli, quelli più intensi, vengono narrati
ricorrendo al
fumetto mirabilmente disegnato dalla penna di Roberto Merella, al quale
va il plauso per l'impegno profuso nella realizzazione
particolareggiata dei luoghi, delle divise e delle armi dei
militari,
sia italiani che tedeschi.
|
Libri
Lettere da Cefalonia
a cura di Vincenzo
Scasciafratti
Nel
pubblicare le lettere di un caduto di Cefalonia del settembre 1943,
viene spontaneo il quesito se fosse proprio necessario un ulteriore
contributo in volume o non fosse sufficiente e più opportuno
un
semplice “versamento” di queste carte presso un
fondo
archivistico specializzato.
La
risposta si
appoggia non tanto al pacchetto di scritti che qui presentiamo, quanto
al percorso che intorno ad essi è stato costruito
in
più anni con impegno e passione: quella di chi voleva tenere
viva la memoria dell’ Autore e dei fatti di cui fu
protagonista e
quella di chi desiderava sensibilizzare i giovani a un diverso
approccio allo studio della storia, a partire da documenti
tradizionalmente confinati nella sfera del
“privato”.
Quanto
si raccoglie
in questo libro è costituito perciò dalle lettere
annotate e illustrate (perché non se ne perda il contesto
grafico proprio e le caratteristiche “postali”); da
alcune
letture ermeneutiche ed espressive che ne sono scaturite, dalle
testimonianze di coinvolgimento professionale, civile e memoriale che
le hanno accompagnate; da un corredo fotografico connotativo di
ambienti.
La
realtà
biografica di cui si parla è quella del giovane Sottotenente
Renato Calabrese, nato a Fontarello di Posta (RI) il 13 agosto 1920,
rimasto ucciso a Cefalonia il 21 settembre 1943, in seguito alla
battaglia tra la Divisione italiana Acqui e alcuni reparti tedeschi
della Wehrmacht. Dai suoi scritti emerge il vissuto di due anni esatti
di vita militare (settembre 1941 - agosto 1943), che possiamo integrare
con documenti e testimonianze scritte e orali, provenienti sia dallo
stesso ambito militare sia da quello civile che lo aveva preceduto o lo
affiancava.
Per
la giovane età che gli era propria, ne possiamo seguire il
processo di maturazione personale in parallelo agli eventi bellici e
politici sempre più stringenti che lo incalzano: dai facili
entusiasmi e la baldanza quasi spensierata degli inizi a una vera e
propria saggezza riflessiva, che va oltre la maniera e il luogo comune,
per collocarsi sul piano della comprensione dei repentini mutamenti
politici e culturali, con la responsabile cautela che una
realtà
fino a ieri inimmaginabile impone.
Le
lettere non
giungono a illuminare i giorni di settembre, ma ci raccontano delle
ansie, delle nostalgie, dei rimpianti, della rabbia disillusa per la
vittoria mancata e la sconfitta cui non sembra rassegnarsi, ancora nel
mese di agosto.
Nel
Renato Calabrese
che emerge dall’ epistolario, sembra di poter cogliere, pur
nella
singolarità, il riflesso di un’epoca e di una
intera
classe sociale.
La
stessa figura
dell’ufficiale aiuta a penetrare i meandri di una generazione
nata e cresciuta nell’ ideologia di regime, anche quando si
trovò di fronte a scelte repentine e brucianti, spesso
disillusa
“per troppo o troppo poco fascismo”.
In
pochi giorni, in
poche ore tanto avvenne per gli italiani con l’8 settembre
armistiziale del ‘43 - ognuno dovette scegliere una strada,
non
importa quanti elementi di giudizio avesse a disposizione per
sentenziare della propria vita (e spesso di quella altrui).
Si
trattò in
tutti quei casi di «interrogare le proprie
coscienze»,
secondo la felice espressione adottata dal Presidente Carlo Azeglio
Ciampi, che ben individua (nel luogo da cui sorge la
moralità)
l’ origine delle scelte (la libertà) per
qualsivoglia
incominciamento di Resistenza, a qualsiasi tipo di catastrofe si voglia
resistere.
Senza
voler irridere
alla gloria, dobbiamo mestamente registrare che la Germania nazista
ottenne l’ultima sua vittoria di una guerra ormai perduta,
proprio contro un’Italia stremata, ex alleata e ancora
non-nemica. Se non ne uscì gloriosa, fu anche
perché gli
uomini della Divisione Acqui, battendosi con onore e pagando con la
strage, si tennero fuori dall’ ignominia. (Vincenzo Scasciafratti - pezzo
tratto dall'introduzione del libro.)
|
Libri
Continua
in
modo altamente lodevole l'attività della sezione di Cremona
e
del suo Giovanni Scotti in merito alle pubblicazioni di libri
dedicati alla Memoria della Acqui e dei suoi protagonisti. Ed ecco
l'ultimo nato della serie:
Dalla prefazione del libro
Oggi più che mai,
tenendo fra le mani i quaderni cui mio
padre ha affidato i suoi ricordi, sento la piene volontà di
condividere con
altri una testimonianza che ritengo di immenso valore. Proprio oggi che
qui
viviamo le nostre difficoltà, tutto sommato superabili,
ancora non rendendoci
conto di essere nell’occhio del ciclone, con i terribili
venti di guerra che ci
circondano.
Mentre
ci preoccupiamo della scelta del modello di auto da
comperare e del profumo di un ammorbidente, o mentre cuciniamo e
lucidiamo i
pavimenti, sempre, siamo accompagnati dalla colonna sonora dei
telegiornali,
diventati ormai dei veri e propri bollettini di un terrificante
susseguirsi di
orrori.
È
specialmente quando penso che quel Mediterraneo in cui, mio
padre mi raccontò, si svolse parte della sua tremenda
avventura, quel
Mediterraneo che a me, bambina, sembrava così remoto,
è invece a un passo da
noi ed ancora più che mai le sue acque sono rosse di sangue. Guardando i ragazzi di adesso,
assorti nei loro telefonini elettronici, mi sembra
impossibile che sia lo stesso tempo in cui altri
ragazzini stringono tra le mani un kalashnikov per uccidere, lo stesso
tempo in
cui più nessuno può sentirsi al sicuro neanche in
casa propria. È sempre oggi che
genitori troppo indaffarati demandano ai
film della Walt Disney il compito di narrare le fiabe, e io sento il
dovere di
dire loro: “Parlate con i vostri figli, e raccontate in prima
persona le vostre
storie,
anche se vi sembrano banali.”
Io
ritengo di avere avuto un dono grande da bambina,
nell’aver potuto ricevere le parole e soprattutto
i ricordi, anche dolorosi,
del mio papà. Era bravo nel raccontare, sapeva tenerci
incollati alle sue
labbra, noi tre fratellini, cui spesso si univano anche i cugini e i
figli dei vicini
(i quali, ora confesso, all’epoca mal sopportavo …
ma forse ero solo gelosa). I
suoi ricordi piovevano su di noi in ogni ora del giorno; il mattino,
mentre
girava e rigirava le fette di polenta
sul fuoco per abbrustolirla, per poi metterla nel latte; o la sera,
tutti
insieme nel lettone il cui materasso non era certo di lattice o di
memory, ma
che ci sembrava tanto comodo. E ancora nelle lunghe giornate fra stalla
e
campi, dove noi ragazzi lo seguivamo per aiutarlo nella zappatura e
nella
cimatura del mais, rendendoci conto che
quel lavoro era troppo pesante per lui che, seppure ancora giovane,
doveva
sopportare i postumi lasciati dalle due pallottole, una al fianco e una
al
pollice, e per le quali non aveva avuto nemmeno riconosciuta
l’invalidità. È quindi con
trepidazione ma anche con gioia che oggi,
ringraziando, affido queste memorie di mio padre a chi avrà
cura di
tramandarle. (Aure
Salanti Figlia dell’Autore) |
Libri
Luisa
Bove
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Libri
Orazio
Pavignani
In questo
libro un figlio ricerca suo padre, ricostruendo il vissuto della sua
giovinezza, prima di essere genitore.
Marino, il
padre in cui
ci imbattiamo in questo libro, era stato soldato del Regio
Esercito Italiano ad appena poco più di vent'anni. Ed era
scampato all'eccidio
perpetrato dalla Wermacht a Cefalonia, nel settembre del 1943. Tuttavia
ai
figli non lo aveva mai raccontato, forse per proteggerli dal possibile
turbamento provocato dalle violenze e dal dolore che avrebbe dovuto
riferire o
che si
sarebbe stampato sul suo volto.
E' solo dopo
la sua scomparsa, nell'elaborazione del lutto e della perdita, che nel
figlio
si affaccia il bisogno di colmare quel vuoto: la vicenda umana di un
giovane
soldato, certamente segnato da quella storica singolarità,
ancor prima del
matrimonio e della paternità successiva.
Il figlio
inizia allora un viaggio, una sorta di "ritorno alla casa del Padre".
E ne ricerca le vie in ogni luogo dell'Isola in cui il soldato Marino
abbia
potuto compiere azioni, provare emozioni o intrattenere relazioni
umane. Si
addentra così nella foschia della guerra e va a tentoni,
indagando un episodio
controverso e sconosciuto ai più, ma capace di riassumere in
sé tutta la
tragicità e l'insensatezza di quella guerra. L'insensatezza
di ogni guerra. L'inseguimento
del padre lungo sentieri evanescenti, induce il figlio ad approfondire
la
storia della Divisione Acqui, al centro dei fatti di Cefalonia e
Corfù, e gli
permette di conoscere molti protagonisti di quegli eventi, per lo
più umili soldati.
Grazie alle loro testimonianze, comprende quale sia il valore della
Memoria e
cercando per suo Padre una collocazione in quella vicenda, accade che
anche
molti altri soldati della Acqui vengano ricordati. Come fossero tanti
Lui, a
raccontargli la stessa vicenda.
Ф LA
NOTTOLA
Minerva Soluzioni Editoriali srl
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PIETRO
GIOVANNI LIUZZI
É uscita la seconda
edizione del libro di Pietro Giovanno Liuzzi..
Attraverso la testimonianza del reduce ancora in vita Giovanni Grassi,
l'autore racconta l'epopea della Divisione Acqui a Cefalonia e
Corfù in quel terribile settembre 1943.
Questo libro che rappresenta una pietra miliare nella pubblicistica
dedicata a quei fatti raggiungendo la seconda edizione, dimostra
appieno la sua qualità ed importanza.
La
redazione si scusa per il ritardo con il quale pubblica questa news.
(OP)
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Libri
La terza età della Resistenza
Sonico
–
Il libro su “La terza età della
Resistenza”, scritto
da Tullio Clementi e Luigi Mastaglia, con illustrazioni
dell’artista camuno Edoardo Nonelli, ha colto nel segno. E
non
solo in Valle Camonica.
Tullio Clementi, direttore di “Graffiti”, ex
sindacalista e
storico ha scritto con Luigi Mastaglia il libro “La terza
età della Resistenza”, 660 pagine, 33
testimonianze ed una
decina di documenti, nato, nelle intenzioni degli autori, come essi
stessi scrivono, con l’ambizione di tratteggiare una sorta di
racconto antologico, dopo avere sfogliato quasi 200 testi, sulle
vicende resistenziali camune. Una vera e propria antologia.
LA
PREFAZIONE
Nell’introduzione
di Paolo Franco Comensoli si legge: “La terza
età
della Resistenza” (dopo una prima
“età” vissuta con molta
esuberanza giovanile ed
una seconda “età” attraversata
da riflessioni,
nostalgie e ripensamenti), potremmo dire che questa rilettura
degli eventi resistenziali si sviluppa in una sorta di
“terza” dimensione.
Dopo la dimensione narrativa, quella diaristica e quella
storica
– che si alimenta in buona parte anche delle prime
due
–, infatti, questo racconto assume un carattere
prevalentemente
antologico, a cavallo di quanto fin qui già pubblicato.
Molto più “terra-terra”, dunque,
cercheremo di
concretizzare una sorta di antologia ragionata su
quanto
è stato scritto e raccontato finora
sull’argomento, partendo da quelli che possiamo
considerare
a ragion veduta come i “libri mastri”
della Resistenza
valligiana (e non solo) ed assemblando quindi
una “cronologia” degli eventi che hanno
sconvolto il
quieto vivere delle nostre contrade per 20 lunghi mesi: dai
borghi
di fondovalle e di mezza costa fino alle creste di confine con
altre valli alpine ed altre province.
[...] Un lavoro da farsi più in biblioteca che in archivio,
dunque, ma non per questo meno gratificante di quanto non
possa
essere stata l’opera di quanti ci hanno preceduto
nella
paziente ricerca archivistica degli ultimi settant’anni,
e soprattutto, vogliamo sperare – e
perché non
dovrebbe esserlo? – altrettanto apprezzabilmente
lusinghiero
nelle aspettative. Un po’ come dire che il
merito primario
di questo lavoro compete in modo prevalente a tutti quei giganti
sulle cui spalle siamo saliti, non certo per guardare
più
lontano (che sarebbe stata un’imperdonabile
presunzione), ma
per poterci guardare attorno più liberamente, senza
troppi
vincoli di “mestiere”.
PERSONAGGI E LUOGHI
Il libro di Clementi-Mastalgia
racconta: la
fuga degli ebrei verso la Svizzera, Vittorio Bonomelli, un
prete
allo sbaraglio, l’incursione alla
Beretta, Il
“Gölem”, la montagna dei bresciani di
città, Il gruppo Lorenzini: dal Guglielmo a
Pratolungo, I Tredici Martiri di Lovere, La
Valsaviore
a ferro e fuoco, Estate di sangue alle pendici del
“Bassinale”, Il “caso”
Ducoli-Guerini, Fuoco incrociato tra Presolana e
Concarena, Case di Viso: la strage annunciata, Il
mitragliamento della motonave
“Iseo”, Rappresaglie a
Costa Volpino, Il tenente colonnello Raffaele
Menici, Giacomo Cappellini, “il
Maestro”, Prima battaglia del
Mortirolo, L’arresto di don Carlo
Comensoli, Sonico:
una polveriera per due guerre, Edolo: la ritorsione
fascista, Seconda battaglia del Mortirolo, Alta
Valtellina:
l’ultima battaglia, Piancamuno: la tragica beffa del
25
Aprile, “Ultimi fuochi” all’ombra della
Presolana
e Poldo: l’ultimo caduto in Mortirolo. Tra i luoghi
dove
è ambientato il libro spiccano: L’alta
Valcamonica, Valmalga, Valsaviore, media
Valcamonica, Val di Scalve, Cividate
Camuno, Valgrigna, bassa Valcamonica, zona
bergamasca, lago d’Iseo.
L’ANTOLOGIA
Dopo due anni di esplorazione il
risultato
è andato ben al di là delle prospettive iniziali:
tanto
da far dire a Paolo Franco Comensoli nella sua prefazione che
«non è un’una antologia
[perché] i numerosi
testi non vengono semplicemente riportati in stralcio, ma sono
profondamente riletti e radicalmente
reinterpretati»… I 60
capitoli (accorpati in quattro parti: “il
contesto”,
“i luoghi”, “le azioni” e le
“considerazioni a margine”), fatto salvo per quanto
possibile il rispetto della sequenza cronologica, sono interdipendenti.
I “luoghi”, innanzitutto, laddove si scopre che
tanto le
distanze quanto la funzione delle “creste di
confine” sono
falsate da un travisamento culturale e sociale alimentato dalla
modernità (le distanze) e dal nazionalismo patriottardo (le
“creste di confine”). Sulle testimonianze,
considerando che
sono state raccontate prevalentemente in dialetto, si trattava di
scegliere tra due opzioni: trascrivere con l’orecchio attento
alla lingua parlata e la “penna” attenta al
formalismo
sintattico e grammaticale della lingua scritta o limitarsi alla
traduzione tout court dal dialetto all’italiano ignorando gli
aspetti formali in uso nell’italiano
“corretto” e gli
autori hanno optato per una soluzione di compromesso utilizzando la
traduzione secondo il linguaggio corrente laddove non veniva intaccato
il pensiero originale applicando invece la traduzione letterale nel
caso in cui, altrimenti, avrebbe potuto perdere di efficacia la forza
espressiva originale. Un volume che merita una attenta lettura, cosa
che ho fatto in questi giorni e che merita un posto di rilievo nelle
nostre biblioteche.
GLI
AUTORI
TULLIO CLEMENTI
Nato
nel 1941 a Vione, in Alta Valcamonica, vive a Darfo Boario
Terme.
Operaio edile dal 1957 al 1975. Funzionario sindacale della
Fillea-Cgil (Edili e costruzioni) dal 1975 ai primi anni
Novanta.
Direttore del periodico camuno Graffiti, condivide con Mimmo
Franzinelli la direzione della collana editoriale del Circolo
culturale Ghislandi, “Il tempo e la memoria”.
Ha pubblicato Il pungolo (1988); Bagliori di Palazzo (1990);
L’uovo di colombo (1996 – su Internet); Una vita a
ramengo
(2001); Valcamonica 1968-2001. La parabola della sinistra
sociale
e politica (2001 – su Internet);
Forno Allione. La grafite e le ceneri (2004 – con
Luigi Mastaglia); Una valle, una fabbrica. Storia del
Cotonificio.Olcese (2009 – con Luigi Mastaglia); Marcellino
(2009); Barba Chini. Il suo tempo, la sua gente.
LUIGI MASTAGLIA.
Nato
a Malonno nel 1947, vive a Bienno. Diploma tecnico assistente
di
laboratorio chimica industriale, viene assunto il 25 ottobre
1963
all’Elettrografite di Forno Allione, dove lavora fino al 1978.
Nel 1970, alla costituzione del Consiglio di Fabbrica, viene eletto
delegato del reparto controllo e, successivamente, presidente
dello stesso Consiglio di Fabbrica. Nel 1978 assume
l’incarico di sindacalista a tempo pieno per la Cisl
di
Brescia, con responsabilità di operatore per
la Valcamonica. Nel 1981, alla costituzione del comprensorio,
viene eletto segretario generale dell’Unione
sindacale
territoriale Cisl di Valcamonica-Sebino.
Nel 1993 inizia una nuova esperienza come operatore alla Cisl
regionale della Lombardia, con l’incarico di responsabile dei
dipartimenti Trasporti e Territorio, fino al 2001, anno del
pensionamento.
Autore, con Tullio Clementi, di Forno Allione. La grafite e le
ceneri (2004) e, sempre in collaborazione con Tullio Clementi,
Una
valle, una fabbrica. Storia del Cotonificio Olcese (2009). In
collaborazione con Costantino Corbari, infine, ha pubblicato
Periferia protagonista. I trent’anni del
comprensorio Cisl
Vallecamonica-Sebino(1980-2010). (da
www.gazzetta delle valli.it)
(ndr) Da pagina 69 a pagina 75 "Lo
sterminio
della Divisione Acqui) e da pagina 546 a pagina 557 testimonianza di
Orazio Pavignani.
|
Libri
Vivere Pericolosamente
Memorie
e racconti sulla seconda Guerra Mondiale
Nel
70° anniversario della Liberazione
Dopo
l’encomiabile “
Ne riparlerà la storia”, la sezione
Cremonese pubblica a Cura dell’instancabile
Giovanni Scotti, un nuovo libro di testimonianze di reduci della
provincia
cremonese.
Un
altro importante tassello nel mosaico della memoria dei fatti della
seconda
Guerra Mondiale; Giovanni questa volta non limita le sue attenzioni ai
soli
reduci della Divisione Acqui, ma le rivolge anche a quei soldati, della
sua
terra, che vissero oltre che a Cefalonia e Corfù anche negli
altri scenari
europei di guerra e prigionia, violente e soffertissime esperienze
delle quali
hanno portato il peso ed il segno per tutta la vita.
Le
interessanti testimonianze vengono riportate rispettando assolutamente
la
personalità dei protagonisti, in coerenza con la loro
scolarizzazione e, in
certi frangenti, la loro ironia e soprattutto i loro sentimenti.
L’autore
pone il suo quinto sigillo su una serie di altrettante opere che
vogliamo
ricordare: “Sospiro a Cefalonia”, “La
logora bandiera del 17°” Ne riparlerà la
storia”, “Le vicende di Corfù.
Riflessioni e interrogativi” contributo al libro
“Né eroi, né martiri soltanto
soldati” e infine questo “Vivere
pericolosamente”. (OP)
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Libri
Possa il mio sangue servire
La
Resistenza a lungo è stata considerata solo una "cosa di
sinistra": fazzoletto rosso e Bella ciao. Poi, negli ultimi anni, i
partigiani sono stati presentati come carnefici sanguinari, che si
accanirono su vittime innocenti, i "ragazzi di Salò".
Entrambe
queste versioni sono parziali e false. La Resistenza non è
il
patrimonio di una fazione; è un patrimonio della nazione.
Aldo
Cazzullo lo dimostra raccontando la Resistenza che non si trova nei
libri. Storie di case che si aprono nella notte, di feriti curati nei
pagliai, di ricercati nascosti in cantina, di madri che fanno scudo con
il proprio corpo ai figli. Le storie delle suore di Firenze, Giuste tra
le Nazioni per aver salvato centinaia di ebrei; dei sacerdoti come don
Ferrante Bagiardi, che sceglie di morire con i suoi parrocchiani
dicendo "vi accompagno io davanti al Signore"; degli alpini della Val
Chisone che rifiutano di arrendersi ai nazisti perché "le
nostre
montagne sono nostre"; dei tre carabinieri di Fiesole che si fanno
uccidere per salvare gli ostaggi; dei 600 mila internati in Germania
che come Giovanni Guareschi restano nei lager a patire la fame e le
botte, pur di non andare a Salò a combattere altri italiani.
La
Resistenza fu fatta dai partigiani comunisti come Cino Moscatelli, ma
anche da quelli cattolici come Paola Del Din, monarchici come Edgardo
Sogno, autonomi come Beppe
Fenoglio. E
fu fatta dalle donne, dai fucilati di Cefalonia, dai bersaglieri che
morirono combattendo al fianco degli Alleati...
da pagina 44 a pagina 51 "Cefalonia: prima resisatenza; alle pagine 52
e 53, lettera alla moglie del Tenente Bruno Zanoni della
33ª compagnia Genio TRT.
http://www.rizzoli.eu/libri/possa-il-mio-sangue-servire/
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Libri
Testimonianze
partigiane
I
siciliani nella lotta di liberazione
Venerdì
5 giugno
alle ore 21 nella città di Bologna presso la Libreria Ubik
di via Irnerio è
stato presentato il libro di assoluto interesse
“Testimonianze Partigiane”.
L’autore, prof. Angelo Sicilia ha dunque finalizzato in
quelle pagine il lavoro
di 10 anni di faticose ricerche di testimoni viventi che potessero
raccontargli
il loro vissuto bellico. L’opera assume inoltre significati
oltre mondo
importanti dati dal fatto che la sicilia – prima regione ad
essere stata
liberata dagli alleati – non ha avuto una vera e propria
resistenza locale come
nel nord Italia, ma i siciliani hanno contribuito in modo massiccio e
significativo alla guerra di liberazione là dove
necessitava.
Parlando
poi di testimonianze partigiane,
l’autore non dimentica assolutamente il
sacrificio della Divisione Acqui nelle isole Ionie e impostando gli
eventi
raccontati, in ordine cronologico, dopo un attenta analisi sul pre 8
settembre,
parte dalle vicende delle isole di Corfù e Cefalonia
raccontandole e
completando la ricostruzione con le testimonianze di almeno una decina
di
reduci della “Acqui”.
Anche
questo nuovo modo di raccontare la storia, ricostruendo gli eventi e
legandoli
subito alle rispettive testimonianze, fa sì che la lettura
di
questo libro
coinvolga sempre di più il lettore, step by step, negli
episodi
che hanno visto
protagonisti gli uomini e le donne siciliane dal proclama
dell’armistizio fino
al 25 aprile 1945. Si deve poi rendere merito all'autore che, come
ancora pochi autori, inserisce, a pieno titolo, in un libro dedicato
alla resistenza le vicende della Divisione Acqui (OP)
|
Libri
Per non dimenticarli
Per i tipi della ANDREA PACILLI
EDITORE
di Manfredonia (fg), la nostra associata Maria
Schiena di
San Marco in Lamis (fg), pubblica il risultato di un lungo lavoro di
ricerca.
Il libro (nelle foto), ottimo lavoro di ricostruzione storica ed un
grande omaggio ai 150 Caduti per la libertà del
suo paese,
rappresenta un altro importante lavoro in funzione della "memoria"
locale e nazionale.
Si riporta un brano della postfazione del prof. Alessandro Ferioli,
insegnante di letteratura italiana e Storia, nonché
ricercatore
xtorico ANEI e ANRP, che ci dà l'idea dell'importanza di
questo
lavoro: " Mi ha sempre colpito una pagina del memoriale di prigionia
del capitano Luigi Collo, internato Militare del Terzo Reich. Dopo la
liberazione deal lager, nel momento di mettersi in marcia per il
ritorno a casa, il capitano enumeravagli effetti personali da lui
gelosamente custoditi durante la prigionia. dentro la
valigià
trovò (o ritrovò, osservandoli con uno sguardo
nuovo)
documenti del reparto, fotogafie, un diario di guerra e, soprattutto,
un ruolino della sua compagnia, da lui ricostruito sulla base dei
ricordi, con i nomi di tutti i soldati cui era stato insieme.
Quest'opera di ricostruzione, mai menzionata prima, prendeva maggior
valore proprio nel momento del suo rimpatrio egli scrive:"ora che il
futuro sta per riacquistare un senso, la memoria del passatodiviene
preziosa". (da La
resistenza disarmata. La storia dei soldati italiani prigionieri nei
lager tedeschi. Marsilio Venezia, pp 134-135).
«L’opera ha il merito di ripercorrere in
modo encomiabile
la partecipazione delle nostre Forze Armate al secondo conflitto
mondiale e, in particolare, alla guerra di liberazione.
Il particolare focus sui cittadini di San Marco in
Lamis,
caduti nell’assolvimento del dovere, perpetua il ricordo
delle
loro gesta e rende idealmente omaggio al sacrificio dei tanti italiani
che hanno contribuito all’instaurazione della democrazia in
Italia
Generale Salvatore Cuoci
Assistente militare
per l’Esercito del Presidente della Repubblica
«Un senso etico pervade in profondità
l’intero
volume rendendolo un piccolo patrimonio della comunità
intera,
oltre che un prezioso tassello di storia locale»
Alessandro Ferioli
Ricercatore storico ANEI e ANRP
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Libri
Né eroi né martiri soltanto soldati
Ultimo
contributo al tema della tragica vicenda della Divisione
Acqui nelle isole greche di Corfù e di Cefalonia
è
il volume Né eroi, né martiri, soltanto
soldati. La
Divisione Acqui a Cefalonia e a Corfù settembre
1943, a
cura di Camillo Brezzi, che, oltre a fare il punto sullo stato
dell’arte della storiografia sul tragico evento, offre
importanti
contributi di studiosi rappresentativi di varie generazioni
storiografiche che accompagnano il lettore attraverso una delle pagine
più drammatiche della storia dell’Italia in
guerra (Patrizia Gabrielli, Giovanni scotti, Vito Gallotta,
Maria
Teresa Giusti, Giorgi Rochat, Gianni Oliva, Lutz Klinkhammer, Paolo
Fonzi, Filippo Focardi, Nicola Labanca, Umberto Gentiloni Silveri e
Marco De Paolis) evidenziando
l’unicità di questo libro che analizza la storia
della
Divisione Acqui sotto
molteplici aspetti, caratteristica questa che rende unica
quest’opera dal punto
di vista editoriale.
Il volume, edito da Il Mulino (bo), è stato
presentato
giovedì 12 giugno, nella sala Aldo Moro alla Camera dei
Deputati, poi nelle città di Arezzo, Padova e Bologna
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Libri
E’
uscito in questi mesi il libro di Giuseppe Gori “
Semi di lino cotti”(
Sorbello Editore –euro 14; www,antonio
–Sorbello-editore.com) Il volume, già
segnalato in passato, è ora riproposto in una nuova
veste editoriale, ed arricchito
da interessanti pagine sulla
psicologia del deportato, scritte dalla nipote
psicologa,(e specializzata in
psiconcologia) .
Il libro narra la storia della prigionia di
Giuseppe
Gori, non della guerra contro i
tedeschi, perché, chiamato alle armi non ancora
diciannovenne, dopo pochi giorni dal suo arrivo a Merano (
ove fu
assegnato al 18° fanteria della Divisione Acqui), lo
coglie l’armistizio e con altri centinaia di
soldati
venne fatto prigioniero dai tedeschi e quindi destinato ad un
campo di concentramento vicino al Mar Baltico,
senza aver sparato un solo colpo di fucile. Inizia così il
suo viaggio
all’inferno che si concluderà
nell’ottobre ’45.
Particolare è la
genesi dell’opera: ogni sera, infatti, e per molto tempo, la
figlia Santina ha
raccolto i ricordi del babbo, impastati di emozioni, lacrime e qualche
sorriso.
La nipote ha poi curato la trascrizione.
Tenero
e dolce il compito di raccogliere la Memoria affidato
a queste due donne !
I Curatori , per scelta
dell'Autore,devolveranno parte del loro ricavato all'Airc (
Ass.italiana per la
ricerca sul cancro).
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Libri
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